Italia

Storia di un successo mondiale, oggi Grom conta 52 punti vendita

  • Abbonati
  • Accedi
Attualità

Storia di un successo mondiale, oggi Grom conta 52 punti vendita

«Nella pausa pranzo stavo mangiando un panino, leggevo il giornale e mi è caduto l'occhio su un articolo di Carlin Petrini. Diceva che in Italia nessuno fa più “il gelato come una volta”». Così Guido Martinetti, cofondatore di Grom insieme a Federico Grom, spiega la nascita dell'idea dietro un'azienda che oggi conta 45 punti vendita in 35 città italiane e sette gelaterie all'estero (Dubai, Jakarta, Hollywood, Malibu, New York, Osaka e Parigi), una presenza internazionale destinata a aumentare, soprattutto oggi che la ditta piemontese - forte di 30 milioni di euro di fatturato e di oltre 600 dipendenti - è entrata nell'orbita del colosso anglo-olandese Unilever.

Prodotti di stagione, spesso provenienti da presidi slow food, utilizzo di addensanti naturali, come la farina di semi di carrube, e una cura particolare per la sostenibilità economica e ambientale: questi i cardini del Grom-pensiero. Il primo punto vendita apre a Torino nel maggio 2003.

«Il successo è immediato», ricordano Martinetti e Grom. Di fronte alla gelateria si formano code di 15-20 metri. L'azienda, nata con un capitale iniziale di poche decine di migliaia di euro, in parte donate dalle famiglie degli imprenditori, riscuote subito un successo tale da consentire nel 2005 la nascita di un laboratorio di produzione per rifornire gli altri punti vendita che avevano aperto nel frattempo a Padova, Firenze e Parma. Due anni dopo sara' invece il turno dell'azienda agricola Mura Mura, 20 ettari di terreno dove viene coltivata la frutta, rigorosamente bio, da utilizzare per la preparazione dei gelati, garantendo cosi' a Martinetti e Grom il controllo su larga parte del ciclo produttivo.

Risale sempre al 2007 l'apertura del primo negozio fuori dai confini patri, a New York, evento salutato dal New York Times con il titolo “Two Turin gelato men, hoping New York will melt”. Anche in questo caso è un successo. Negli anni successivi si assisterà alla nascita di nuovi punti vendita all'estero e all'allargamento dell'offerta a prodotti come i biscotti e i frappé, sempre nel nome della qualità (anche se a luglio in seguito a un ricorso del Codacons Grom ha dovuto togliere dal proprio marchio la denominazione di gelateria artigianale perché, pur rivendicando l'alta qualità del prodotto e la selezione accurata delle materie prime, il gelato non è fatto in loco e quindi non può considerarsi fresco) e dell'attenzione per l'ambiente, concretizzata nel progetto ecologico “Grom Loves World”.

«Tutta la plastica viene sostituita dal Mater-Bi, una bioplastica biodegradabile e compostabile realizzata con fonti rinnovabili di origine agricola, come amido di masi e oli vegetali», spiega l'azienda, «la carta viene certificata dal piu' importante ente internazionale per la gestione responsabile delle foreste e delle popolazioni che vi vivono». Una filosofia imprenditoriale che Unilever ha promesso di non scalfire.

© Riproduzione riservata