Economia

Dieselgate, ecco le altre 80 auto sotto la lente in Italia

  • Abbonati
  • Accedi
Scandalo Volkswagen

Dieselgate, ecco le altre 80 auto sotto la lente in Italia

Un’ottantina di modelli, quelli più diffusi in Italia, di otto marchi: dopo gli Usa che ha messo sotto la lente altri 28 modelli anche l’Italia sull’onda del dieselgate che ha investito la Volkswagen è pronta a far partire la macchina dei controlli per verificare che nessun altra casa automobilistica – dopo quella di Wolfsburg – non sia ricorsa a trucchi per manipolare le emissioni dei propri diesel. In un documento appena messo a punto dai tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti finito sul tavolo del ministro Delrio – di cui il Sole 24 Ore è venuto in possesso – sono indicati criteri, modalità, tempi e costi di questa operazione che dovrebbe concludersi con la pubblicazione degli esiti il 1° maggio dell’anno prossimo. Sotto la lente il 73% dei veicoli circolanti che montano i propulsori diesel Euro 5: si tratta di un bacino di oltre un milione e trecentomila macchine.

I veicoli su cui si effettueranno concretamente i test non dovrebbero superare il migliaio “pescati” a campione tra il nuovo e l’usato. Ci sono i modelli più noti di Fca (otto sotto osservazione: dal Freemont alla 500 fino alla Punto e alla Panda), di Mercedes Nissan(dalla Classe A al QashQai), di Renault, gruppo Peugeot Citroen, Bmw, Ford, Opel e Hyundai Kia . Nel lungo elenco allegato al documento sul tavolo del ministro accanto a marca e modello viene indicato anche la sigla del motore diesel euro 5 montato con cilindrate che vanno dai 1.200 ai 2.200 centimetri cubici. E con modelli che spesso montano motori con sigle diverse.

Il ministero dovrebbe far partire la macchina dei controlli entro una decina di giorni con i test su i veicoli diesel Euro 5 dei differenti costruttori, ma non è escluso che «succesivamente le prove potranno essere estese – si legge nel documento – anche, ove necessario, ai veicoli diesel Euro 6».

Ma come si verificherà che le auto siano in regola con le emissioni? Il punto è delicato come sottolinea lo stesso ministero perché servono «strumenti e modalità non contestabili». La sola prova sui «rulli» – come avvenuto finora per i modelli Volkswagen – non bastano perché «darebbero risultati sovrapponibili a quelli di omologazione». Da qui la possibilità di utilizzare la «nuova strumentazione portatile (Pems) in possesso di diversi laboratori di prova sul territorio nazionale per eseguire delle prove su strada» o su «pista riproducendo il circuito di omologazione». Superando poi il problema della mancata omologazione di questa strumentazione per le prove su strada – che potrebbe «essere contestata dai costruttori interessati» – con una soluzione metodologica. E cioè quella di effettuare le prove sui rulli per tutti quei veicoli che, nel corso delle prove su strada con Pems, «abbiano fatto registrare valori di emissione eccedenti quelli di omologazione». Una eventuale regolarità delle prove sui rulli «renderebbe – spiega il documento – assai verosimile la presenza di una doppia mappatura della centralina del tipo di quella adottata da Volkswagen». Insomma una manomissione del dispositivo antismog che ha scatenato il terremoto del diesel-gate.

Per effettuare le prove il ministero è pronto a ricorrere a «laboratori certificati e indipendenti» che hanno appunto queste apparecchiature Pems (il documento cita il Cnr, Ispra «e pochi altri») con gare da avviare entro il 15 dicembre. Con l’obiettivo di arrivare alla pubblicazione dei risultati dei test a maggio 2016 dopo aver informato «i costruttori eventualmente interessati» (eufemismo per dire chi non risulta in regola), pubblicando poi sul sito e diffondendo «sugli organi di stampa i risultati della campagna di prove».

Le macchine saranno ovviamente scelte a campione («2-3 veicoli di prova – nuovi e usati – per ciascuna famiglia di motori»): si ricorrerà dunque al noleggio per i veicoli usati mentre per quelle nuove è stata inviata ai costruttori nazionali ed esteri una lettera in cui si chiedono quali sono i parchi autovetture diesel Euro 5 ancora «giacenti»: «una volta acquisite le informazioni necessarie in merito alle disponibilità nei parchi di stoccaggio», il ministero provvederà alla selezione e al trasporto delle auto scelte per i test. Il costo dell’operazione sarà di 8 milioni.