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Nuovo Senato, Boschi: fatto passo importante. E sull’alleanza…

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riforme costituzionali

Nuovo Senato, Boschi: fatto passo importante. E sull’alleanza con Verdini: è fantapolitica

Tema del giorno è il bilancio positivo, secondo il governo, del cammino della riforma costituzionale all’esame in terza lettura dell’Aula del Senato. Tra venerdì e sabato, con l’approvazione dei primi due articoli (su funzioni del Nuovo Senato e ed elettività dei senatori) «abbiamo fatto un passo avanti veramente importante», sottolinea il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, in una intervista a «La Stampa». La prova del voto è stata superata brillantemente, «ma ce ne aspettano molti altri da votare e oltre 380mila emendamenti con cui fare i conti, non si può dire che ora la strada sia tutta in discesa, il lavoro è ancora tanto».

«In Italia è tornata la politica, la buona politica»
Boschi definisce la riforma «di enorme importanza», sia »per ottenere dall'Europa la flessibilità necessaria per gli investimenti e il taglio delle tasse», ma soprattutto «per superare il bicameralismo paritario, snellire il processo legislativo e dimostrare che la politica può fare le riforme. In un anno la legge elettorale, il Jobs Act, gli 80 euro e l'Irap, la pubblica amministrazione e la giustizia. In Italia è tornata la politica, la buona politica».

In Aula margine di voti rassicurante per la maggioranza
Anche il margine di voti della maggioranza registrato in Aula è rassicurante: «Ci sono 70 voti di distacco in un Senato dove di solito la maggioranza si conta sulle dita di una mano. Per mesi ci hanno detto che non avevamo i voti, poi che erano pochi, adesso che Verdini è decisivo. Però il fatto è che i voti ci sono, come promesso». A proposito dell'appoggio dei verdinizini, Boschi afferma che i voti della maggioranza «sarebbero comunque stati sufficienti. La maggioranza assoluta non serve in questi passaggi. Vediamo il voto finale del 13 ottobre come andrà. E comunque, non capisco l’ossessione per Ala (il nuovo gruppo parlamentare Alleanza liberalpopolare-autonomie, guidato da Denis Verdini, ndr): sono senatori che un anno fa hanno votato la riforma con Forza Italia e oggi la votano di nuovo. Sono semplicemente coerenti».

Nessun accordo elettorale in vista con l’Ala di Verdini
Il ministro nega però che con i verdiniani ci possa essere un accordo elettorale: «L'Italicum prevede il premio alla lista e non alle coalizioni. E dunque non sarà possibile per il Pd nessun accordo. Cosa succederà alla destra italiana nel 2018 sinceramente non lo so. Ma credo che ad oggi non lo sappia nessuno». Boschi condanna comunque il presunto gesto sessista che sarebbe stato fatto in Aula dal capogruppo di Ala Lucio Barani: «Non ci sono giustificazioni di nessun tipo. Spero che vengano esaminati i video di tutto il dibattito al Senato, in tutti questi giorni. E che siano comminate sanzioni a chi ha insultato. Tutti, nessuno escluso».

Il grazie a Napolitano, primo “sponsor” della riforma
Infine, all'intervistatore che le chiede se dopo essere stata la «madrina» della riforma si veda in futuro come premier, Boschi risponde: «Questo testo, come pure la legge elettorale di cui sono davvero orgogliosa, non è il mio testo ma il testo di tantissime donne e uomini che ci hanno lavorato. Credo che se porteremo a casa la riforma dovremo dividere il merito con tantissimi colleghi, ma il vero padre di queste riforme per me si chiama Giorgio Napolitano. Quanto a Palazzo Chigi, non scherziamo nemmeno. Il mio futuro sono lunghe giornate in Senato per una riforma ancora tutta da scrivere. Quanto al premier, c’è già, si chiama Matteo Renzi e lo resterà a lungo».

Romani (Forza Italia): l’articolo 2 è un accordicchio
«Non penso che» la maggioranza «abbia grandi motivi di soddisfazione» per l'approvazione dell'articolo 2 del ddl Boschi: «per due ordini di motivi. Primo, l'articolo 2 è frutto di un accordicchio interno al Pd. In secondo luogo, il governo ha ottenuto 160 voti grazie ai 9 voti dei verdiniani e quindi ad oggi la maggioranza di governo non ha potuto esprimere una maggioranza assoluta al Senato sull'articolo 2». Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani, in un'intervista al Gr1 Rai. Romani aggiunge che FI deve «prendere una decisione sul voto finale, se rimanere in aula e votare convintamente no, oppure trovare un accordo con gli altri gruppi di opposizione e decidere insieme che cosa fare. Lo decideremo mercoledi', nella prossima riunione del gruppo».

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