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Verdini (Ala): i nostri voti non puzzano, ma non entreremo…

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italicum «legge straordinaria»

Verdini (Ala): i nostri voti non puzzano, ma non entreremo nella maggioranza

Gli ex di Forza Italia che hanno dato vita al gruppo parlamentare di Alleanza liberalpopolare (Ala), non intendono essere arruolati nella maggioranza, ma non in Aula non gli faranno mancare i propri voti: per la riforma del Senato, ma anche per Fisco e Giustizia. Questo il messaggio che arriva dall'ex coordinatore azzurro, Denis Verdini, ospite a ”L'Intervista”(Sky Tg24): «Gli amici del Pd che dicono che i nostri voti puzzano devono stare tranquilli. Con il Pd non abbiamo nulla a che spartire, non intendiamo entrare» nell’area di governo.

Al Senato «non c’è una maggioranza», dunque «le coalizioni servono»
Nessun arruolamento nella maggioranza, dunque, anche se Verdini sottolinea che «al Senato non c'è una maggioranza». Facendo due conti, Verdini ricorda che a Palazzo Madama i Dem sono in 113 «e la maggioranza 160, ne servono 161. Quindi le coalizioni servono. Renzi sta prendendo decisioni che non piacciono a tutto il suo partito. Non si coprano con il nome di Verdini».

Italicum «legge straordinaia nell’interesse del paese»
L’appoggio al Governo non è in discussione anche grazie all’atteggiamento positivo del premier, “non ostile” ai voti dei verdiniani. L'Italicum, la nuova legge elettorale voluta dal premier con il premio alla lista, certo «favorisce il Pd, ma è una legge straordinaria nell'interesse del paese», spiega Verdini, «perché si sa chi vince e da' la possibilità di fare alleanze. Comunque il tetto del 40% non è poco», le critiche derivano da «una paura tutta italiana». Verdini respinge anche ogni addebito sulla possibilità di far perdere consensi al Pd. Quanto ai sondaggi su una sua eventuale discesa in campo con il Partito della nazione, Verdini risponde tranchant: «Sondare ciò che non c'é é difficile, io lascio perdere i sondaggi. Noi sosteniamo solo che il centro moderato è l'area più grande del paese e non ha più una rappresentanza» e su questo lavora Ala, «a rimettere insieme il centro».

Sulla linea politica dei verdinani: «Non sono un taxi, casomai un treno»
Nel corso dell’intervista, Verdini respinge anche l’accusa - ricorrente nelle ultime settimane - di essere «come un taxi», impegnato a portare voti alla maggiornaza in difficoltà nel corso della terza lettura al Senato delle riforme costituzionali. «Casomai un treno», replica pur negando di aver mai usato una metafora del genere per descrivere la sua linea politica: «Mi è stata attribuita in modo vigliacco, non si virgoletta una cosa non solo non detta, ma mai pensata. Non si fa così», aggiunge bacchettando i giornalisti. No anche all’etichetta di “verdiniani”, un modo scorretto di definire «gente che ha creduto 20 anni nel partito liberale di massa e che non ne condivide un ritorno indietro. Berlusconi ha funzionato nell'alternanza, meno nella realizzazione del programma».

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