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Sinodo sulla famiglia, parte subito il confronto sui divorziati risposati

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L’APERTURA DEI LAVORI

Sinodo sulla famiglia, parte subito il confronto sui divorziati risposati

Inizia il Sinodo e subito si accende il confronto sulla riammissione ai sacramenti della coppie di divorziati risposati: su questo fronte il cardinale Peter Erdö, arcivescovo di Budapest e relatore generale del Sinodo è stato chiaro, non possono accedere all'eucaristia, non per il «naufragio del primo matrimonio» ma a causa della «convivenza nel secondo rapporto».

Il porporato ha affrontato in questi termini uno dei temi più controversi al Sinodo dell'anno scorso, nella relazione introduttiva letta, stamane, nella prima sessione di lavoro del Sinodo ordinario sulla famiglia aperto ieri dal Papa (4 - 25 ottobre). Nessun «cambiamento dottrinale» potrà scaturire dal Sinodo in tema di divorziati risposati. Ma sono possibili importanti «cambiamenti pastorali, il Sinodo non è che si riunisce per non dire nulla» ha in qualche modo ribattuto il segretario speciale del Sinodo, monsignor Bruno Forte, che nella conferenza stampa tenuta al termine della prima Congregazione generale è sembrato voler rispondere al relatore generale Erdö.

«Questo Sinodo - ha detto Forte - è pastorale, come lo fu il Vaticano II. Cerchiamo nuove vie di approccio per rendere la Chiesa più vicina agli uomini del suo tempo. La Chiesa non può restare insensibile davanti alle sfide. Questa è la vera posta in gioco del Sinodo». Secondo Erdö, sul tema dalla comunione ai divorziati risposati la maggioranza matematica dei contributi giunti attraverso le Conferenze Episcopali sarebbe contraria. «Riguardo ai divorziati e risposati civilmente è doveroso un accompagnamento pastorale misericordioso il quale però non lascia dubbi circa la verità dell'indissolubilità del matrimonio insegnata da Gesù Cristo stesso», ha detto Erdö, che ha ribadito la linea della Familiaris consortio, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1981: coppie di divorziati risposati che però vivono con «continenza» la «loro relazione di aiuto reciproco e di amicizia», potranno «accedere anche ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia evitando però di provocare scandalo».

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