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Concorrenza, no alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C.…

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mercoledì il voto finale sul ddl

Concorrenza, no alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Hotel, passa l’emendamento “booking”

L’assemblea di Montecitorio ha approvato quasi all’unanimità (434 sì e appena 4 no) un emendamento di Tiziano Arlotti (Pd) al ddl sulla concorrenza che prevede la nullità delle clausole che obbligano gli albergatori a non praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa tramite intermediari terzi, anche online. Respinto, invece, l’emendamento targato Sel sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C con obbligo di ricetta, quelli destinati a curare patologie di lieve entità e non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale: continueranno a essere venduti soltanto in farmacia, e non anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione. Oggi i deputati hanno completato l’esame degli ultimi tre articoli del provvedimento, che interviene in moltissimi settori, dalla RcAuto all’energia passando per le professioni. Domani si terrà il voto finale e il ddl passerà all’esame del Senato.

Passa l’emendamento “booking”
La modifica proposta da Arlotti prevede che sia «nullo ogni patto con il quale l’impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto». Una previsione analoga a quella introdotta in Francia con la legge Macron.

Franceschini: «Scelta che il settore alberghiero attendeva da tempo»
Esulta il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini: «Ora che Francia e Italia hanno scelto la strada del divieto della clausola del parity rate anche i colossi globali dell’offerta alberghiera online non potranno che tenere conto della scelta di due Paesi che insieme rappresentano il più grande mercato mondiale del turismo. Grazie al Parlamento per questa scelta unanime coraggiosa che il settore alberghiero italiano attendeva da tempo». Il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, conferma: «È una decisione che dà ragione al mercato e al buon senso e si completa il percorso iniziato dall’Antitrust ma timidamente lasciato metà».

Caduto nel vuoto l’appello delle parafarmacie
Quanto ai farmaci C, a nulla è valso l’appello della Federazione nazionale parafarmacie, che ancora stamattina aveva auspicato che i deputati «facessero gli interessi del Paese e non quelli di chi condiziona la politica della nazione a proprio esclusivo vantaggio». Né è servita la battaglia di Scelta Civica, unica forza nella maggioranza a spingere per la liberalizzazione e a presentare un emendamento ad hoc, che oggi ha annunciato l’astensione sul voto finale perché «si doveva essere più coraggiosi». Alla fine è prevalsa la linea del Governo, che nel ddl ha dato il via libera soltanto alla facoltà per le società di capitali di acquisire le farmacie private (con una serie di incompatibilità) ma non alla vendita dei farmaci C fuori dalle farmacie. Un business che vale almeno tre miliardi l’anno. Il M5S accusa: «Una decisione assurda ma perfettamente motivabile: hanno contato le pressioni e connivenze con la potente lobby del farmaco».

Bersani: inserire norma a tutela delle librerie indipendenti
Pollice verso anche da Pier Luigi Bersani della minoranza Pd, autore delle precedenti tornate di liberalizzazioni nel 1999 e nel 2006-2007. Il Il ddl concorrenza - ha commentato - «liberalizza i capitali all’interno di un mercato protetto. L’effetto è di un’ulteriore concentrazione. Si va in direzione contraria rispetto a quanto abbiamo fatto noi in passato. E non è certo un bel segnale per i giovani farmacisti che restano gli unici professionisti a non poter esercitare la professione in regime privatistico». Bersani ha avanzato anche un’altra richiesta, alla luce della fusione tra Mondadori e Rcs Libri: «Adesso l’Antitrust ha un compito molto delicato. È vero che la parola concorrenza non è sinonimo di pluralismo ma le due parole si assomigliano molto. C’è un punto tuttavia su cui tocca a Parlamento e Governo intervenire. Credo sia urgente una norma che garantisca che non ci siano discriminazioni ai danni delle librerie indipendenti. La legge sulla concorrenza in via di approvazione mi parrebbe la sede utile per inserire opportunamente la norma».

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