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Trentacinque incendi in sei mesi: a rischio il riciclo dei rifiuti in Italia

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appiccati da ignoti agli impianti

Trentacinque incendi in sei mesi: a rischio il riciclo dei rifiuti in Italia

A meno che questa notte non sia stato fatto alcun nuovo attentato, finora sono 35 negli ultimi sei mesi gli incendi che sono stati appiccati agli impianti di riciclo di tutta Italia. Il fenomeno drammatico sta mettendo in difficoltà il settore dei rifiuti.
Ogni settimana, mani anonime riescono a dare alle fiamme capannoni, stoccaggi, macchinari.
Accade dappertutto, dal Mezzogiorno fino al Nord Italia, ma soprattutto al Nord dove l'industria del riciclo dei rifiuti è più diffusa, efficiente e capillare.

Accade a impianti di imprenditori, a istallazioni municipali o di utility a partecipazione pubblica, a cooperative e Onlus, a impianti consortili. Senza distinzione di forma sociale.
Accade ad aziende di lavorazione della plastica da rifiuti, oppure di compostaggio della frazione umida, o a stabilimenti di selezione e separazione dei rifiuti, oppure di preparazione di materiali per il riutilizzo e così via, con l'unica caratteristica comune di far parte della rete del riciclo.
Accade a qualsiasi ora del giorno o della notte ma in prevalenza di notte e in prevalenza negli weekend.

Di volta in volta cambiano i danni, che dipendono dal punto dell'impianto in cui è stato sviluppato l'incendio, dai macchinari distrutti, dal momento in cui i dipendenti se ne accorgono, dal tempo impiegato dai pompieri per arrivare.
Non si sa chi siano gli incendiari. Forse la malavita dei rifiuti, o un concorrente sleale che vuole conquistare mercato in modo criminale, oppure forse un disegno differente più difficile da percepire.
In diversi incendi si può pensare alla fatalità, come quando il 22 maggio alla Alubel di Bagnolo nel Reggiano le fiamme sono partite da un compattatore. In altri casi si può pensare alla natura stessa del ciclo industriale dei rifiuti, assai esposto al rischio di incendio. È frequente anche l'autocombustione.

Ma nella maggior parte dei casi l'attentato è evidente e spesso la mano incendiaria è stata intravista. Per esempio in un paio di casi le telecamere della sicurezza hanno tracciato alcune persone incappucciate nella penombra della notte.
Dopo l'incendio, seguono alcuni eventi comuni ai 35 incendi degli ultimi sei mesi: si alza una nuvola densissima di fumo dall'odore insostenibile, chi abita vicino all'impianto è spaventato, il sindaco emana ordinanze, le rilevazioni dell'Arpa dicono che non c'è pericolo per la popolazione, il politico locale di riferimento emana una dura dichiarazione (la cui posizione dipende dallo schieramento politico di appartenenza), la procura locale apre un fascicolo contro ignoti, le tv locali e il quotidiano provinciale vi dedicano qualche spazio per un paio di giorni.

L'episodio più recente è avvenuto lo scorso fine settimana. Ad Albiano Magra, a fianco di Aulla (Massa-Carrara) la domenica sera è andato a fuoco l'impianto di trattamento dei rifiuti della ditta Mauro Costa.
Il nuvolone era irrespirabile, la popolazione si è allarmata e la politica locale s'è esibita nelle dichiarazioni indignate e prevedibili fino all'ovvio.

Il weekend e il mercoledì sono i giorni preferiti dagli attentatori. Una dozzina dei 35 incendi registrati negli ultimi sei mesi è avvenuta nel finesettimana, e un'altra mezza dozzina il mercoledì. Ma nessuna giornata ne è esclusa.
Le giornate peggiori sono state mercoledì 27 maggio e lunedì 13 luglio. Il 27 maggio le fiamme hanno danneggiato l'Ecologica Tredi di Legnago (Verona), la Ddb di Limbiate in Brianza («Erano in sei con le taniche di benzina in mano, ne hanno gettata anche addosso al guardiano che è stato anche ferito ad una mano ma è riuscito a scappare e a nascondersi, poi hanno dato fuoco al capannone», raccontò il titolare Tommaso De Bellis) e la Mansider di Pontedera nel Pisano (due uomini incappuccati).

L'altro giorno di fuoco è il 13 luglio. Fuoco alla Rosso di Fossano (Cuneo), allo stoccaggio di Marianna Mantovana e al deposito di plastiche da riciclare della Seta di Settimo Torinese.
Per dimensioni, per paura e per effetto mediatico spiccano il capannone distrutto una decina di giorni fa, sabato 26 settembre, alla Ceccato di Castelfranco (Treviso), i danni alla Recuperi Molisani di Pozzilli vicino a Isernia (3 settembre), l'attentato di domenica 30 agosto all'impianto di compostaggio della Fertitalia di Villa Bartolomea (Verona).

Ma ecco l'elenco completo degli eventi degli ultimi sei mesi. Sono disposti in ordine decrescente, dal più recente al più remoto nel tempo.
4 ottobre, Aulla (Massa-Carrara). Fiamme alte, fumo, odori nauseabondi, timori di nubi tossiche ad Albiano Magra. L'incendio divampato poco dopo le 20 ha provocato danni gravissimi all'impianto di trattamento di rifiuti urbani della ditta Mauro Costa.
26 settembre, Castelfranco Veneto (Treviso). L'incendio ha distrutto un capannone di 4.000 metri quadri pieno di rifiuti alla Ceccato Recycling.
9 settembre, Capurso (Bari). Forse un corto circuito, secondo le prime rilevazioni, all'origine dell'incendio che ha colpito la Ricreo sulla via Casamassima.
3 settembre, Calcinato (Brescia). Un'alta colonna di fumo denso e nero si è alzata alle 19 dalla Specialrifiuti, che opera nel recupero e nello smaltimento di rifiuti urbani pericolosi (pile esauste, farmaci scaduti, lampade al neon esauste, televisori e componenti elettronici).
3 settembre, Ravanusa Canicattì (Agrigento). Danneggiato il Centro comunale di raccolta della Dedalo Ambiente. Le fiamme sono divampate intorno alle 16,30.
3 settembre, Pozzilli (Isernia). Molte proteste per il fumo dell'incendio della Recuperi Molisani.
30 agosto, Villa Bartolomea (Verona). Colpita un'azienda di compostaggio con 4.000 metri cubi di rifiuti organici. I danni provocati dalle fiamme sono di milioni di euro.
29 agosto, Robilante (Cuneo). Danni all'Idea Granda Rifiuti, stabilimento specializzato nello smaltimento e nel trattamento di rifiuti industriali e speciali.
29 agosto, Giugliano (Napoli). Le Resit, tra i comuni di Parete e Giugliano al confine tra la province di Caserta e Napoli, è stata spetto colpita da incendi.
9 agosto, Gaggio Montano (Bologna). L'impianto Cosea, l'unica società del bolognese di servizi ambientali non inglobata ad Hera, potrebbe avere subito un fenomeno di autocombustione, non raro.
4 agosto, Santa Croce sull'Arno (Pisa). Alla Waste Recycling un'esplosione alla macchina trita-rifiuti-speciali ha sviluppato un incendio, forse per la presenza di materiale infiammabile nascosto tra i rifiuti.
2 agosto, Aviano (Pordenone). Plastica da riciclare in fiamme alla Snua. Pochi mesi prima l'impianto di trattamento rifiuti e compostaggio era stato danneggiato da un altro incendio.
22 luglio San Marco in Lamis (Foggia). Una decina i mezzi distrutti hanno creato molti problemi all'Edil Verde di Apricena.
20 luglio, Carignano. L'impianto del consorzio rifiuti Covar14 ha subito l'incendio di alcune cataste di idoni vuoti.
13 luglio, Fossano (Cuneo). Il fumo che si è sviluppato alla Rosso è stato analizzato e l'Arpa a accertato che “i risultati non hanno riscontrato livelli di allarme”.
13 luglio, Marianna Mantovana (Mantova). Fiamme alla Mantovambiente.
13 luglio, Settimo Torinese (Torino). Danni alla Seta Spa.
9 luglio, Tolentino (Macerata). In località Piane di Chienti danneggiato lo stabilimento dei consorzio rifiuti Cosmari.
28 giugno, Novate Milanese (Milano). Un grosso incendio nella notte ha colpito circa mille metri quadrati di deposito di rifiuti di raccolta differenziata nella Rico-Eco, in via Beltrami.
17 giugno, Aielli Avezzano (L'Aquila). Tre ore di lavoro per i vigili del fuoco per spegnere un incendio divampato in un capannone adibito allo stoccaggio di rifiuti, di proprietà di un imprenditore della zona.
11 giugno, Asciano (Siena). Nella notte fiamme nell'impianto di selezione dei rifiuti urbani indifferenziati di Pian delle Cortine, di Sienambiente.
6 giugno, Parma. In tre anni, per la seconda volta incendio alle linee dell'Iren.
5 giugno, Este (Padova). Il fumo dell'impianto di compostaggio della Sesa suscita paura; interviene il sindaco Giancarlo Piva.
5 giugno, La Loggia (Torino). Danni alla Cmt, specializzata nelle attività di selezione e ricupero di plastica, carta e altri materiali.
2 giugno, Ponte Rio (Perugia). Incendio alla Gesenu, la società mista pubblico-privato di Perugia in cui l'azionista privato è l'imprenditore dei rifiuti Manlio Cerrone.
2 giugno, Roma. Danni gravi all'impianti Tmb dell'Ama a Roma Salaria.
27 maggio, Legnago (Verona). I vigili del fuoco sono intervenuti poco dopo le 14 per un incendio di un capannone dell'Ecologica Tredi.
27 maggio, Limbiate (Monza). Ignoti danno alle fiamme impianti della Ddb di via XX settembre nel quartiere Pinzano.
27 maggio, Pontedera (Pisa). Nella notte tra mercoledì 27 e giovedì 28 maggio due uomini incappucciati sono entrati nel piazzale della Mansider e hanno dato fuoco a 70mila pneumatici.
22 maggio, Crotone. La sera in località Passovecchio bruciano i rifiuti nel piazzale della Sovreco.
22 maggio, Bagnolo (Reggio Emilia). In via Torricelli per cause accideentali brucia un compattatore di rifiuti nell'Alubel.
24 aprile, Collegno (Torino). Alla Publirec Amiat in zona Savonera devono intervenire ben 11 squadre di pompieri.
12 aprile, Vinovo (Torino). La Farid produce macchine per il trattamento dei rifiuti.
30 marzo, Montalto di Castro (Viterbo). Fiamme nello stabilimento Vallone, leader nel riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici.
22 marzo, Piove di Sacco (Padova). In località Sant'Angelo alla Cocciarielli bruciano materiali riciclabili.

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