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A Santo Stefano d'Aspromonte la scuola è legalità (infranta)

Una stele intitolata ai giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Scopelliti, uccisi dalle mafie, è stata distrutta meno di 36 ore fa - e poi riparata - in piena notte, da sconosciuti, in un istituto scolastico di Santo Stefano d'Aspromonte (Reggio Calabria). Lo ha denunciato ieri Adriana Musella, Presidente del Coordinamento antimafia Riferimenti. La stele era stata inaugurata lo scorso 23 maggio dall'allora amministrazione comunale nell'anniversario della strage di Capaci.

«L'atto perpetrato in sfregio alla memoria e al valore dell'impegno antimafia – ha dichiarato Adriana Musella – deve ritenersi ancor più grave perché consumato all'interno di un istituto scolastico. Il Coordinamento Riferimenti fa presente alle autorità competenti uno strano clima che si respira nella cittadina aspromontana dove nello spazio di pochi mesi la comunità di recupero Exodus viene sfrattata dalla nuova amministrazione comunale dopo ben 25 anni, parte dei consiglieri comunali è dimissionaria e una stele alla memoria antimafia del nostro Paese distrutta all'interno di un plesso scolastico. Alla luce di tutto ciò il Coordinamento chiede un attenta verifica del risultato elettorale».

Nel tardo pomeriggio la notizia che la targa era stata riparata dall'amministrazione.
«Riteniamo che la migliore risposta a simili gesti - ha dichiarato il sindaco Francesco Malara - sia l'avvenuto e immediato ripristino di quello che a questo punto non è solo il simbolo della legalità nazionale ma anche della civiltà della nostra comunità, per cui non abbiamo inteso privarcene per nemmeno una sola giornata. Non solo. Siamo anche disposti - qualora qualcuno non avesse recepito il suddetto simbolico ripristino - ad una sua maggiore rappresentatività facendo una stele più grande e trovando una collocazione migliore sotto gli occhi di tutti, ad esempio nella piazza principale del Paese.

Ciò premesso, non è ammissibile l'atteggiamento di coloro che per motivi personali hanno provato a strumentalizzare tale questione auto investendosi di una assurda arroganza al fine di gettare discredito su un intero Paese che dovrebbe appartenere anche a loro o che comunque al momento li ospita. In noi è preminente ed è altissimo il senso dell'Istituzione ed essa in tutte le sue forme va rispettata e difesa - al di là delle beghe e degli interessi personali o politici, che in tali situazioni, andrebbero comunque messe da parte – da tutti coloro che tentano di infangarla, siano essi vandali o comunque disseminatori di odio e di illegalità travestiti da paladini di interessi che, nei fatti, sono solo personalissimi».

r.galullo@ilsole24ore.com

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