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Quanto sei vegano? Sei vegoloso, vegano radicale o consapevole?

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Quanto sei vegano? Sei vegoloso, vegano radicale o consapevole?

Viviamo un momento storico in cui sono le cosiddette “celebrity” a influenzare la cultura pop molto più dei medici specialisti, come nel caso delle diete. Per quali motivi diventare o essere vegani si è elevato a fatto di costume non più di nicchia ma di massa? Proprio perché si giova di personaggi espressione di un'etica che per paradosso “incarna” dei sentiment diffusi nella società: il bene per gli animali e per il Pianeta, il bene per se stessi attraverso l'attenzione a depurare il corpo.

Sono elementi dettati prima dai trend setter della cultura pop, diventati poi anche testimonial del veganesimo, come Umberto Veronesi e Lorenzo Cherubini/ Jovanotti. Anche le campagne di opinioni di giornali autorevoli seguono una linea editoriale dettata dal “Vegan Go Glam”, come di recente titolava anche il “New York Times” . Peraltro si tratta di un' adesione meno dogmatica delle ideologie poiché non è obbligatorio esserlo per sempre, quindi più consona ai bisogni della società liquida.

I dati
Il regime alimentare vegano attualmente fa più tendenza ed è in costante aumento. Si stima, infatti, che nel mondo, vegetariani inclusi, siano almeno un miliardo e stiano aumentando in molti Paesi. Sono presenti soprattutto in India, dove raggiungono quota 30 per cento della popolazione e in aumento in Germania, che sembra essere il Paese più vegetariano d'Europa, con circa 7 milioni. Anche in Italia, stando ai dati raccolti dal “Rapporto Eurispes” 2014, che mette insieme vegani e vegetariani, sarebbero almeno il 7,1 per cento della popolazione, pari a circa 4,2 milioni di persone (erano 3 milioni e 720 mila circa nel 2013). Risulta che più di quattro milioni e mezzo di persone ( il 6%) in Italia hanno abbandonato la carne e il pesce, in nome di norme etiche e regole salutiste, una rinuncia a tutti i prodotti animali condivisa soprattutto da giovani e donne.

Le ragioni che stanno dietro il “cibo della rinuncia come scelta” sono solo in parte etiche e salutistiche, afferiscono anche alla ricerca di un gusto meno robusto e più leggero. L'ultima indagine Eurisko racconta anche chi sono i vegani: vivono soprattutto a Nord-Ovest (36%), abita in grandi città (13%), occupa posizioni dirigenziali (25%) ed è una donna (58%) tra i 45 e i 54 anni (28%), spesso in possesso di una laurea (17%). Da questi ultimi viene scelta più per ragioni ecologiche, poiché ha un impatto più favorevole sull'ambiente, che salutistiche: non garantirebbe di fatto benefici maggiori in termini di prevenzione rispetto alla dieta vegetariana.

Per i giovani, scegliere la strada vegetariana o vegana è anche un modo di affermare la propria autonomia. Una forma di consapevolezza del mutato costume nazionale colto dai ristoranti che si sono ormai impadroniti della tendenza; all'inizio spopolava soprattutto tra gli etnici orientali, abituati a contrassegnate i piatti vegetariani o vegani già dal menù, così come si usa per quelli piccanti. In grandi città come Torino, dove si è inaugurato il primo Fine Vegan Fast Restaurant, sono sempre più presenti nei menù lasagne al sugo di seitan e torte Sacher senza burro. Inoltre le manifestazioni si moltiplicano: il 4 ottobre la Notte Veg è stata celebrata in molti Comuni, il 10 e l'11 la Mi-Veg si terrà per i milanesi, dal 31 ottobre al 1° novembre il Vegan Day sarà a Padova.

Se il veganesimo per molti non è né un'ideologia e neppure una religione, è comunque importante per chi decide di sceglierlo avere la certezza di quel che si compra. “VeganOk” è stata la prima società di certificazione nel campo, dal 2009, e ha già certificato 400 aziende, per lo più produttori di alimenti a base di soia. Gli italiani che li consumano alimenti sono il 40 per cento: si inizia con la panna vegetale (15%), si prosegue con le bevande sostitutive del latte (conosciute da tutto il campione dell'Eurisko, e scelte regolarmente dal 14%), per poi passare ai piatti pronti (12%). Ma il 54 per cento dei consumatori di soia ha iniziato solo nell'ultimo anno, aggiungendosi ai compratori storici, che hanno aumentato gli acquisti. E le scelte alimentari non progrediscono più gradualmente, con gli onnivori che diventano prima vegetariani e poi vegani, ma con un salto e una discontinuità repentini.

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