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Cittadinanza, alla Camera voto finale il 13 ottobre

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Cittadinanza, alla Camera voto finale il 13 ottobre

Il voto finale sul ddl sulla cittadinanza ci sarà martedì prossimo a partire dalle 10,30. Oggi il dibattito alla Camera è andato avanti fino alle ore 16 con l'esame degli ordini del giorno. La decisione è stata adottata dalla capigruppo della Camera che ha respinto la richiesta della Lega di ampliare l'esame del numero degli emendamenti nella seduta di oggi avendo già accolto la richiesta di maggior tempo per discutere gli ordini del giorno e i tempi complessivi di discussione. Alla luce delle tensioni di ieri (con l’espulsione del capogruppo della Lega Massimiliano Fedriga) la presidente della Camera Laura Boldrini ha richiamato i gruppi a comportamenti consoni durante la diretta tv prevista per le dichiarazioni di voto. Intemperanze e strappi rispetto alla ripartizione dei tempi prevista, in sostanza, comporterebbero l'immediata sospensione della seduta.

Lega protesta: legge per acchiappare 1 milione voti
Dura la reazione del Carroccio. La Lega è scesa in piazza davanti la Camera dei Deputati con uno striscione con sopra scritto: «Cittadinanza per gli immigrati, svendete il paese per un milione di voti». Molti deputati della Lega hanno partecipato alla manifestazione a partire dal capogruppo Massimiliano Fedriga che ieri era stato espulso dall'Aula durante il dibattito sul ddl cittadinanza.«Pensiamo che l'integrazione non si faccia tramite la cittadinanza, ma che la cittadinanza sia la certificazione di una integrazione avvenuta» ha detto Fedriga, secondo il quale le forze che sostengono la legge, Pd in primis, «stanno solo cercando di crearsi un nuovo bacino elettorale, perché evidentemente gli italiani non li votano più».

Camera respinge emendamento soppressivo ius soli
L'aula della Camera ha respinto con 365 no l'emendamento soppressivo della legge sulla cittadinanza presentato dalla Lega. I sì sono stati 49, 2 gli astenuti. L'esame del provvedimento va avanti ed è previsto si concluda oggi stesso. Il voto finale è stato fissato per martedì 13.

Per gli over 20 tempi più lunghi per ottenere cittadinanza
Intanto il ddl ha subito qualche ritocco in Aula. Si allungano ad esempio i tempi per ottenere la cittadinanza per i nati in Italia o arrivati nel nostro paese prima dei 12 anni che abbiano superato i venti anni all'approvazione delle nuove norme sulla cittadinanza. È quanto previsto da un subemendamento della relatrice messo a punto in comitato dei nove della commissione Affari Costituzionali che porta da 60 giorni (inizialmente previsti da un subemendamento della Commissione) a 6 mesi il tempo a disposizione del ministero dell'Interno per rilasciare il nulla osta.

Verso ius soli soft
Il disegno di legge è a un passo dal via libera. A fine settembre si era sbloccato l'impasse in commissione Affari costituzionali alla Camera sul cosiddetto “Ius soli soft”, grazie ad un accordo di maggioranza, con l'ok a due emendamenti, presentati da Sc e Ncd, che modificano il testo: si tratta dell'obbligo della frequenza per i minori di 5 anni di un ciclo scolastico e del vincolo del permesso di soggiorno di lunga durata. Con le nuove norme arrivano regole più semplici per concedere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati. In base al ddl - che comunque deve ancora approvato in aula alla Camera e deve poi passare all'esame del Senato - i bambini stranieri nati in Italia acquisterebbero la cittadinanza se almeno uno dei due genitori «è in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo».

I minori nati in Italia senza questi requisiti, e quelli arrivati in Italia sotto i 12 anni potranno comunque ottenere la cittadinanza se avranno «frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica». I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, invece, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo».

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