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Il day after di Marino, «Sto bene». Dimissioni rinviate a lunedì

«Sto molto bene, vado a celebrare un matrimonio». Così Ignazio Marino, arrivando in Campidoglio per il suo primo giorno di lavoro dopo le annunciate dimissioni. Il sindaco ha poi ha aggiunto in una nota: «Leggo su alcuni quotidiani frasi virgolettate che mi vengono attribuite. Le smentisco categoricamente: si tratta di falsità che non ho mai pronunciato». E riferendosi a varie ricostruzioni fatte oggi da diversi quotidiani ha annunciato querele. «Vedo che si parla di mie telefonate con Matteo Orfini che nella giornata di ieri non sono mai avvenute, vedo mie frasi su inesistenti mail di Walter Veltroni - ha scritto ancora Marino nella nota - in cui mi si attribuisce che “ora farò i nomi”. Tutto ciò è falso e sono costretto ancora una volta a procedere con le querele oltre alle richieste di danni in sede civile». Marino rimarrà in carica ancora venti giorni per svolgere l'attività di ordinaria amministrazione prima dell'arrivo di un commissario nominato dal prefetto.

Dimissioni Marino rinviate a lunedì
I venti giorni che intercorrono tra le dimissioni del sindaco e la nomina di un commissario scattano dal momento in cui le dimissioni vengono protocollate. Dovevano esserlo oggi. Ma dopo un giallo pomeridiano, una nota del Campidoglio ha annunciato che il sindaco «formalizzerà le sue dimissioni dall'incarico nella giornata di lunedì 12 ottobre», consegnandole nelle mani della presidente dell'Assemblea capitolina, Valeria Baglio. Secondo il vicesindaco Marco Causi le dimissioni di Marino sarebbero state protocollate oggi. Ma la notizia è stata smentita di fatto dalla presidente dell'Assemblea Capitolina, Valeria Baglio, che ha dichiarato: «Non appena sarà depositata la lettera di dimissioni ne sarà data comunicazione ufficiale».

Sel: disposti a verifica, ma Marino cambi rotta
Il primo cittadino dimissionario, nella sua lettera di addio, ha affacciato la possibilità che nei prossimi venti giorni si possano ricostruire le condizioni politiche per ritirare le dimissioni. Ma è un’ipotesi che al Pd non prendono neanche in considerazione. «Temo - ha detto il vicesindaco di Roma, Marco Causi - che la situazione che si è creata a Roma renda difficile una ricomposizione della crisi» nei 20 giorni prima dell'arrivo del commissario prefettizio in Campidoglio. Eppure da Sel, che fino a ieri era pronta a presentare una mozione di sfiducia a Marino se il sindaco non si fosse dimesso, oggi sono arrivati segnali di disponibilità a un ripensamento. «Noi vogliamo andare avanti con il programma elettorale: è giusto chiedere al sindaco un cambio di rotta, la verità, il rispetto del mandato. Altrimenti può anche confermare le sue dimissioni» ha scritto infatti su Facebook Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio.

Marino al lavoro, chiudere subito pratiche Giubileo
Chiudere le 'pratiche' ancora aperte in Campidoglio, portare a termine gli atti amministrativi per non farli decadere, con una particolare attenzione alle gare per il Giubileo che hanno tempi strettissimi. Queste, a quanto si apprende, le priorità del sindaco dimissionario. Il primo cittadino ha chiesto ai suoi assessori di portare a Palazzo Senatorio nei prossimi giorni tutti i provvedimenti avviati da chiudere in 20 giorni: dai lavori pubblici, al sociale.

Causi: lunedì o martedì giunta straordinaria sul Giubileo
Lunedì o martedì si terrà una riunione straordinaria della Giunta per discutere alcuni interventi legati al Giubileo. Ad annunciarlo è stato il vicesindaco di Roma Marco Causi. «Si terrà una Giunta straordinaria -ha detto- per mettere in campo tutti gli interventi relativi alle manuntenzioni dei treni delle metropolitane, degli autobus e dei tram che sono stati finanziati con i primi 10 mln dei primi 50 mln messi in campo ad agosto» per il Giubileo.

Osservatore Romano: unica certezza sono macerie
Intanto, a meno di due mesi dall’inizio del Giubileo, l’Osservatore romano, giornale della Santa Sede, non nasconde tutta la sua preoccupazione. E attacca: «Ora la capitale ha la certezza solo delle proprie macerie. E c'è una sola grande certezza: Roma davvero non merita tutto questo»

Firmato assegno 19mila euro per restituzione spese
Il sindaco ieri, prima di annunciare le sue dimissioni, ha firmato (come promesso) l'assegno per riconsegnare alla città di Roma i soldi spesi con la carta di credito in assegnazione al primo cittadino. Lo ha reso noto l'assessore uscente alla Trasparenza Alfonso Sabella, spiegando che l'assegno è di pari importo delle spese di rappresentanza addebitate sulla carta di credito del Comune a suo nome.

Pm Roma valutano accusa di peculato
Non si registrano accelerazioni, invece, sul fronte dell'inchiesta sulle presunte spese “irregolari” compiute da Ignazio Marino. Le verifiche, partite dopo gli esposti di M5s e Fratelli d'Italia, sono alle prime battute. A piazzale Clodio si ribadisce che di per sè la vicenda è chiara, in parte già congelata con la pubblicazione di ricevute e scontrini. La restituzione da parte di Marino dei fondi non eviterebbe alcuna l’indagine. Nel caso dovrà esser valutata dal giudice come attenuante.

Salvini: mi piacerebbe Meloni candidata
Intanto, in vista delle probabili elezioni nella primavera 2016, il Carroccio già scalpita. E il leader Matteo Salvini ha lanciato la candidatura di Giorgia Meloni. «La Lega correrà per la prima volta a sindaco di Roma - ha detto il leader della Lega - intervenendo questa mattina ad Agorà su Rai3 - Marino ormai era una macchietta. Il problema non è solo Roma, ma anche Milano, Bologna, Napoli. Il problema sono il Pd e i suoi amministratori locali. Io con Marchini non ho mai parlato. La Meloni mi piacerebbe se si candidasse, ma non esiste una sola candidatura».

Berlusconi: lavorerò per centrodestra unito
Anche Berlusconi ha rilanciato. «Lavorerò fin da oggi per offrire agli elettori un centro-destra unito e vincente, con un programma di governo della capitale tale da restituire alla città l'onore perduto», ha dichiarato il leader di Fi parlando delle prossime elezioni a Roma. E ha aggiunto: «Auspico che tutti i partiti della nostra coalizione si ritrovino al più presto per valutare, senza preconcetti, le migliori candidature. Spero che nessuno voglia sfuggire a questa responsabilità, privilegiando interessi di parte».

Speranza (Pd): primarie inevitabili per ricostruire Pd
In casa dem si fa sentire la minoranza interna. «A Roma si è consumata una profonda rottura tra città e Pd. Le primarie saranno per me inevitabili per provare a ricostruire. Non possono bastare decisioni calate dall'alto. È indispensabile ripartire dalla nostra gente» ha dichiarato Roberto Speranza.

Manca numero legale, assemblea capitolina sconvocata
Intanto a Roma è caos. L’Assemblea capitolina, convocata per oggi, per la discussione sui bus turistici, si è chiusa dopo il primo appello per mancanza del numero legale. La presidente dell'Aula Valeria Baglio usando la dicitura “apprezzate le circostanze”, ha ritenuto non fosse il caso di procedere con altri appelli e ha dichiarato chiusa la seduta.

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