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Inchiesta Maugeri, sequestrato un palazzo in Argentina:…

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il processo a formigoni

Inchiesta Maugeri, sequestrato un palazzo in Argentina: «Acquistato con i fondi neri di Daccò e Simone»

Un palazzo di 14 piani sequestrato in Argentina. È il colpo di scena nel processo che vede imputato Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, con l'accusa di corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere. Il caso giudiziario è quello noto dei 70 milioni di fondi neri pagati dalla clinica Maugeri di Pavia e dal San Raffaele di Milano agli intermediari Pierangelo Daccò e Antonio Simone, che si adoperavano, secondo la procura di Milano, per fare attività di lobby al Pirellone e girare a loro favore le delibere finanziarie regionali delle “funzioni speciali non tariffabili”, riconosciute alle case di cura più prestigiose.

Il provvedimento che riguarda il palazzo di Rio Cuarto, chiamato Torre Massei, è parte di quel maxi sequestro (da 49 milioni, cui 39 relativi al caso Maugeri e 7,6 riconducibili al caso San Raffaele) richiesto un anno fa per recuperare i fondi, di cui è stato oggetto anche lo stesso Formigoni. Si ipotizza che l’operazione immobiliare sia stata realizzata con una parte dei fondi della clinica pavese e dell’ospedale milanese e che sia servita a pagare i due presunti faccendieri.

Su questo punto verrà sentita durante la prossima udienza Alessandra Massei, ex dirigente della Regione Lombardia, socia della società argentina Avenida Italia Construcciones, che ha realizzato l'operazione immobiliare.

Una parte del denaro che, secondo le ricostruzioni, sarebbe servito a pagare Daccò e Simone è transitata da due società. E proprio da una di queste, la Iuvans International Bv, considerata la cassaforte di Daccò, sono usciti 8 milioni, serviti a finanziare proprio la società immobiliare Avenida.

L'operazione ha visto la collaborazione inedita tra inquirenti italiani e argentini. La rogatoria internazionale è stata possibile grazie all'aiuto fornito dal giudice federale argentino Oyarbide. Sono stati sequestrati intanto tutti i documenti relativi ai conti correnti della Avenida, prevalentemente nella banca Hsbc.

Inoltre, dall'analisi dei flussi finanziari in Argentina emergerebbe che tra il 2014 e il 2015, già a processo avviato, nel conto corrente della Avenida sono entrati 400mila euro. Fatto su cui la Gdf dovrà ancora indagare. Ci sono altri due elementi interessanti per gli inquirenti. Daccò nel 2012 fece uscire dal suo conto 11 milioni verso una destinazione ignota, su cui l'indagato non ha saputo rispondere. Dal conto corrente di Formigoni in circa 5 anni non sono mai usciti soldi, se non per due volte e per cifre ridotte. L'ex presidente ha sempre parlato di una disponibilità liquida di denaro in suo possesso, lasciato dai genitori, ma secondo gli inquirenti le cose non tornano visto che il padre e la madre del politico sono morti prima che entrasse in vigore l'euro.

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