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Sinodo, padre Lombardi: «La pubblicazione della lettera dei 13 cardinali è un atto di disturbo»

La lettera dei 13 cardinali “conservatori” che in apertura del Sinodo hanno scritto al Papa avanzando critiche sull'organizzazione del Sinodo sta condizionando indirettamente il dibattito interno all'assemblea dei 270 tra porporati e vescovi. Oggi il portavoce padre Federico Lombardi, pur non confermando ufficialmente l'esistenza della lettera, è stato chiaro: «Chi a distanza di giorni ha pubblicato la lettera ha compiuto un atto di disturbo non inteso dai “firmatari”, almeno da alcuni dei più autorevoli», ha detto in apertura del briefing.

L'esistenza della lettera, che poneva dei dubbi su come il Sinodo era stato modificato nel suo funzionamento, così da preordinarne l'esito – questa l'osservazione dei cardinali firmatari – era stata rivelata già una settimana fa da Vatican Insider, ma poi la questione è nuovamente esplosa quando il blog del vaticanista Sandro Magister ha pubblicato un testo e una lista di nomi. Quattro di questi tredici cardinali hanno smentito, e altri quattro sono stati rivelati dalla rivista “America”. Insomma, la lettera esiste, ed è stata consegnata al Papa, ma ne stanno circolando diverse versioni, visto che nella preparazione è stata più volte modificata. Il testo finale sarebbe molto breve, e concentrato sui temi procedurali. In ogni caso la vicenda rivela lo stato d'animo che serpeggia tra i padri sinodali, che stanno per affrontare il nodo dei divorziati risposati, dove è prevedibile si consumino scontri aperti, come del resta sta accadendo da oltre un anno.

Padre Lombardi ha invitato i media a non «lasciarsi condizionare». Del resto i cardinali e i vescovi «possono fare osservazioni sulla metodologia del Sinodo che è nuova, non stupisce, ma una volta stabilita c'è l'impegno di tutti ad applicarla nel migliore dei modi. Ora il clima generale è positivo, e dobbiamo continuare a lavorare senza farci confondere». Le parole del portavoce tendono quindi a chiudere il caso, ma un cardinale italiano all'uscita dall'Aula rivela: «Questa mattina si parlava solo della lettera. Ma è un caso limitato, riguarda pochi, ora proseguiamo a lavorare».

Il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria dell'Economia – esponente di spicco dei conservatori – ha confermato di aver firmato, ma che ci sono state imprecisioni nella divulgazione. Ma la quesitone delle procedure del Sinodo (e della nomina della commissione che deve redigere la Relazione finale, che secondo i contestatori sarebbe a larga maggioranza composta da persone giudicate vicine al Papa, quindi progressisti) posta dai “13”, sulla quale il Papa ha già risposto, è il segnale che lo scontro in realtà non è sui divorziati – un nodo che sarebbe facilmente risolvibile e non intaccherebbe per nulla il futuro della Chiesa – ma forse sull'impostazione pastorale di Francesco, verso cui l'ala conservatrice non manca di avanzare riserve.

Poi c'è stato un altro fatto, anche questo rivelatore del nervosismo: il portavoce vaticano, su esplicita richiesta del cardinale Wilfried Fox Napier – leader dei “tradizionalisti” africani - ha affermato che il porporato smentisce quanto attribuitogli dal settimanale Crux, dove si afferma che Napier avrebbe «messo in questione il diritto di papa Francesco a fare questa scelta (la nomina della commissione sulla relazione finale, ndr)». Napier insomma chiede di «correggere affermando assolutamente il contrario: non mette in questione il diritto del Papa a scegliere questa commissione» incaricata dell'elaborazione dei testi sinodali.

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