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Disco verde al ddl sul finanziamento ai partiti. Bagarre in Senato

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palazzo madama

Disco verde al ddl sul finanziamento ai partiti. Bagarre in Senato

È legge il ddl Boccadutri sul finanziamento dei partiti: l’Aula del Senato lo ha approvato con 148 sì, 44 no e 17 astenuti. A favore hanno votato quasi tutti i gruppi: Sel si è astenuta (che in Senato vale come voto contrario), come i senatori del “Misto-L’Altra Europa con Tsipras” e Andrea Augello di Ap-Ncd, in dissenso dal suo gruppo. Maurizio Romani (Misto, ex M5S) ha votato a favore, mentre un’altra fuoriuscita grillina, Maria Mussini, ha votato contro. Il Movimento Cinque Stelle ha votato no, con il senatore Vito Crimi che non ha partecipato al voto con questa motivazione: «Io a questo banchetto dove vi spartite i soldi, non voglio partecipare».

Sbloccati i finanziamenti per il 2013 e 2014
L’esame è stato rapidissimo: il Pd non ha fatto mistero che il varo della legge fosse una priorità. Modificando l’articolo 9 della legge 96/2012, il provvedimento interviene infatti sul finanziamento ai partiti sbloccando 45 milioni di euro, anche per le formazioni politiche che nel 2013 e nel 2014 non hanno presentato un bilancio certificato e intervenendo sulla funzionalità della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. Secondo il testo, «per lo svolgimento dei compiti ad essa affidati dalla legge la Commissione può altresì avvalersi di cinque unità di personale, dipendenti della Corte dei conti, addette alle attività di revisione, e di due unità di personale, dipendenti da altre amministrazioni pubbliche, esperte nell’attività di controllo contabile».

Del Barba (Pd): «Noi trasparenti, dal M5S fiction del fango»
«Il Pd ha rivendicato come grazie al proprio intervento ora vi siano più controlli e trasparenza sui bilanci dei partiti e ha accusato il M5S di fare «fiction del fango». «Vuoi vedere, suggeriscono i senatori del M5S, che i furboni dei partiti hanno nascosto i bilanci o non hanno ottemperato alle disposizioni di legge?», ha chiesto in Aula. «Assolutamente falso. Sono stati presentati per tempo con tutte le pezze giustificative, corredati di certificazione pari ai bilanci delle società che si quotano in borsa. Una autentica rivoluzione di cui noi del Pd siamo orgogliosi protagonisti e a questo proposito invito a verificare queste parole andando sul nostro sito. Vuoi vedere allora, provano ancora a dire i nostri amici grillini, che i partiti stanno cercando di evitare i controlli? Il ddl fa esattamente il contrario: assegna le risorse umane necessarie perché i controlli vengano fatti, proprio come richiesto da chi presiedeva la commissione di garanzia. E allora che facciamo? Come costruiamo la fiction? Comunque si parla di soldi ai partiti: montiamo la macchina del fango, qualche cosa succederà». Mentre «il M5S è l’unico partito a non aver presentato i bilanci, unico a non aver diritto ai rimborsi, unico a violare la legge che oggi abbiamo emendato».

Morra (M5S): «Una legge infame»
In Aula è stata bagarre. Mentre Del Barba parlava, si sono levate proteste dai banchi del Movimento Cinque Stelle al grido di “Ladri”. Parole durissime, nella dichiarazione di voto, quelle pronunciate da Nicola Morra: «Dopo una giornata prosaica per diversi aspetti mi avete ricordato una poesia, Bocca di rosa, che per associazione ricorda questa Boccadutri che è una legge infame. Bocca di Rosa che cantava l’ipocrisia su alcuni vigliacchi e disonesti di sesso femminile che si nascondevano dietro l’ipocrisia provinciale di un paese perché comunque “dovevano prender l’osso”. E l’osso qual è? La pila, gli sghei, i quattrini, i soldi che state razziando perché dovete fare reddito di cittadinanza per voi, per i vostri partiti».

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