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Legge di stabilità, Dombrovskis: «L’Italia non sposta…

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i commenti alla manovra

Legge di stabilità, Dombrovskis: «L’Italia non sposta tasse da lavoro a proprietà»

«In linea generale la Commissione consiglia agli Stati di spostare la tassazione dal lavoro a tasse che danneggiano meno la crescita come quelle sulla proprietà, sui consumi e sul capitale: l'Italia non sta andando in questa direzione e ora dobbiamo discutere con le autorità italiane quali sono le ragioni di questa scelta e le potenziali implicazioni». È con queste parole critiche che il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombroviskis ha commentato la legge di stabilità varata oggi dal governo Renzi. Poi ha aggiunto che l'esecutivo Ue «ha diverse settimane per analizzare e arrivare alle nostre conclusioni sui progetti di bilancio e sulle richieste avanzate da alcuni Stati per usare flessibilita' per l'attuazione delle riforme, per la spesa per investimenti e le spese addizionali per far fronte alla crisi dei rifugiati».

Brunetta (Fi): da Renzi annuncite e propaganda spudorata
Duro il commento anche di Renato Brunetta capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, che su twitter ha scritto: «Conferenza stampa Renzi su Legge stabilità: annuncite pura, propaganda spudorata. Non c'e' una copertura vera. Vergogna!». Un tweet nel quale viene taggato anche il ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan.

Di Maio: manovra col segno più, più balle e più slogan
Non fa sconti neppure il M5s. «La nuova legge di stabilità parla di un'Italia con il segno Più. + slogan, + annunci, + balle. Niente abolizione Legge Fornero. Niente reddito di cittadinanza. Niente aiuti alle imprese ma solo annunci per il 2017. Niente soldi alla sanità e 2 miliardi in meno rispetto all'invecchiamento della popolazione». Lo scrive su Fb il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.

Guidi: ulteriore sforbiciata a tasse su cittadini e imprese
Difende a spada tratta l’impianto della manovra che parla di «un'ulteriore, sensibile sforbiciata alle tasse che gravano su cittadini e imprese» e di «un altro robusto pacchetto di misure a sostegno della crescita dell'economia per il rilancio dell'occupazione». E aggiunge: «La riduzione del peso fiscale fa un ulteriore passo in avanti dopo la manovra del 2015 (80 euro e Irap) grazie all'abolizione delle imposte sulla prima casa, al taglio al canone Rai, all'abbassamento dell'Ires, alle misure a favore delle piccole e medie imprese e all'eliminazione dell'Imu sui cosiddetti imbullonati».

Alfano: via Imu e Tasi, giù Ires, centrodestra c’è
Esulta anche Angelino Alfano, che su twitter scrive: «Buona #leggedistabilità. Chiara l'impronta di #centrodestra, la nostra impronta. Altro che cambiare Governo, noi #cambiamoItalia». E in un altro tweet aggiunge: «Via Imu e Tasi, giù Irpef e Ires, 1 mld per famiglie, innalzamento soglia uso contante. Il centrodestra al governo c'è #cambiamoItalia».

Cgil: è manovra con quattro segni meno
La manovra è bocciata dalla Cgil «Attendiamo di conoscere il testo del disegno di legge di Stabilità per poter esprimere un giudizio compiuto, ma dalle parole del premier e dalle slide emerge un Paese con quattro segni meno». Così il sindacato di corso d’Italia, secondo cui ci sono «meno libertà per i lavoratori», a partire dal fatto che sulle pensioni non c'è flessibilità, «meno lotta all'evasione, meno sanità e meno lavoro e salario».

Sel: operazione elettorale degna di Berlusconi
Simile il commento negativo di Sel. «Meno risorse sulla sanità - 4 miliardi rispetto al Patto per la salute - meno risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, meno equità sulla prima casa, meno flessibilità per i lavoratori sull'uscita dal ciclo lavorativo, meno lotta all'evasione fiscale con l'innalzamento dell'uso del contante a 3000 euro» attacca capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto. E aggiunge: «Soprattutto, nessun programma di rilancio degli investimenti pubblici, visto che i soldi verranno messi sulla cancellazione della Tasi per tutti». Lo fa parlando di «un'operazione dal sapore elettorale che imita il miglior Silvio Berlusconi».

Fassina: manovra berlusconiana
All’attacco anche l’ex deputato Pd Stefano Fassina, per il quale «dietro i fuochi d'artificio del governo, i titoli noti rendono evidente il fine elettorale, giocato su maggiore iniquità sociale e altri colpi al welfare». L'Italia seconda Fassina ha invece «urgente necessità di un piano per il lavoro. Arriva invece una manovra senza impatto espansivo, attenta agli interessi più forti». Di qui il giudizio tranchant: «È una manovra berlusconiana per segno elettorale e sociale».

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