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Il Papa visita il dormitorio dei clochard. E dal Sinodo arriva la…

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Il Papa visita il dormitorio dei clochard. E dal Sinodo arriva la proposta: una commissione “ad hoc” sui divorziati

Papa Francesco ha fatto visita ai clochard ospitati nel dormitorio di via dei Penitenzieri, vicino al Vaticano, recentemente inaugurato e nato proprio per sua volontà. Bergoglio è andato nella struttura ieri sera, intorno alle 19, al termine dei lavori sinodali e si è intrattenuto con gli ospiti una ventina di minuti. Il Papa è stato accolto dall'Elemosiniere, Konrad Krajewski, da mons. Diego Ravelli della Elemosineria, da padre Adolfo Nicolás, padre Generale dei Gesuiti e da padre Joaquim Barrero, superiore della Comunità della Curia Generalizia, dalle tre suore di Madre Teresa e alcuni volontari che gestiranno la nuova struttura.

I locali sono stati messi a disposizione dalla Casa Generalizia della Compagnia di Gesù. Bergoglio ha salutato singolarmente tutti gli ospiti, una trentina, che erano riuniti nella saletta comune e che poi si sono disposti vicino ai loro letti mentre il Papa visitava il dormitorio e gli altri locali di servizio. Francesco si è trattenuto per una ventina di minuti con gli ospiti, «visibilmente commossi e felici della sua visita». Il dormitorio era stato inaugurato il 7 ottobre scorso e sta già funzionando regolarmente. È gestito dall'Elemosineria Apostolica e può ospitare fino a 34 uomini, che vi potranno pernottare per un massimo di trenta giorni, usufruendo della cena offerta presso la vicina Casa “Dono di Maria”, in Vaticano, gestita sempre dalle suore di Madre Teresa, che offre 50 posti letto per le donne.

Messaggio del Pontefice alla Fao
Intanto il Papa ha mandato un messaggio per i 70 anni della Fao. Nel messaggio Francesco denuncia: «A due terzi della popolazione mondiale manca una protezione sociale anche minima. Nel corso dei viaggi e delle visite pastorali, ho avuto numerose occasioni di ascoltare queste persone esprimere le loro difficoltà, ed è naturale che io mi faccia portavoce delle gravi preoccupazioni che mi hanno confidato. La loro vulnerabilità ha ripercussioni molto pesanti sulla vita personale e familiare, già gravata da tante contrarietà o da giornate estenuanti e senza limiti di tempo, diversamente da quanto accade per altre categorie di lavoratori» rileva Francesco, ricordando che la «pace sociale, vale a dire la stabilità e la sicurezza di un determinato ordine», di fatto «non si realizza senza un'attenzione particolare alla giustizia distributiva, la cui violazione genera sempre violenza». Per questo Bergoglio si rivolge oggi «ai Governi e alle Istituzioni internazionali» chiedendo loro di «operare tempestivamente, facendo tutto il possibile, per quanto dipende dalla loro responsabilità».

Dal Sinodo la proposta di una commissione per studiare il nodo dei divorziati
Intanto dal Sinodo sula famiglia, arrivata alla fine della seconda settimana, arriva una proposta: per sciogliere i nodi relativi ai divorziati risposati si potrebbe ipotizzare la creazione di una commissione di studio. Uan decisione, questa, che spetterebbe comunque al Papa. Ieri pomeriggio e oggi (nei circoli minori) è proseguito il dibattito e sulla questione che sta monopolizzando il dibattitto l'aula e' tornata a dividersi tra chi - sono esempi citati da Bernd Hagenkord, della sala stampa vaticana, nel corso del briefing quotidiano - ha sottolineato che «i fedeli aspettano una parola chiara di verita' e amore sul matrimonio e la famiglia contro le manipolazioni ideologiche e le facilitazioni politiche» e chi ha evidenziato la necessita' di «accoglienza, accompagnamento, comprensione, partecipazione e integrazione, coefficienti necessari per la storia di discepoli che si fanno samaritani». E c'e' anche sostenuto che sarebbe «piu' prudente», per affrontare la questione, creare una «commissione di esperti».

Dibattito dentro e fuori dal Sinodo
La creazione di una commissione spesso è la via d'uscita per rinviare un decisione (o non prenderla affatto) ma non è il caso di papa Francesco, che per esempio un anno fa creò una comissione per la riforma del processo di nullità matrimoniale, e al termine die lavori ha varato la riforma. Insomma, questa ipotesi potrebbe prendere piede ed entrare nella relazione finale, che sarà completata nel corso della prossima settimana e messa ai voti sabato prossimo. Ma intanto il dibattito prosegue, dentro e fuori dal Sinodo. «Come ha detto il Papa all'inizio, il sinodo non è un Parlamento e non procede per accordi o compromessi ma per confronti che forniscano ragioni convincenti. C'è un clima molto bello di ascolto profondo, reciproco come sempre avvenuto nei nostri sinodi. Credo che procederemo molte energicamente su questa strada anche per affrontare questi problemi diciamo un pochino più impegnativi e scottanti», ha dichirato all'Ansa l'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, rispondendo alla domanda se i vescovi riuniti al sinodo troveranno un consenso sul tema dei divorziati risposati in discussione in questi giorni. «Spero almeno in una piccola apertura, ma non posso dire come sia la maggioranza al Sinodo. Non so valutarlo. Comunque alla fine deciderà il Santo Padre», ha osservato il cardinale e teologo tedesco Walter Kasper, ex presidente del dicastero vaticano per l'Unità dei cristiani, che un anno e mezzo propose una “via penitenziale” per far accedere i divorziati risposati ai sacramenti. «Molti sono d'accordo, ma altri sono contrari. Ma ci sono grandi attese in alcuni paesi, grandi attese. Non si possono deludere i fedeli», afferma in una pausa dei lavori. Kasper, tra i capofila dei riformisti sul tema della comunione ai risposati, non vuole spingersi oltre e non formula previsioni. «La discussione in aula c'è stata, ora se ne parlerà anche nei Circoli Minori - sottolinea -. Non so dire quale sarà l'esito, ma per me esiste il concetto di speranza».

Il Vescovo di Gand: apro la porta per iniziare a camminare
Si arriverà a una soluzione del dilemma che divide il Sinodo sul tema della riammissione dei divorziat risposati alla comunione? «Penso di sì, ma non oggi, non subito», risponde alla Radio Vaticana il vescovo di Gand, in Belgio, monsignor Lucas Van Looy che spera in «un cammino che può arrivare a certe posizioni che saranno condivise da tutti». «Però, se tu mi dici oggi: “Apri la porta”, io rispondo: Non chiudo nessuna porta. Ma non è che perché la porta è aperta che debbo concedere ogni cosa: la porta la apro per cominciare a camminare, e questo è il modo più sano, più cristiano». Per il presule, occorre individuare le modalità di un cambiamento nella disciplina «senza correre il rischio di snaturare il Magistero o la Dottrina». «Non si tratta sempre di un o/o, ma di un e/e, cioé di una cosa e l'altra, ed è proprio il cammino pedagogico che può risolvere - assicura - queste questioni poco per volta».

Nessun messaggio di chiusura su gay
Dal Sinodo non arriverà «alcun messaggio di chiusura» agli omosessuali, dice l'arcivescovo di Perugia, il cardinal Gualtiero Bassetti, in un'intervista a Umbria24. «Mi sento di dire con assoluta pacatezza e certezza che per la Chiesa esistono le persone nella loro interezza, nella loro intima dualità di anima e corpo e non ci sono individui di serie A o di serie B. Dal Sinodo - assicura Bassetti - non verrà certo alcun messaggio di chiusura ma si discuterà di tutti i temi presenti nell'Instrumentum laboris tra cui la necessità di una maggiore attenzione pastorale verso le persone con tendenza omosessuale: uomini e donne che, in quanto figlie di Dio, dovranno essere accolte nella Verità con rispetto e delicatezza, evitando ogni discriminazione». Ca.Mar.

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