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I legami criminali internazionali

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LA VICENDA

I legami criminali internazionali

Ci mancavano solo i Narcos colombiani. Dopo le varie mafie italiane impegnate da anni in uno sforzo espansivo alla conquista di nuovi spazi vitali nell'Italia del Nord e in Germania, è sempre più evidente come personaggi di spicco dei Narcos dei vari cartelli Colombiani trovino nell'Italia settentrionale un habitat particolarmente favorevole alla conduzione delle proprie attività di «narcoexport» e al riciclaggio. Almeno due sono gli arresti di spicco di importanti trafficanti negli ultimi due anni. Il primo è quello di Domenico Antonio Mancuso Hoyos, doppia cittadinanza italiana e colombiana, del Bloco Catatumbo delle Autodefensas Unidas de Colombia(Auc, uno dei principali gruppi paramilitari del paese), avvenuto a Imperia, nell'agosto del 2014, il secondo è quello avvenuto ieri, di Ramirez Melendez Fernsterbein Fernando, Alias “Fexter”, Bloccato a Udine. Entrambe le operazioni sono state condotte dall'Interpol, dai Gico (i gruppi d'investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza), con la collaborazione dei servizi di intelligence delle Fiamme gialle. La pericolosità dei due soggetti, ricercati dalle forze dell'ordine della Colombia per strage, sicariaggio, tentati omicidi, banda armata, sequestri di persona, sembra poco adattarsi con l'aura di rispettabilità con cui entrambi si erano inseriti nel contesto sociale locale.

Imperia Mancuso Hoyos, considerato responsabile di non meno di 130 omicidi (e ciononostante dai giudici imperiesi sottoposto al «duro regime» degli arresti domiciliari) serviva messa regolarmente alla parrocchia di Santa Maria Maggiore nel rione di Castelvecchio. «Fexter», invece, alle luci tremule delle candele votive prediligeva quelle stroboscopiche dei nightclub e dei discoclub. Disc jockey di professione, Fexter non viveva certo da latitante, gestiva almeno tre profili facebook che ora traboccano di messaggi di solidarietà, incoraggiamento e affetto da parte dei suoi 2.500 amici. Dal canto suo Mancusi, è nipote di Salvatore Mancuso Gòmez, detto «el mono», la scimmia, comandante delle Auc i gruppi paramilitari comandati da Mancuso che su mandato dei grandi proprietari terrieri colombiani combatterono i guerriglieri dell'Ejército Popular de Liberación, le Fuerzas Armadas Revolucionaria de Colombia (Farc) e l'Ejercito de Liberacion Nacional, Eln. «El Mono» in Italia è stato coinvolto in passato in almeno due inchieste di rilievo: la prima della procura di Catanzaro, battezzata Decollo, la seconda è un'operazione congiunta dell'americana Drug enforcement agency, della polizia spagnola e di quella italiana, battezzata Galloway Tiburon.

Fexter, invece agiva come luogotenente del leader della banda dei Rastrojos, gang criminale attiva nell'Isola di San Andrés, nel Dipartimento di Antioquia, di cui Medellin è il capoluogo.Viene da chiedersi la ragione che ha portato questi due ricercati a scegliere proprio le due città ligure e friulana e l'Italia, per nascondersi dalle squadre catturandi dell'Interpol. Una ragione potrebbe essere la prossimità ai confini: Francia, ma soprattutto Montecarlo, dove pare Mancusi avesse intenzione di acquistare un hotel, Croazia e Slovenia per Fexter. Ma soprattutto la dimensione delle due città. Abbastanza grandi per non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine di presidio al territorio, abbastanza a misura d'uomo per condurre un'esistenza tranquilla. Gli investigatori tuttavia non sono persuasi di una scelta di quiescenza dei due, al contrario sembrano ritenere che possano essere gli ufficiali di collegamento delle organizzazioni d'origine nelle relazioni commerciali intrattenute con le cosche calabresi presenti nella zona.

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