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Papa Francesco: «I tempi cambiano, anche noi dobbiamo farlo»

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sinodo sulla famiglia alla stretta finale

Papa Francesco: «I tempi cambiano, anche noi dobbiamo farlo»

Poche parole, ma chiare: «I tempi cambiano e noi cristiani dobbiamo cambiare continuamente», con libertà e nella verità della fede, ha detto il Papa all'omelia della messa del mattino, celebrata alla Domus Santa Marta, prima dell'inizio della penultima Congregazione Generale del Sinodo sulla Famiglia. Francesco ha riflettuto sul discernimento che la Chiesa deve operare guardando ai «segni dei tempi», senza cedere alla comodità del conformismo, ma lasciandosi ispirare dalla preghiera. «I tempi - ha detto testualmente - cambiano e noi cristiani dobbiamo cambiare continuamente. Dobbiamo cambiare saldi nella fede in Gesù Cristo, saldi nella verità del Vangelo, ma il nostro atteggiamento deve muoversi continuamente secondo i segni dei tempi. Siamo liberi. Siamo liberi per il dono della libertà che ci ha dato Gesù Cristo. Ma il nostro lavoro è guardare cosa succede dentro di noi, discernere i nostri sentimenti, i nostri pensieri; e cosa accade fuori di noi e discernere i segni dei tempi».

Le parole del Papa non possono che essere lette anche in controluce su quanto sta accadendo dentro l'Aula Nuova del Sinodo, dove in queste ore si sono confrontati vescovi e cardinali per l'ultima occasione pubblica di intervento sul testo in via di perfezionamento e che sarà votato domani pomeriggio. Questa mattina ci sono stati ben 51 interventi, segnale che le divisioni sono ancora presenti, nonostante tutti (o quasi) cerchino di mandare segnali distensivi a favore di un testo “equilibrato”. Il nodo maggiore resta naturalmente attorno ai divorziati risposati, su cui al momento spicca l'ipotesi avanzata all'unanimità dal circolo tedesco di adottare la linea – già presente nell'enciclica di Giovanni Paolo II Familiaris Consortio – del “foro interno”, cioè della confessione, per avviare un “discernimento caso per caso”, e procedere quindi a una eventuale riammissione alla comunione (tutto tratto dalla Summa di San Tommaso d'Aquino, sul quale non dovrebbero esserci delle riserve…). «Forse non ci sarà l'unanimità, non si può avere il consenso su tutto» nel momento in cui si andrà a votare il testo finale al Sinodo dei Vescovi, al rush finale, ha evidenziato il cardinale Gerald Lacroix, arcivescovo di Québec. «È bello che ci siano diversi punti di vista. Del resto le nostre sono riflessioni presentate al Papa che avrà l'ultima parola», ha aggiunto. «Idee diverse che saranno incanalate verso la convergenza», ha aggiunto monsignor Lucas Vanloy, vescovo belga di Gent. E se anche non ci sarà consenso su tutto, ha detto ancora il cardinale africano Peter Turkson, «noi abbiamo imparato a apprezzare il punto di vista degli altri. E questa è la sinodalità».

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