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Mineo lascia il gruppo Pd al Senato: «Mi considerano…

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passa al gruppo misto

Mineo lascia il gruppo Pd al Senato: «Mi considerano incompatibile»

Corradino Mineo, senatore dem da tempo animatore della fronda antirenziana, lascia il gruppo Pd per aderire al gruppo Misto. Lo strappo è maturato al termine di un confronto in seno al gruppo sulle regole di convivenza interna, con Mineo sul banco degli imputati con l'accusa di non essersi quasi mai attenuto, ad esempio il voto sulle riforme, alla linea ufficiale del partito. «Da oggi lascio il gruppo, auguro buon lavoro ai senatori Democratici e continuerò la mia battaglia in Senato, cominciando dalla legge di Stabilità che, come dice Bersani, “sta isolando il Pd”», ha annunciato oggi l'ex giornalista Rai, ufficializzando l’addio.

Contro Zanda: mi definisce “incompatibile”, come deluderlo?
Nello spiegare le sue ragioni Mineo ha chiamato in causa il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda, che ieri, avrebbe dedicato al “caso Mineo” l'intera assemblea dei senatori «senza avvertire né me né altri di quale fosse l'ordine del giorno». Nel corso della riunione Zanda avrebbe cercato in particolare «di ridurre le mie posizioni politiche a una semplice questione disciplinare, stilando la lista dei dissidenti “buoni”, Amati, Casson e Tocci e del cattivo, Mineo». «“Il Pd non espelle nessuno”, ha detto Zanda, ma nelle conclusioni ha parlato di “incompatibilità” tra me e il lavoro del gruppo. Non espulsione, dunque, ma dimissioni fortemente raccomandate. Come deluderlo?», ha chiosato Mineo.

La critica alla minoranza interna: prima getta il sasso poi ritira la mano
In un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook Mineo è tornato a spiegare la sua decisione, causata soprattutto dalle scelte del segretario-premier che «ha modificato geneticamente il partito, provocando una scissione silenziosa, aprendo a potentati locali e comitati d'affare, e usando la direzione come una sorta di ufficio stampa di Palazzo Chigi». In un altro passaggio, l’ammissione di aver votato «troppe volte in dissenso: sulla scuola, la riforma costituzionale, l'Italicum, il jobs act, la Rai». Ruvido il commento per l’atteggiamento della «nutrita minoranza interna» al Pd, che dopo aver fatto intendere di condividere « alcune delle mie idee, si è ormai ridotta a un gioco solo tattico, lanciando il sasso (ieri sulla legge costituzionale, oggi sulla legge di stabilità) per poi ritirare la mano».

Fassina: un abbraccio a Mineo per la sua coerenza
Stefano Fassina, deputato ex Pd ed ex sottosegretario all’Economia del governo Letta, è stato tra i primi a congratularsi via Twitter per l’abbandono del partito da parte i Mineo. «Un abbraccio a Corradino Mineo per la sua coerenza e sofferenza. Ripartiamo insieme per dare voce a lavoro, scuola e partecipazione democratica», li legge nel tweet. Interpellato alla Camera sulla possibile nascita di nuovi gruppi parlamentari della sinistra, che riuniscano Sel e gli ex Pd, Fassina ha confermato che «c’è un processo in corso e in rapida evoluzione, alla Camera come al Senato. Un processo legato anche al passaggio della legge di Stabilità, in vista della quale stiamo lavorando a proposte emendative unitarie». Ci saranno nuove uscite dai gruppi Pd? Per Fassina, cui «non piace fare numeri», ci sono « riflessioni in corso, con tutto il travaglio individuale che scelte del genere comportano».

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