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Boeri: «Tagli del 50% per i vitalizi dei politici sopra…

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PENSIONI

Boeri: «Tagli del 50% per i vitalizi dei politici sopra 8omila euro»

Il capitolo pensioni della legge di Stabilità 2016 interviene anche sul fronte degli esodati con una nuova misura di salvaguardia (la n. 7 dall’entrata in vigore della riforma delle pensioni Monti-Fornero) senza però risolvere del tutto il problema «perché il tema è stato affrontato in modo tale per cui rischiamo di avere uno strascico: già ci sono forti pressioni per una ottava salvaguardia». A dirlo è il presidente dell'Inps Tito Boeri, intervistato da Lucia Annunziata a ”In mezz'ora” (Rai3).

Proccuparsi anche degli esodati delle piccole imprese
Facendo una stima delle risorse a disposizione, Boeri ha ricordato che la settima salvaguardia costerà circa 1,5 mld. Ma «la platea si continua ad allargare» e «la pressione sarà sempre forte fin quando viene garantito un trattamento di vantaggio». Una soluzione potrebbe essere quella di permettere «flessibilità in uscita» ma «equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. Per farlo dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima». Occorre «preoccuparsi dei veri esodati, soprattutto i lavoratori di piccole imprese dove non c'erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì bisognerebbe trovare strumenti di sostegno al reddito».

Manovra deludente
Boeri non ha nascosto la sua delusione sulla manovra, già criticata a caldo al momento dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri, registrando comunque qualche timido passo in avanti in materia di assistenza, in linea con la proposta Inps introdurre in Italia un sistema di reddito minimo garantito. Poco o nulla invece per quanto riguarda la riforma del sistema pensionistico favorendo la flessibilità in uscita, «se non l’impegno a riprendere il tema nel 2016».

Taglio fino al 50% per vitalizi dei politici sopra gli 85mila euro
Parlando dei vitalizi dei politici, Boeri ha confermato che la proposta Inps è quella di prevedere una riduzione fino al 50% per gli assegni «oltre 80-85mila euro all'anno», ipotesi contenuta nel pacchetto di misure avanzate a giugno al governo per una riforma complessiva delle pensioni. La platea coinvolta, alla fine, sarebbe piccola, «circa 200mila persone», ha precisato Boeri, elencando, oltre a politici, «dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato, altre categorie...».

Sì a contributo da parte di chi ha goduto di privilegi
Il quadro previdenziale italiano, ha sottolineato il presidente Inps, impone interventi sui trattamenti pensionistici alti avendo come riferimento, non l'importo della pensione, ma il rapporto tra i contributi versati e la pensione stessa, individuando quelle che in passato possono essere «situazioni di privilegio». «A chi ha importi elevati e ha goduto di trattamenti di favore è giusto richiedere un contributo, anche se limitato, parziale...», ha detto il presidente dell'Inps.

Sbagliato definire Inps «un carrozzone»
Il presidente Inps ha poi difeso l’istituto da lui diretto («è sicuramente una macchina importantissima, perchè gestisce qualcosa di molto importante che riguarda la vita degli italiani») e dipendenti («hanno passato la vita a dare aiuto agli italiani») anche se ha ammesso che «qualcosa non ha funzionato». Insomma «è un errore definirlo carrozzone: sulla cattiva reputazione dell'Inps pesa il fatto che è al fronte per migliorare la vita degli italiani».

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