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Bankitalia: calo debito prosegua anche dopo 2016. Mantenere…

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AUDIZIONE IN SENATO

Bankitalia: calo debito prosegua anche dopo 2016. Mantenere «limite basso» a tetto contante sui money transfer

«Se si vuole mantenere e consolidare la fiducia di mercati, è importante assicurare una riduzione del debito chiara, visibile e progressiva nel tempo». Questa la priorità indicata alle commissioni Bilancio di Camera e Senato dal vicedirettore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla legge di Stabilità 2016. Parlando del nuovo tetto a pagamenti in contante, innalzato da 1.000 a 3.000 euro. Signorini ha consigliato il mantenimento di un «limite basso», e in ogni caso di un «limite più severo per talune attività più a rischio riciclaggio, in particolare il money transfer.

Tetto contante, effetti macroeconomici «senza evidenza empirica»
Spiegando le ragioni che suggeriscono il mantenimento di un limite basso per i pagamenti in contante Signorini ha sottolineato la necessità di ostacolare in questo modo i fenomeni di criminalità ed evasione, anche se ha ammesso che al momento non esiste una «base analitica o empirica sufficiente per precisarne il valore ottimale», così come «l'esistenza di effetti macroeconomici della soglia sui consumi non è sorretta da chiara evidenza empirica». Secondo Signorini «i limiti all'uso del contante non costituiscono, ovviamente, un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, specie per il grande riciclaggio, ma introducono un elemento di difficoltà e di controllo sociale» che possono ostacolare «forme minori di criminalità e di evasione». Per Bankitalia «l'esistenza di una soglia scoraggia in via generale una circolazione di banconote troppo ampia, tale da fornire materia a transazioni illecite».Più in generale, il legislatore dovrebbe comunque garantire un forte incentivo alle transazioni effettuate con carte di pagamento «riducendo i relativi costi e le commissioni a carico degli esercenti».

Azione su debito inscindibile da politica orientata alla crescita
Per conseguire il target di riduzione del debito a partire dal 2016, priorità indicata in apertura del suo intervento, Signorini ha insistito sulla necessità di «tenere sotto costante controllo l'andamento del bilancio nel corso dell'anno», e di «attuare in pieno le misure di copertura», un obiettivo che potrà essere centrato portando in porto privatizzazioni e conseguendo «una crescita del prodotto in linea con le previsioni».Nello scenario programmatico del Governo la previsione di crescita del Pil nominale è del 2,6%: dunque, «i margini non sono elevati», e «non si possono escludere venti contrari in arrivo da un eventuale peggioramento della congiuntura globale. L'azione sui conti pubblici è pertanto inscindibile da una politica orientata alla crescita».

Da abolizione Tasi effetti positivi su consumi famiglie
Parlando della Tasi sulla prima casa, il vicedirettore generale di via Nazionale ha evidenziato come la sua abolizione prevista dalla legge di Stabilità 2016 «potrebbe avere effetti di incentivazione dei consumi circoscritti alle famiglie soggette a vincoli di liquidità», ma ha anche ricordato che «una valutazione complessiva dell'intervento deve tenere conto anche delle sue conseguenze sull'efficienza del sistema di finanza decentrata».

Per crescita meglio tagliare carico fiscale su lavoro
Altro tema toccato nel corso dell’audizione sono state le misure maggiormente in grado si favorire la crescita italana anche nel medio periodo. Signorini ha suggerito di puntare sulla riduzione del carico fiscale sui fattori della produzione piuttosto che alleggerire le imposte sul patrimonio. «Alcune di queste misure incluse nel disegno di legge di Stabilità hanno natura temporanea, quali gli incentivi contributivi alle assunzioni e quelli agli investimenti, e sono già previste per l'anno prossimo, mentre l'azione strutturale è prevista dal 2017». Garantire gradualità all’abolizione degli sgravi contributivi pe ri neoassunti «potrà contribuire a evitare bruschi effetti di discontinuità temporale e ad accompagnare la ripresa ciclica dell'occupazione», ha aggiunto Signorini. La misura, introdotta con manovra del 2015 , «ha favorito non solo una ricomposizione dell'occupazione a favore di contratti a tempo indeterminato, ma anche una lieve espansione dei livelli occupazionali complessivi».

Crescita Pil 2015 superiore alle previsioni: possibile centrare l’1%
Per il futuro dell’economia italiana, le propsettive appaiono rosee. «Le informazioni piu' recenti - ha spiegato Signorini aprendo la sua relazione - confermano la prosecuzione della ripresa in Italia e nell'area dell'euro; gli ultimi dati italiani fanno pensare che la crescita del pil quest'anno sarà superiore alle previsioni e potrà avvicinarsi all'uno per cento. I rischi maggiori sono che il rallentamento delle economie emergenti si aggravi e abbia effetti piu' seri sulle economie avanzate di quanto è successo finora», ha poi concluso.

Upb: previsioni 2016 in linea, troppo ottimistiche quelle 2017-2018
Dopo Bankitalia è stata la volta dell’Ufficio Paralemnatre per il bilancio (Upb), che ha “promosso” le previsioni macroeconomiche programmatiche per il 2016, definite «in linea» con il panel dell'Upb, «anche se con tendenza a piazzarsi «nei limiti superiori» della forbice. Nel 2017-2018, invece, ha spiegato il presidente Upb, Giuseppe Pisauro, si rileva una «scarsa prudenzialità della previsione», che appare «eccessivamente ottimistica». Secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio ci sono dei «rischi che riguardano il quadro delle variabili esogene internazionali» che potrebbero incidere sulla crescita dell'economia italiana.

Incertezze legate a calcolo una tantum ed entrate privatizzazioni
Parlando alle commissioni Bilancio Pisauro ha poi correlato la presenza nella legge di Stabilità 2016 di clausole di salvaguardia per i prossimi anni comporta con «la difficoltà di interpretate i programmi di medio periodo della politica di bilancio». «Su quello che avverrà dopo» c'è quindi «un margine di dubbio importante». Un altro «elemento di dubbio» è costituito dal calcolo delle una tantum. Anche sulle privatizzazioni, nel 2016 il target dello 0,5% di Pil dovrebbe essere raggiunto con le privatizzazioni in cantiere di Enav e Fs, ma per gli anni successivi - ha aggiunto Pisauro - «non abbiamo informazioni: è un elemento di potenziale rischio».

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