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Expo, Renzi: «Sarà un centro mondiale della genomica e dei…

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investimento da 1,5 mld in 10 anni

Expo, Renzi: «Sarà un centro mondiale della genomica e dei big data. Pronti 150 milioni all’anno per 10 anni»

Il progetto del governo per il dopo Expo a Milano è quello di «un grande centro di ricerca mondiale sulla genomica, i big data, la nutrizione, il cibo, la sostenibilità». Un centro nel quale «lo Stato è pronto a investire 150 milioni all'anno per i prossimi dieci anni». A Milano per presentare il piano del governo sull’utilizzo dell’area Expo il premier Matteo Renzi ha annunciato un progetto a lungo termine per l’area di Rho. Durante l’ incontro al Piccolo Teatro dedicato al futuro del sito espositivo, il premier ha detto che bisogna impegnarsi per «evitare che questa area diventi lo spazio del nostro rimpianto. Lo spazio c'è tutto. A noi il compito di non sciuparlo. Il progetto Italia 2040 è un programma ambizioso».

Expo simbolo di chi non si rassegna
«L'Expo è stato simbolo di chi non si rassegna ed è stato un grande successo», ha sottolineato Renzi presentando il progetto. L'Expo «ha restituito l'orgoglio di realizzare l'impresa», ha detto il premier citando Paul Claudel e «la filosofia di costruttori di cattedrali». Secondo il premier, «pur con una velocità diversa, quanto si è fatto per l'Expo rappresenta per l'Italia ciò che nel Medioevo era una grande impresa per le generazioni future». Il premier ha anche ringraziato il commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala, facendo anche un riferimento implicito alla possibile candidatura del manager a sindaco di Milano. Poi ha ringraziato per la riuscita dell'Expo le istituzioni locali, rappresentate dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. E poi ha elencato nei ringraziamenti anche gli ex premier Prodi, Berlusconi, Monti e Letta, oltre all'ex sindaco Moratti e all'ex governatore Formigoni. «Vorrei ringraziare anche la magistratura di Milano - ha detto Renzi - che ha avuto grande sensibilità nel far rispettare le leggi e il rispetto delle istituzioni».

A regime al lavoro fino a 1.600 ricercaori
Il piano ”Human technopole Italy 2040” del governo illustrato dal premier prevede la realizzazione di un centro mondiale per gli studi su genomica, big data, nutrizione, cibo e sostenibilità che a regime dovrebbe arrivare a impiegare circa 1.600 ricercatori, mettendo insieme «discipline diverse, dall'alimentazione alla robotica allo studio dei genomi del cancro, dove al centro ci sia l'uomo». Il simbolo di «un nuovo Umanesimo» ha sottolineato Renzi, spiegando che fino ad ora si sono creati solo centri su singole discipline e non interdisciplinari.

Le rassicurazioni alle Autonomie locali: nessun «esproprio» in vista
Rivolgendosi al Governatore Maroni, che alla vigilia della manifestazione al Piccolo Teatro aveva definito il progetto per il dopo Expo un esproprio proletario, Renzi ha assicurato che dal governo centrale non ci sarà «nessun esproprio». «Nella parte immobiliare - ha spiegato Renzi - il compito di fare le regole spetta alle autorità locali. Noi diamo la disponibilità se ritenete che l'intervento del governo serva, se richiesto anche con la Cassa depositi e prestiti». Renzi ha però bocciato il progetto dell'agenzia del Demanio di un trasferimento di uffici pubblici in un ”Federal building”: «è un progetto serio e rigoroso, lo apprezziamo, ma non ha respiro internazionale».

Milano può essere locomotiva d’Europa
«Non siamo disponibili a lasciare questa bell'area in mano ai campanili. È inaccettabile per l'Italia, sarebbe tanto più inaccettabile per Milano che può essere la locomotiva economica d'Europa», ha detto Matteo Renzi parlando del futuro dell'Expo. «Lo spazio per fare un capolavoro c'è tutto. A noi il compito di non sciuparlo», ha aggiunto il presidente del Consiglio. «Da qui al 2040 - ha proseguito il premier- non so come cambierà il mondo. Quello che so però è dove deve essere l'Italia per questo abbiamo una serie di partite aperte sul post Expo e penso a cosa può essere Milano capitale culturale. Sono certo che il governo ha un compito nei confronti di Milano. Per anni ha detto che noi eravamo quelli che sapevano solo rottamare ma dopo un anno e mezzo di lavoro - ha concluso Renzi - è chiaro che c'è un disegno organico di riforme. L'Italia deve tornare ad essere facile e bella e non può limitarsi ad avere delle singole manifestazioni».

Riforme: in 20 mesi quello che è stato rimandato per 20 anni
Il premier ha parlato anche del successo della stagione di riforme: «Negli ultimi 20 anni l'Italia ha parlato tutti i giorni di riforme e negli ultimi 20 mesi le riforme sono state realizzate». «Non esprimo un giudizio di merito - ha aggiunto parlando sul palco del Piccolo - c'è chi apprezza e c'è chi contesta, ma in 20 mesi si è fatto ciò che è stato rimandato per 20 anni».

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