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Cambiamenti climatici, Boldrini: la politica trovi coraggio

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Cambiamenti climatici, Boldrini: la politica trovi coraggio

Esperti, esponenti politici e istituzionali, rappresentanti delle associazioni ambientaliste, studiosi, imprenditori e giovani. Sono i protagonisti dell'incontro organizzato stamattina dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini, (Sala della Regina a Montecitorio, con diretta webtv) dal titolo: «COP21 La sfida che non si può perdere – L'Italia e l'Europa verso la Conferenza di Parigi». Duplice l’obiettivo dell’iniziativa. Da una parte contribuire ad accendere i riflettori su un appuntamento storico come quello che prenderà il via nella capitale francese il 30 novembre, dall'altra raccogliere idee e proposte per il dibattito sui cambiamenti climatici che si terrà in Aula a Montecitorio nelle prossime settimane, tra le riforme costituzionali e la Legge di Stabilità. La XXI Conferenza delle Parti (COP 21) è organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Ad aprire l'incontro è stata la Presidente Boldrini, mentre l'intervento conclusivo è stato affidato al Ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti. Sono intervenuti, tra gli altri, Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, Francesco Rutelli, Presidente della Fondazione Centro Futuro Sostenibile, il Sindaco di Genova, Marco Doria, il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, Commissario straordinario del Parco Regionale dell'Appia Antica, Francesca Rocchi, rappresentante della Coalizione italiana Clima, che raggruppa le associazioni ambientaliste.

Boldrini: politica a Parigi trovi coraggio
«Spero che la politica a Parigi sappia trovare coraggio necessario di decidere e che lo faccia per il bene di tutta l'umanità». Così la presidente della Camera Laura Boldrini ha aperto il convegno odierno. Poi ha aggiunto: «Sono felice che in questa occasione, per la Cop 21, l'Ue arriva con una posizione comune: ha saputo trovare un terreno comune di intesa. È modello che dovremo seguire su molti altri ambiti. Questo, dimostra che la politica serve; e citando il Papa, “la politica serve perché il mercato da solo non garantisce l'inclusione sociale”. Per la tutela dell'ambiente - ha concluso - serve una politica gentile e autorevole, onesta e partecipata. Portatrice di una visione ideale sul futuro del nostro Pianeta».

Galletti: Italia porta a Parigi accordo ambizioso Ue
«Alla Cop21 l'Italia porterà l'accordo europeo, accordo ambizioso che si è chiuso sotto la presidenza italiana con un grande sforzo del premier Renzi: taglio di almeno il 40% della CO2 entro il 2030». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti a margine del convegno. E ha aggiunto: «Abbiamo bisogno di interventi immediati perché i cambiamenti climatici comporteranno sconvolgimenti di qui a breve. Per questo dobbiamo intervenire con forza nella messa in sicurezza del territorio, che è quello che stiamo facendo». In proposito il ministro ha ricordato gli accordi di programma con le Regioni da 800 milioni per opere subito cantieriabili.

Focus sui giovani
Un focus particolare riguarda il punto di vista dei giovani, della cosiddetta “climate generation”. Uno studente del liceo “Avogadro” di Roma prenderà la parola per lanciare un appello in vista della Conferenza di Parigi. E sempre ai giovani è dedicata la mostra legata alla campagna europea dal titolo “#WeAreTheClimateGeneration”, che verrà allestita proprio quel giorno alla Camera.

La sfida sul clima è ora e non si può fallire, «serve l'accordo perché la temperatura del pianeta non salga più di due gradi». Così, intervistata da Repubblica, la presidente della Camera Laura Boldrini ha lanciato oggi l'allarme alla vigilia della Conferenza di Parigi. «Il tema del cambiamento climatico non può essere delegato a nessuno, non è cosa riservata agli ambientalisti», ha sottolineato. «Ci riguarda tutti, ora, subito. A Parigi si deciderà il futuro, si deve uscire con un accordo che impegni gli Stati a non aumentare la temperatura del pianeta oltre i due gradi centigradi (e già così non si eviteranno gli effetti negativi di 200 anni di industrializzazione selvaggia). Non si può fallire, pena fenomeni irreversibili».

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