Depenalizzazione (quasi) al traguardo. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato due schemi di decreti legislativi in materia, attuando così in extremis la delega (che sarebbe scaduta il 17 novembre) prevista dalla legge 64/2014 per la riforma delle pene detentive non carcerarie e del sistema sanzionatorio. Il Cdm rischiava di registrare una divisione sulla portata delle depenalizzazioni, in particolare sull'inclusione o meno del reato di immigrazione clandestina, impasse poi superato dal premier Renzi che ha deciso di affidare la scelta al Parlamento.
Le resistenze di Alfano e Ncd
I dubbi sull'effettivo perimetro della riforma, presenti fino alla vigilia della riunione a palazzo Chigi &e causa dello slittamento del via libera già previsto al Cdm della settimana scorsa) sono arrivati soprattutto dal Nuovo Centrodestra. Sugli scudi, in particolare, il ministro dell'Interno Angelino Alfano, assolutamente restio ad appoggiare la depenalizzazione di tre fattispecie politicamente “delicate” come il reato di clandestinità, quello di mancato rispetto dell'autorizzazione per coltivazione di piante da cui ricavare sostanze stupefacenti (la coltivazione di Cannabis, per intendersi) e il reato di immissioni rumorose.
Orlando: su immigrazione “finestra di riflessione” in Parlamento
In conferenza stampa il Guardasigilli ha così spiegato che tra i reati per i quali è prevista le depenalizzazione non trova spazio quello di immigrazione clandestina, sul quale il governo ha preferito «lasciare aperta una finestra per una riflessione al Parlamento». «Questo reato - ha ribadito - non è depenalizzato: immaginiamo che nelle commissioni parlamentari si svilupperà una discussione che credo sarà importante rispetto alla decisione finale che assumerà il governo. È una previsione politica che faccio», ha concluso il Guardasigilli.
Esclusi reati che «tutelano interessi importanti»
Dai due Dlgs (che ora saranno trasmessi alle commisisoni parlamentaricompetenti per il parere, pe poi torneranno in Cdm per l’approvazione definitiva) vengono esclusi, nonostante siano puniti con la sola pena della multa o dell'ammenda, una serie di reati che «tutelano interessi importanti», ha spiegato il guardasigilli Andrea Orlando. In particolare, si tratta di reati in materia di edilizia ed urbanistica, ambiente, territorio e paesaggio, alimenti e bevande, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza pubblica, giochi d'azzardo e scommesse, armi ed esplosivi, elezioni, finanziamento ai partiti e proprietà intellettuale e industriale. «Con questi provvedimenti ci saranno ricadute positive - ha osservato il ministro - verranno decongestionati gli uffici, ridotto il numero di prescrizioni e verrà anche prodotto gettito per lo Stato» con il pagamento di sanzioni amministrative.
Interessati solo reati che oggi non prevedono la pena del carcere
L'obiettivo della riforma - conferma via Arenula in una nota diffusa nel pomeriggio, è in particolare «quello di trasformare alcuni reati di assai lieve entità (nessuno dei quali prevedeva il carcere) in illeciti amministrativi sia per rendere più effettiva ed incisiva la sanzione, assicurando al contempo una più efficace repressione dei reati più gravi, sia anche per deflazionare il sistema processuale penale». Il criterio generale seguito è quindi quello quello «di depenalizzare i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell'ammenda previsti al di fuori del codice penale e una serie di reati presenti invece nel codice penale».
Il ministero: attuazione delega attesa da toghe e avvocati
Nella nota, il ministero ricorda come l’attuazione della delega sia «sostenuta a gran voce da magistratura e avvocatura», ma con effetti positivi anche per i semplici cittadini, perchè a regime permettera di avere «sanzioni più rapide, incisive ed efficaci», garantendo in più allo Stato «entrate effettive «e risparmi per i costi dei tanti procedimenti». Un altro effetto benefico sarà poi il decongestionamento della giustizia penale, liberata da «migliaia e migliaia di procedure lunghe, spesso inutili e costose».
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