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Rientro capitali, disco verde definitivo della Camera al decreto legge

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Rientro capitali, disco verde definitivo della Camera al decreto legge

Semaforo verde definitivo dell’Aula della Camera al decreto legge sul rientro dei capitali dall’estero che proroga al 30 novembre (con una “coda” fino a fine anno) il termine di adesione alla voluntary disclosure e disinnesca la clausola di salvaguardia che avrebbe dovuto far scattare l’aumento delle accise sui carburanti. Il provvedimento, su cui il governo ha incassato nel primo pomeriggio la fiducia a Montecitorio, è stato approvato alla Camera con 251 voti a favore, 69 contrari e 4 astenuti.

La fiducia sul dl 153/2015 (la 45esima posta dal governo) era stata accordata dall’assemblea di Montecitorio con 313 voti favorevoli e 115 contrari. Le richieste di rientro dei capitali detenuti all’estero ai primi di novembre erano circa 80mila, molto vicine, quindi, all’obiettivo ipotizzato dall’Agenzia delle Entrate di 100mila procedure.

Il no di Sinistra italiana e M5S
Il M5S ha tentato invano la strada dell’ostruzionismo per impedire che l’esecutivo facesse «l’ennesimo favore ai grandi evasori». Sulla stessa linea anche Sinistra italiana, che ieri tramite il deputato Giovanni Paglia ha ricordato come con la «cancellazione del raddoppio dei termini» per l’accertamento da parte del Fisco, di fatto «chi ha occultato soldi se la caverà con una mini ammenda».

Adesione fino al 30 novembre, accertamenti entro il 2016
Il provvedimento prevede in particolare la proroga dal 30 settembre al 30 novembre 2015 del termine per l’adesione alla procedura di collaborazione volontaria per la regolarizzazione dei patrimoni detenuti all'estero. L'integrazione dell'istanza e la documentazione potranno essere presentate entro il 30 dicembre, anche per chi ha consegnato l'istanza entro il primo termine di fine settembre. L'Agenzia avrà comunque tempo fino al 31 dicembre 2016 per vagliare tutta la documentazione.

Stop alle clausole di salvaguardia per il reverse charge
Il decreto evita poi l’aumento dell'accisa sui carburanti che sarebbe dovuta scattare dal primo ottobre, come clausola di salvaguardia dopo la mancata autorizzazione da parte dell'Ue al meccanismo del reverse charge per l’Iva nella grande distribuzione. La misura, prevista dalla scorsa legge di Stabilità, valeva 728 milioni di euro, la cui copertura sarà assicurata proprio con le maggiori entrate dalla voluntary.


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