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«De Luca ha diritto-dovere di governare»

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«De Luca ha diritto-dovere di governare»

Roma - Attesa per la conclusione delle indagini della magistratura, dopodiché si valuterà. E per l’intanto pensare alle cose da fare. Dopo qualche giorno di silenzio il premier e segretario del Pd Matteo Renzi parla del caso che coinvolge il governatore della Campania Vincenzo De Luca, finito sotto la lente della Procura di Roma per un presunto caso di concussione per induzione, confermando la linea già lasciata trapelare da note ufficiose del Pd. Parla di De Luca, il premier, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha stanziato complessivamente 900 milioni per le emergenze della Campania, il dopo-Expo e il Giubileo. E lo fa senza aspettare l’ovvia domanda dei cronisti in sala: «La posizione del governo e del Pd rispetto alla vicenda che ha coinvolto il presidente De Luca è che la magistratura faccia il suo corso, noi abbiamo molta fiducia nella magistratura, e che De Luca ha la titolarità, il diritto e il dovere di governare quella terra. Non mi muovo di una virgola dalla solita posizione. Nel momento in cui i fatti giudiziari ci saranno, ne trarremo le conseguenze».

Garantisti fino a prova contraria, come sempre, nel frattempo si lavori. E se dal Pd si è ripetuto nei giorni scorsi che il caso del governatore campano non c’entra nulla con l’affaire Marino, ieri Renzi ha invece voluto accostare con un’allusione le due vicende: «Il mandato ricevuto dai cittadini è pieno e dunque De Luca lavori se capace, come ho detto in un’altra occasione». Insomma, mentre la magistratura fa il suo corso, il compito di De Luca è quello di risolvere le emergenze campane come invece non riuscì a fare l’ex sindaco Marino, poi sfiduciato dal Pd. La capacità di governare è l’unico parametro su cui si misura un amministratore. E De Luca ha sulla carta tutte le qualità per riuscire: «La Campania ha delle grandi sfide davanti a sé, e se c’è una persona che può fare della Terra dei fuochi una grande sfida quello è proprio De Luca». Dal Cdm, non a caso, è arrivato proprio ieri lo stanziamento di 150 milioni per la bonifica della Terra dei fuochi e 50 milioni per Bagnoli. «La nostra risposta è questa», dice Renzi. Un invito a fare le cose senza perdersi troppo in polemiche e attacchi. E anche se dal premier e segretario del Pd non è arrivata propriamente una “blindatura” (anzi, quell’accostamento buttato lì a Marino fa capire che nessuna strada al momento è esclusa), dopo giorni passati sulla graticola De Luca può comunque tirare un piccolo respiro di sollievo: «Renzi mi ha comunicato il via libera agli stanziamenti. Lo ringrazio e ora la sfida è nelle nostre mani: dobbiamo saper dimostrare che sappiamo risolvere un problema storico che ha sporcato l’immagine dell’Italia intera».

Certo il problema politico che il caso De Luca ha sollevato resta tutto, a cominciare dalla riflessione - comune a tutti nel Pd, anche a Renzi stesso - che probabilmente l’ex sindaco di Salerno non era la persona giusta da candidare per via della scure pendente della legge Severino (la sentenza della Consulta sul caso è attesa per dicembre). E ha un suo peso se, dopo giorni di sostanziale silenzio da parte della minoranza interna del Pd, ieri ha voluto dire la sua l’ex segretario Pier Luigi Bersani: «De Luca? Il quadro giudiziario ce l’ha la magistratura, il quadro politico ce l’ha o meglio spero lo abbiano il Nazareno e Palazzo Chigi. Facciamo tutti per il meglio. C’è stato comunque un errore iniziale molto grande: o cambi la Severino o cambi il codice etico del Pd».