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Forze speciali pronte a intervenire

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Forze speciali pronte a intervenire

roma

L’Italia passa al livello «2» di allerta terrorismo dopo l’attacco di ieri sera a Parigi. Il più alto finora. Ieri sera, dopo un colloquio tra il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e il direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza, Alessandro Pansa, è scattato un telegramma per i prefetti e i questori di tutta Italia. Il livello di allerta, dunque, già elevato da circa un anno, è stato innalzato ulteriormente, al massimo. Ai responsabili della pubblica sicurezza sul territorio è stata sollecitata l’azione più intensa possibile in termini di prevenzione, di controlli, di verifiche, di ordine pubblico: a tappeto. Scontata, tra l’altro, la necessità di un’attenzione totale per i luoghi di riferimento della Francia in Italia: ambasciata, consolati, centri culturali e di studio, a Roma e Milano in particolare. La straordinarietà della situazione ha imposto al Viminale anche di disporre un’indicazione di «pronto impiego immediato», per almeno 48 ore, delle squadre speciali di intervento: della Polizia di Stato, i Nocs (Nucleo operativo centrale di sicurezza); dell’Arma dei carabinieri, i Gis (Gruppo Intervento Speciale).

Il telegramma partito dal Dipartimento di Ps è stato anche inviato ai comandi generali dell’Arma, della Guardia di Finanza e del Coi, il comando operativo di vertice interforze del ministero della Difesa. Vigilanza massima su porti, aeroporti e stazioni, sedi diplomatiche, luoghi di culto, monumenti e musei, centri commerciali e luoghi di aggregazione, scuole e università di diversi paesi. Misure che accompagnano quelle già disposte, dopo l’aggressione a Milano di un cittadino ebreo, con una circolare inviata in mattinata a prefetti e questori per rafforzare le misure di sicurezza su tutti i luoghi e gli obiettivi riconducibili ad Israele e alla religione ebraica. «L’Antiterrorismo - ha reso noto Alfano - è in costante contatto con i colleghi francesi per seguire con estrema attenzione ciò che accade in Francia anche allo scopo di disporre ulteriori interventi preventivi». Oggi alle 9.30 è convocato presso il ministero il Cnosp (Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza), presenti il ministro e tutti i vertici delle forze dell’ordine e dell’intelligence. Considerata l’eccezionalità della situazione, la riunione del Cnosp sarà presieduta al Viminale dal premier Matteo Renzi. Un vertice non semplice: anche tra gli addetti ai lavori, persino i più navigati, è palpabile lo stupore per un attacco in terroristico in pieno stile militare, dalle dimensioni quasi inimmaginabili e sconcertanti, come quello di ieri a Parigi. Su twitter, presunti sostenitori dell’Is inneggiano con frasi come «tocca a Roma, Londra e Washington».

Ma la difficoltà immediata e concreta per l’Italia sta adesso nel definire quali altre ulteriori misure di controllo e di sicurezza possono essere disposte: oltre quelle, già imponenti, finora in atto. Gli allerta dell’Antiterrorismo partono in continuazione - è accaduto anche ieri fino a tarda sera - il sistema incrocia dati e informazioni, attiva meccanismi di controllo, finora ha tenuto. Gli esperti fanno notare come a Parigi siano cresciuti interi quartieri trasformatisi in luoghi di organizzazione dell’eversione islamica: «In certe zone la polizia d’oltralpe neanche può entrare» dice una fonte qualificata. A Roma come a Milano non è così, sottolineano. Tuttavia ora, senza dubbio, occorre trovare nuovi strumenti di controllo. Se possibile.

Non è facile, insomma, e tuttavia serve a poco ormai dire che «in Italia non è come in Francia». Le scene agghiaccianti viste ieri a Parigi impongono un sistema di intervento di pubblica sicurezza diverso. Non è escluso, a questo punto, che il governo valuti nuove misure di pubblica sicurezza. Ma l’incubo vero, a questo punto, diventa in pieno la celebrazione del Giubileo: occasione troppo ghiotta per qualunque terrorista. Il precedente di ieri di Parigi potrebbe far scattare un effetto emulazione, magari in qualche lupo solitario, anche se questa è un’ipotesi teorica, verosimile ma per nulla scontata. L’apertura della Porta Santa in Vaticano è prevista per l’8 dicembre, le misure predisposte finora dal ministero dell’Interno e dal prefetto della capitale, Franco Gabrielli, sono già di massima allerta. Ma gli attacchi di ieri di Parigi adesso obbligano comunque a rivedere i piani antiterrorismo predisposti finora in Italia. Nessuno immaginava le scene viste ieri in Francia, che adesso non possono non essere tenute in conto dai nostri esperti della pubblica sicurezza. È molto probabile che ci sarà un allargamento degli obiettivi da considerare sensibili, dunque a rischio e da proteggere. Ma non basta, è ovvio.

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