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Manovra, rischio mini conguaglio Tasi-Imu nel 2016

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Manovra, rischio mini conguaglio Tasi-Imu nel 2016

Nel caos della sanatoria delle delibere fiscali approvate in ritardo dai Comuni spunta l’ipotesi del conguaglio nel 2016, una sorta di replica della sfortunata esperienza della «mini-Imu» di inizio 2014 che in questo caso si ripeterebbe negli enti in cui gli aumenti sono stati approvati dopo il 30 luglio. L’idea è emersa ieri in Senato dopo che è diventata chiara l’inefficacia immediata del correttivo approvato in commissione Bilancio alla manovra, dal momento che la legge di Stabilità entra in vigore il 1° gennaio prossimo e non può imporre pagamenti maggiorati al 16 dicembre di quest’anno (come illustrato sul Sole 24 Ore di ieri). Dall’impasse, allora, si uscirebbe con un doppio calcolo: un saldo 2015 di Imu e Tasi, in scadenza a metà dicembre, basato sulle vecchie aliquote, e un successivo ritorno alla cassa nel 2016 per versare quello che manca.

Un meccanismo del genere sembra destinato a far infuriare i contribuenti, che sarebbero costretti all’ennesima caccia all’aliquota, ma anche Palazzo Chigi, che nelle ultime settimane ha stoppato i tentativi di infilare la sanatoria nei decreti salva-Regioni e voluntary disclosure. Lo stesso Renzi, quando ha presentato la manovra, ha puntato tutto sulla linearità dei tagli fiscali sul mattone, blindando anche con il congelamento delle aliquote nel 2016 il rischio di un aumenti compensativi. Richiamare i proprietari a pagare un pezzettino di Tasi anche dopo il «funerale delle tasse sulla prima casa» suonerebbe quindi contraddittorio tanto più che, in confronto al nuovo conguaglio, la mini-Imu del 2014 si rivelerebbe ex post un modello di chiarezza. Ora, infatti, bisognerebbe spulciare le 2.162 delibere approvate in ritardo da 866  Comuni per capire quando sono previsti aumenti, e per quali tipologie di immobili. Per evitare il problema torna l’ipotesi alternativa, avanzata ieri dalla relatrice alla manovra Federica Chiavaroli (Ap), di inserire la sanatoria «in un veicolo per farla entrare in vigore prima del 2016». Anche questa strada, visti i precedenti, pare in salita, e intanto continua l’incertezza dei sindaci, che devono chiudere i conti 2015 entro il 30 novembre e, senza sanatoria, devono farli quadrare rinunciando al gettito aggiuntivo.

Intanto la Bilancio prosegue la scrematura degli emendamenti. Due sole le approvazioni di ieri. Una prevede la possibilità di assumere tra i 500 funzionari della Pa anche i laureati in beni culturali. Con un altro emendamento viene corretto il nome del Fondo per il contrasto alla povertà, per rivolgerlo anche ai minori con l’etichetta di «Fondo per il contrasto della povertà minorile e educativa». Per le modifiche del Governo si attende ancora il Dl «salva-Regioni» destinato ad entrare in Stabilità. I lavori della commissione sono proseguiti per tutta la nottata con l’obiettivo di arrivare all’articolo 33, per poi riprendere oggi e chiudere l’esame degli articoli. Ma per le modifiche “sostanziali”, soprattutto su casa e Sud, si dovrà attendere la riunione prevista per domenica tra le relatrici Federica Chiavaroli (Ap) e Magda Zanoni (Pd), maggioranza e Governo. Per questo Giorgio Tonini (Pd) presidente della Commissione ha chiesto al presidente del Senato Pietro Grasso lo “slittamento” dell’approdo in Aula, finora previsto per lunedì. L’obiettivo sarebbe quello di chiudere martedì e inviare il testo all’Aula il giorno dopo per farla chiudere venerdì 20 novembre. Tra le riformulazioni delle relatrici attese per lunedì sarebbe in arrivo lo sconto Imu per le case in comodato d’uso ai figli e per quelle in affitto a canone concordato, in luogo dell’esenzione come inizialmente ipotizzato. Nella tagliola delle inammissibilità per carenza di coperture cade il prestito pensionistico. Tra i correttivi accantonati ma con chance di successo si segnalano i bonus per i marina resort,

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