Per l'Imu sulle seconde case in comodato ai figli o date in affitto a canone concordato si punta a possibili sconti di aliquote o detrazioni. Il nodo risorse sembrerebbe al momento obbligare il Governo ad accogliere soltanto in parte la richiesta dei senatori di esentare totalmente dal prelievo anche le abitazione lasciate ai figli come abitazione principale o affiatate a canone concordato. Mentre per evitare possibili elusioni per beneficiare delle agevolazioni si penserebbe a limitarne l'ambito di applicazione prevedendo che la seconda casa data al figlio o a canone concordato debba essere ubicata nello stesso comune.
Il caos delibere Tasi-Imu
Il nodo sarà sciolto tra domenica e lunedì quando le relatrici Magda Zanoni (Pd) e Federica Chiavaroli (Ap) recepiranno nelle loro riformulazioni degli emendamenti le indicazioni del Governo e della Ragioneria sulle possibili modifiche da introdurre al Senato nella stabilità. Dopo le maratone degli ultimi giorni che si sono concluse ieri pomeriggio tra accantonamenti e bocciature, i lavori proseguiranno in Commissione Bilancio lunedì pomeriggio per le prime votazioni sugli emendamenti delle relatrici e dunque sui temi principali. Che al Senato restano due: la casa e il Sud. Sul primo tema oltre alle agevolazioni per talune tipologie di immobili resta aperto il caos delibere Tasi e Imu prodotto con l'approvazione in Commissione dell'emendamento Pd che salva le delibere delle aliquote fiscali approvate dai comuni in ritardo (dopo il 30 luglio) e comunque entro il 30 settembre 2015. Se la sanatoria delle delibere dovesse restare in stabilità i cittadini proprietari di immobili potrebbero essere chiamati alla cassa per pagare i conguagli di Tasi e Imu chiesti dai comuni ritardatari.
Stop ai conguagli 2016, paga il Governo
Per evitare una nuova mini-Tasi o mini-Imu targata 2016 il Governo potrebbe essere pronto a coprire con 300 milioni i possibili conguagli Tasi-Imu se nella stabilità dovesse essere confermata anche dall'Aula del Senato. Anche se va detto che Palazzo Chigi ha sempre detto no a questa forma di sanatoria delle delibere respingendo la stessa norma che era stata proposta sia per il Dl Enti locali sia per il Dl sulla voluntary.
Il Dl Salva-regioni
A una settimana dalla sua approvazione il decreto legge salva-regioni è approdato al Senato dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di sabato 14 novembre. Il decreto n. 179 del 13 novembre 2015 consente ai governatori di spalmare in 30 anni il disavanzo creato dalla contabilizzazione dello sbloccadebiti e fissa le modalità che le Regioni devono adottare per la contabilizzazioni delle anticipazioni per essere in linea con i principi indicati dalla Corte Costituzionale nel luglio scorso. Il decreto legge eviterà una doppia contabilizzazione di una restituzione che le Regioni già devono fare allo Stato. Si eviterà cioè che un problema di interpretazione della norma esistente sui debiti pregressi della Pubblica amministrazione crei il rischio che le Regioni debbano restituire due volte. Il provvedimento potrebbe essere esaminato in prima lettura al Senato per poi confluire nella stabilità quando questa sarà però alla Camera. Ma nulla esclude anche un suo ingresso nelle prossime ore direttamente come emendamento sempre alla manovra ma da approvare a Palazzo Madama.
Gli emendamenti approvati
In tema di approvazione degli emendamenti nelle due sedute di venerdì notte e sabato la Commissione Bilancio ha approvato soltanto tre proposte di modifica. Con la prima presentata dai Conservatori e riformisti (Cor ), primo firmatario Luigi D'ambrosio Lettieri, viene previsto che il ministero della Salute entro il 31 dicembre di ogni anno presenti una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della definizione e dell'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Un'altra proposta di modifica approvata prevede che la definizione e l'aggiornamento dei Lea determinati con decreto del presidente del Consiglio, su proposta del ministro della Salute, di concerto con il ministero dell'Economia e d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, siano effettuati anche previo parere delle Commissioni parlamentari. Ok anche agli obblighi di pubblicità e trasparenza della Commissione nazionale per l'aggiornamento dei Lea che deve essere istituita. Infine viene previsto che il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che istituisce il Fondo per la Terra dei fuochi, con una dote di 150 milioni per il 2016 e altrettanti per il 2017, dovrà essere varato dal Governo entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di stabilità.
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