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Per la sicurezza del Giubileo 700 militari in più Coro di no all’ipotesi rinvio: «Massima allerta»

Da lunedì 700 soldati saranno schierati immediatamente a protezione di Roma, indicata tra i possibili prossimi obiettivi dai sostenitori dell’Is. I piani sulla sicurezza del Giubileo sono stati approntati ma ieri nella riunione con i vertici delle forze dell’ordine il prefetto Franco Gabrielli ha definito anche «un ulteriore potenziamento del dispositivo già in atto che prevede il rafforzamento dei servizi di vigilanza anche ad altri siti sensibili e lo sviluppo di coordinate azioni di controllo del territorio nelle aree dove è più alta la concentrazione dei luoghi di aggregazione». Più i controlli su tutta la capitale, dunque, compresi in particolare quelli sui siti francesi come l’ambasciata a piazza Farnese. Ma scatta la polemica politica perché c’è chi invoca la necessità di rinunciare al Giubileo ai fini di sicurezza. Arriva però un coro di no: da Enrico Letta (Pd) ospite a «Otto e mezzo» al presidente del Pd, Matteo Orfini, che dice: «Non possiamo rinunciare ad un evento come il Giubileo e alle nostre abitudini. Dobbiamo andare avanti senza toccare i nostri valori e la nostra vita e questa è la prima vittoria che possiamo ottenere».

«Il Giubileo è sicuramente un evento che si impone all’attenzione del mondo, ma la minaccia prescinde da esso» osserva il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. «In Francia non c’è Giubileo, né in altri Paesi dove si sono verificati attacchi terroristici. L’assenza del Giubileo non ridurrebbe il rischio. Il rischio e la minaccia prescindono dall’evento» ha osservato Bubbico, secondo cui «magari l’evento religioso ci rende più vulnerabili ma il rischio sarebbe esistito comunque».

Sul fronte interno del Vaticano da tempo la Gendarmeria, che ha compiti di polizia e di intelligence, sta predisponendo dei piani specifici in vista del Giubileo, sia per la quotidianità dell’afflusso di fedeli sia per le uscite pubbliche del Papa. «Per noi si conferma, anche dopo i fatti tragici di Parigi, la consueta discreta e allo stesso tempo vigile soglia di attenzione sulle misure di sicurezza» ha dichiarato il comandante della Gendarmeria, Domenico Giani, toscano, 52 anni, un passato di ufficiale della Guardia di Finanza e dei servizi di informazione e sicurezza italiani.

Dopo l’apertura della Porta Santa l’8 dicembre è stimato fino a Natale un afflusso massiccio di pellegrini (le stime sull’intero anno parlano di 30 milioni complessivi) che si riverseranno in piazza San Pietro e dentro la Basilica: per la prima ci sono dei controlli (specie per le udienze pubbliche di Francesco, cui si aggiungeranno tutte le giornate del Giubileo) e per la seconda si passa sotto un sensibile metal detector. Questa sorveglianza in base agli accordi bilaterali è demandato alla polizia italiana che in Vaticano ha un suo Ispettorato guidato dal questore Maria Rosaria Maiorino: «Per me è importante lavorare in uno spirito di squadra, ma sempre a condizione che sia chiaro chi comanda», dice Maiorino intervistata dal mensile Polizia Moderna. Per il Giubileo «l’intento che ci guida sarà quello di fare tutto il possibile per conciliare le esigenze di sicurezza con il rispetto delle esigenze spirituali del pellegrino». Si intensificheranno controlli anche attorno e dentro le basiliche romane (Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura e San Giovanni in Laterano) dove si svolgono i pellegrinaggi giubilari. Ma attorno alle mura ci sono altre aree potenzialmente sensibili, che coincidono con i varchi: l’ingresso ai Musei Vaticani - dove ci sono sei milioni di visitatori annui, e la presenza delle forze dell’ordine è assicurata ogni giorno - la Porta Sant’Anna a destra della piazza san Pietro e la Porta del Petriano, dalla parte opposta, accanto al Sant’Uffizio. Queste ultime due sono quelle da dove entrano nel territorio anche i dipendenti e gli ospiti. Su questi varchi vigila la Gendarmeria e la Guardia Svizzera, che monitora attraverso sofisticati sistemi elettronici. In ogni caso stretto è il collegamento con le forze dell’ordine italiane, soprattutto per la prevenzione.

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