Italia

Un messaggio di pace contro l’odio religioso

  • Abbonati
  • Accedi
la visita di papa francesco alla sinagoga di roma

Un messaggio di pace contro l’odio religioso

È la terza volta che un pontefice romano varca il portone del Tempio Maggiore di Roma, la grade Sinagoga dove il 9 ottobre 1982 fu compiuto l'attentato da parte di un commando terroristico palestinese in cui perse la vita Stefano Gaj Tachè - bimbo di due anni ricordato da Sergio Mattarella nel discorso di insediamento al Quirinale - e rimasero ferite 37 persone.

Forse non è un caso che proprio in questi giorni carichi di tensioni a seguito della strage di Parigi il Papa annunci la visita in un luogo simbolico di dialogo e convivenza pacifica macchiato nella sua storia da azioni ispirato dall'odio (in quel caso antisemita).

Bergoglio, quindi, sulle orme di Giovanni Paolo II, che compì la prima storica visita il 13 aprile 1986, quando pronunciò la storica frase sugli ebrei «fratelli maggiori» dei cristiani, che ha rappresentato un passo storico nei rapporti tra le due religioni. Ma sulle orme anche di Benedetto XVl il 17 gennaio 2010: la scelta della data della prossima visita, quindi, non è casuale, ma è anche un anniversario. Inoltre i tre papi hanno visitato Israele e reso omaggio al Muro Occidentale del Tempio di Gerusalemme (ma anche i luoghi sacri dell'Islam), con tutto il portato simbolico relativo alle persecuzioni e discriminazioni secolari dei cattolici verso le comunità ebraiche, specie in Europa.

Papa Francesco con la comunità ebraica italiana ha rapporti continui e da tempo la visita era allo studio: se ne parlò informalmente anche pochi mesi la sua elezione, in vista della ricorrenza del 16 ottobre, data in cui si commemora il rastrellamento del Ghetto, ma non se ne fece nulla (a seguito del rastrellamento 1023 ebrei romani furono deportati furono avviati ad Auschwitz e soltanto 16 di loro sopravvissero allo sterminio).

Bergoglio con le comunità ebraiche argentine ha sempre avuto una forte consuetudine, partecipando a molte feste da vescovo e cardinale: in particolare è rimasto legato al rabbino Skorka, con cui ha scritto anche un libro insieme in anni passati. «Un incontro carico di significati simbolici, anche alla luce dei drammatici accadimenti di questi mesi e dell'impegno che le religioni e i leader religiosi sono chiamati ad assumere nella lotta all'oscurità», così Pagine Ebraiche, la rivista delle Comunità ebraiche italiane diretta da Guido Vitale, commenta l'annuncio. Il Papa quindi incontrerà il rabbino capo, Riccardo Di Segni, il presidente dell'Ucei, Renzo Gattegna, e il presidente della Comunità Ebraica romana, Ruth Dureghello, e probabilmente esponenti anche dello Stato di Israele (nel 2010 c'era il vice premier Silvan Shalom) e dell'ambasciata a Roma.

L'Italia è l'unico Paese – oltre la Palestina e pochissimi altri – che ha una storia ebraica continua e ininterrotta. La Comunità ebraica di Roma è la più antica d'Europa: si hanno notizie di ebrei che abitavano in questa città già nel secondo secolo avanti Cristo, altri sopraggiunsero numerosi, dopo il 63, venuti con Pompeo, conquistatore della Giudea. Quindi la Comunità Ebraica di Roma è più antica del Papato. Il Tempio Maggiore di Roma fu costruito tra il 1901 e il 1904 ed è il cuore dello storico Ghetto nato nel 1555 (40 anni dopo quello di Venezia, il primo al mondo) e vide abbattere i suoi muri quasi trecento ani dopo, nel 1848.

© Riproduzione riservata