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Controlli obbligatori su tutti i viaggiatori

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Attualità

Controlli obbligatori su tutti i viaggiatori

Introduzione del Pnr, il registro dei passeggeri dei voli aerei. Controlli obbligatori alle frontiere Schengen, la misura più urgente. Tracciabilità spinta della circolazione delle armi. E istituzione di una struttura di coordinamento e scambio informativo tra le intelligence e le forze di polizia di tutta Europa. Come quella del C.a.s.a. (Comitato analisi strategica antiterrorismo) ormai collaudata in Italia. Al termine della riunone del Consiglio Gai (giustizia e affari interni) ieri a Bruxelles il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha detto che le verifiche alle frontiere non più facoltative ma automatiche - richiesta presentata dalla Francia un anno e mezzo fa - sono «un indurimento pesante» ma «necessario. Tutti i cittadini europei saranno controllati in entrata e in uscita». Non appena entrerà in vigore, il nuovo sistema prevede che non basti esibire un documento agli ingressi perché le forze dell’ordine controlleranno attraverso le banche dati generalità e posizione giudiziaria. Inevitabili i rallentamenti alle file così come i costi legati alle attrezzature necessarie. Anche gli spiragli sull’introduzione del Pnr-passenger name record, il registro dei nomi dei passeggeri, mettono in luce la posizione italiana che con Alfano sostiene da un pezzo l’istituzione di questo registro.

Alfano (si veda IlSole24Ore di ieri) ha sottolineato poi con forza la validità del C.a.s.a. sollecitando i colleghi dell’Unione a fare propria in sede Ue una struttura del genere. Non è un’agenzia di intelligence europea - altra questione, sollecitata non senza difficoltà dal commissario Dimitris Avramopulos - ma un centro di scambio, confronto e mutuo approfondimento delle informazioni antiterrorismo. Intelligence e rappresentanti del sistema di pubblica sicurezza mettono a fattor comune il patrimonio informativo acquisito, il risultato si traduce spesso in approfondimenti investigativi e, nei casi più concreti, in operazioni di polizia giudiziaria. Sul fronte operativo, ieri a Roma è scattata l’allerta massima: tra oggi e domani è prevista la manifestazione delle comunità islamiche e quella della Fiom, oltre all’Angelus a San Pietro dove sono stati rinforzati i controlli. Da ieri al Colosseo ci sono i metal detector. Innumerevoli, a Roma e Milano, i falsi allarmi.

Prosegue l’attività dell’Antiterrorismo in fase di prevenzione e quella delle Digos come polizia giudiziaria. Da registrare i quattro giovani siriani arrestati in questi giorni dalla polizia mentre tentavano di imbarcarsi su voli diretti a Malta: due dall’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) e due da Ciampino (Roma): sui rapporti tra i quattro sono in corso approfondimenti. Si rinnovano i warning dell’ambasciata Usa in Italia ai connazionali residenti nella capitale. La Digos di Catania poi ha intercettato il tunisino che in un’intervista aveva detto che accadrà «qualcosa anche a Roma», dovrebbe essere espulso. Nella massima attività, inoltre, gli agenti dell’Ucigos e della Polizia postale nelle indagini via web dove a volte i terroristi lasciano tracce. Da segnalare, peraltro, che risulta smentita la notizia inizialmente trapelata secondo cui i software di Hacking Team - l’azienda italiana leader nei programmi di intelligence su web - sarebbero finiti ai fondamentalisti islamici. «Il legame con estremisti jihadisti non è negli atti né è stato mai citato dalla Procura» ha spiegato il pm Alessandro Gobbis, che coordina le inchieste sull’attacco ad Hacking Team e sugli ex-dipendenti indagati «l’azienda saudita in questione pur essendo di diritto privato è controllata da un fondo d’investimento pubblico, quindi l’ipotesi è che ci siano legami con ambienti militari o governativi».