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Renzi: «Priorità assoluta alla Libia»

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incontro tra il premier e hollande

Renzi: «Priorità assoluta alla Libia»

PARIGI - Priorità assoluta alla Libia. Durante l'incontro all'Eliseo con il presidente francese François Hollande sulla guerra al terrorismo (durato un'ora, più del previsto), il premier italiano Matteo Renzi ha insistito su questo punto. «Guardiamo con grande interesse - ha detto Renzi nella dichiarazione finale - al processo di Vienna sulla transizione politica in Siria. Si tratta di una finestra di opportunità che si è aperta sul terreno diplomatico e che speriamo possa allargarsi alla Libia». Paese che dopo la caduta di Gheddafi, nel 2011, è totalmente allo sbando - con due Governi, due Parlamenti , gran parte del territorio in mano alle bande armate - ed è diventato un santuario dello Stato islamico e delle filiere dell'immigrazione clandestina, che approfittano della situazione di caos totale.
«Dobbiamo dare priorità assoluta - ha insisto il premier - al dossier libico. Perché la Libia rischia di essere la nuova emergenza con cui ci dovremo confrontare. È evidente che il solo modo di evitare l'esodo massiccio di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo è quello di mettere fine alle guerre civili in Medio Oriente».

Un messaggio raccolto da Hollande, che ha accolto Renzi con un abbraccio caloroso: «In Libia dobbiamo realizzare quanto è atteso da ormai troppo tempo, e cioè un Governo di unità nazionale con la messa in sicurezza del Paese, impedendo allo Stato islamico di installarsi e rafforzarsi».

Più in generale, Renzi ha sottolineato l'esigenza di costruire «una coalizione sempre più ampia e inclusiva», che consenta di arrivare «alla distruzione dell'Isis e del suo disegno atroce e allucinante». Una «strategia globale, diplomatica, militare, umanitaria, culturale e civile», che preveda una più forte cooperazione a livello di intelligence. «Dobbiamo mettere in comune - ha ribadito Renzi - tutte le risorse, condividere archivi e informazioni. Capisco che alcuni lo possano percepire come una perdita di sovranità nazionale, ma è un sacrificio che dobbiamo accettare. Tutti, perché la lotta al terrorismo non ammette defezioni».

Quanto al ruolo specifico dell'Italia nell'ambito di questa nascente, e rissosa, coalizione, Renzi non ha dubbi: il nostro Paese può assumere la leadership della risposta culturale. Pur ricordando l'impegno militare italiano sui vari fronti – e ovviamente confermandolo - il premier lo ha detto a Hollande e lo ha sottolineato con forza durante un applauditissimo intervento alla Sorbona, riprendendo peraltro gli argomenti degli annunci di due giorni fa in Campidoglio: «I nostri nemici odiano la fantasia e la bellezza, colpiscono un modo di vivere. Dal punto di vista culturale, il nostro è un passato che dà le vertigini. Insieme alla Francia, da secoli, abbiamo costruito la civiltà. E insieme la difenderemo e continueremo a costruirla. Dobbiamo trasformare questa minaccia terribile in opportunità. Ecco perché ho deciso che per ogni euro investito in rafforzamento della sicurezza e del dispositivo militare, un altro verrà speso per migliorare l'integrazione nelle nostre periferie, per rendere i nostro musei più accoglienti, per aumentare la capacità di ascolto e di insegnamento del rispetto reciproco delle nostre scuole. Perché la cultura è il miglior antidoto alla barbarie, perché la bellezza sarà sempre più forte della barbarie».

«In questa chiesa laica - ha concluso Renzi rivolto agli studenti, prima dell'ovazione finale - stringo con voi il patto solenne che non rinunceremo mai ai nostri ideali, alla nostra identità, a vivere liberi».

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