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Nuovo cda Fs, Mazzoncini al vertice

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Nuovo cda Fs, Mazzoncini al vertice

ROMA

È stato rapidissimo il cambio al vertice delle Fs. Dopo le dimissioni date giovedì dal vecchio cda, ieri l’assemblea della società ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione in cui entra l’amministratore delegato designato dal Tesoro, Renato Mazzoncini. La formalizzazione e l’assegnazione delle deleghe avverranno martedì, quando si svolgerà la prima riunione del nuovo board. Presidente della società sarà Gioia Ghezzi, già presente nel consiglio di amministrazione, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore. Il numero dei consiglieri si riduce da nove a sette: Mazzoncini è l’unico ingresso, mentre della vecchia compagine esce (oltre a Michele Elia e Marcello Messori) soltanto Vittorio Belingardi Clusoni. Restano in carica Daniela Carosio, Giuliano Frosini, Simonetta Giordani, Federico Lovadina e Wanda Ternau.

La nota del Tesoro precisa che il consiglio di amministrazione appena nominato «resterà in carica per il triennio 2015-2017». Non si tratta, quindi della sostituzione di consiglieri, ma un vero e proprio rinnovo: il nuovo consiglio ha davanti tre anni di attività.

Si conclude così la settimana decisiva per il futuro delle Fs che si era aperta lunedì scorso, di buon mattino, con l’approvazione in Consiglio dei ministri del Dpcm per avviare formalmente la privatizzazione. Al nuovo management spetterà il compito di portare le Ferrovie all’appuntamento della quotazione in Borsa. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aveva assicurato tempi brevi ma il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, nell’intervista pubblicata ieri sul Sole 24 Ore, è stato più prudente. «Ci prenderemo tutto il tempo necessario», ha detto. E il riferimento è al fatto che sul tavolo del governo ci sono ancora diverse opzioni possibili, nonostante le posizioni si siano ravvicinate - prima della decisione di lunedì scorso -con il paletto piantato da Delrio: «la rete resterà pubblica». Una posizione su cui sembra essere d’accordo anche il nuovo amministratore delegato, che è uomo di trasporto e, in particolare, di trasporto su gomma. Viene infatti da Busitalia, dove, in qualità di amministratore delegato, ha guidato anche la “privatizzazione” del trasporto locale a Firenze, voluta dall’ex sindaco Matteo Renzi. E alla gomma Mazzoncini stava anche prima nella società privata Autoguidovie venete, gruppo privato della famiglia Ranza.

Resta da decidere, nel governo, la sorte del gestore della rete Rfi: al Tesoro hanno sempre avuto la posizione che fu di Elia, di lasciare Rfi sotto la holding Fs per mantenere il gruppo fortemente integrato. Delrio invece dice che «se si quoterà Trenitalia o Trenitalia più una quota di Rfi scorporata, questo sarà il lavoro delle prossime settimane». Il Dpcm prevede l’alienazione di una quota della partecipazione nella società non superiore al 40%. La cessione, che potrà essere effettuata anche in più fasi, dovrà realizzarsi attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato, e a investitori istituzionali italiani e internazionali, e quotazione sul mercato azionario. Lo schema di decreto, inoltre, prevede che, per favorirne la partecipazione all’offerta, potranno essere previste per i dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato forme di incentivazione.

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