Italia

Tensione Sala-Pisapia, Renzi in campo

  • Abbonati
  • Accedi
Politica

Tensione Sala-Pisapia, Renzi in campo

MILANO

Due incontri decisivi, fissati al momento per la prossima settimana, potrebbero chiarire il quadro delle candidature del centrosinistra per le primarie di Milano, in vista delle amministrative del 2016. Entro venerdì il premier Matteo Renzi dovrebbe incontrare (o sentire) il commissario di Expo Giuseppe Sala; mercoledì sarà la volta del sindaco Giuliano Pisapia e della vice sindaco Francesca Balzani, che dovrebbero andare a Roma per affrontare il tema di una candidatura alternativa a quella del commissario. Tra pochi giorni si saprà: o Sala o Balzani.

Certo è che Pisapia e Sala ormai vanno ciascuno per la propria strada e sarà difficile che i due ricuciano i rapporti: il sindaco accusa Sala di eccessivo tentennamento di fronte a un impegno ufficiale (pur avendo detto per settimane di riflettere seriamente sulla candidatura); il commissario è invece rimasto colpito dalle parole di Pisapia, che pochi giorni fa ha fatto capire (in modo piuttosto esplicito) di preferire un nome più condiviso da tutto il centrosinistra, come ad esempio quello della sua vice Balzani, che incasserebbe l’ok anche di Sel e movimenti civici.

La spaccatura sta compromettendo tutta la campagna elettorale e quel poco di strategia che fino a qui era stata tracciata dal centrosinistra. Finora Pisapia era rimasto in disparte senza prendere posizioni alle primarie, che per ora vedono 4 candidati, tra cui il parlamentare Pd Emanuele Fiano e l’assessore milanese alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. L’idea era quella di lasciare che il sindaco uscente facesse da “padre nobile” alle primarie, conservando quell’idea di sinistra unita che va dal Pd a Sel al movimento degli arancioni, per poi scendere in campo durante le elezioni vere e proprie. Anche perché, a Milano, Pisapia è un nome che ancora rimane in testa nei sondaggi. Ma adesso, se Sala decidesse di candidarsi davvero, Pisapia come potrebbe sostenerlo efficacemente in campagna elettorale, dopo le sue ultime esternazioni? E se è vero che Sala sarebbe il nome più forte in campo, lo sarebbe anche senza il sostegno di Pisapia? Il sindaco tenta dunque un’altra carta: cambiare, fin da subito, candidato. Un nome apprezzato per il suo lavoro di giunta da tutti gli assessori, per il quale spendersi fin da subito, come quello dell’assessore al Bilancio e vicesindaco Francesca Balzani. Ma se quest’ultima, per qualche motivo, dovesse dire di no? C'è chi sostiene, a Palazzo Marino, che Pisapia potrebbe comunque trovare e sostenere una nuova candidatura “simbolica”, di Sel e degli arancioni, contro quella del partito di maggioranza, il Pd.

Intanto a Palazzo Marino (e nei dintorni) si sono già create le squadre: chi lavora per Sala, chi si impegna per creare un’alternativa (Balzani), chi sostiene Majorino, chi pensa che Fiano non debba ritirarsi se non è ancora chiara (come non è) la posizione di Sala. Con una discesa in campo del commissario di Expo, infatti, Fiano potrebbe rinunciare alla corsa; mentre con la discesa in campo della Balzani sia Majorino che Fiano potrebbero farsi da parte, dando vita a primarie di fatto confermative. Il bandolo della matassa milanese dovrà comunque essere sciolto entro il 7 dicembre, quando, almeno in teoria, inizia la raccolta delle firme per la candidatura alle primarie, che durerà fino a 7 gennaio. Salvo cambiamenti.

Di fronte al rischio di un autogol, il centrodestra aspetta e spera. Tanto per cominciare Forza Italia, sulla base dei sondaggi interni (fresca di un recente cambio di coordinamento a Milano, passato nelle mani di Fabio Altitonante) avrebbe già recuperato un paio di punti dandosi da fare nei quartieri. I nomi allo studio, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti e l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, verranno valutati dai sondaggi in base a chi sarà l’avversario e c’è chi scommette che non sarà Sala, e allora tutto potrebbe essere più facile. Se lo sono detti ieri, durante una telefonata, il coordinatore milanese e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

A Roma, invece, c’è un nuovo candidato per il Campidoglio: è Stefano Fassina, uno dei leader di Sinistra italiana. L’ex viceministro all’Economia nel governo Letta ha annunciato che il dialogo con l’ex sindaco Ignazio Marino continuerà e che, in caso non arrivasse al ballottaggio, potrebbe sostenere (nella Capitale, così come in altre città) il candidato 5 Stelle.

© RIPRODUZIONE RISERVATA