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Squinzi: «Non c’è un legame diretto tra ore lavorate e…

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Bologna

Squinzi: «Non c’è un legame diretto tra ore lavorate e retribuzioni»

Giorgio Squinzi a Bologna (LaPresse)
Giorgio Squinzi a Bologna (LaPresse)

Non c'è «un legame diretto tra ore lavorate e retribuzioni», anche se la «situazione è molto complessa» e su questo tema «si può dibattere». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine dell'iniziativa «Viaggio nell'Italia che innova» promosso dall’associazione degli industriali all'Opificio Golinelli di Bologna. «Quando si parla di lavoro - ha detto Squinzi - si parla di una materia complessa», e «io non vedo un legame diretto tra ore lavorate e retribuzioni».

Contrattazione nazionale rimane punto di riferimento
A dare lo spunto alle parole di Squinzi, alcune domande dei giornalisti riferite all'intervista al Sole24Ore del ministro del Lavoro Giuliano Poletti (vedi pagina 3 del quotidiano di ieri) sul superamento dell'orario di lavoro come parametro per le retribuzioni, e se questo sia o meno da considerarsi un modo per destrutturare il sistema dei contratti nazionali. «Io non la vedo in questo modo», ha spiegato Squinzi, che si è detto convinto del fatto che «il sistema di contrattazione dei contratti nazionali è uno strumento tuttora valido, certo ogni tanto bisogna anche innovare perché rimanere legati a degli schemi medievali, o quantomeno ottocenteschi, non porta da nessuna parte». Dunque, a fronte dell’ipotesi avanzata dal ministro del Lavoro di scorporare l'orario di lavoro dalla retribuzione, la contrattazione nazionale resta un punto di riferimento, ha ricordato Squinzi: «Come Confindustria abbiamo dato degli input precisi in questa direzione».

In Italia crescita stentata, manca scatto netto per agganciare ripresa
Parlando invece della ripresa dell’economia nazionale, il presidente degli industriali ha ricordato che «il paese è ancora in una fase di stentata crescita». Anche se «migliora la percezione delle famiglie e delle imprese» lo «scatto netto per agganciare una ripresa robusta ancora non c'è e ce n'è un gran bisogno». Questo scatto - ha aggiunto - dobbiamo farlo adesso per sfruttare condizioni macro favorevoli, per nutrire un ottimismo che non puo' essere nutrito solo di parole». Quanto all'operazione Versalis, ovvero la cessione da parte dell'Eni di una quota del 70% della società, Squinzi l’ha definita «un'operazione positiva». Oggi, secondo Squinzi, «il mondo della chimica richiede una crescita e se Versalis entra in un gruppo di maggiori dimensioni, più forte e più integrato, non posso che giudicarlo positivamente. Non dimentichiamo che in passato Versalis ha attraversato momenti di difficoltà, tutto ciò che consente di ottimizzare va sostenuto e difeso.

Innovazione, l’Italia ha bisogno di un progetto paese per vincere sui mercati
Dal palco della manifestazione, il presidente di Confindustria ha ribadito la ricetta per vincere la competizione sui mercati internazionali. Innanzitutto l'Italia «ha bisogno di un progetto paese», e di programmi concreti, ma anche «di una pressione competitiva interna che induca le aziende a spingere sempre di più sul fronte dell'innovazione».In Italia «siamo solisti e non orchestra - ha aggiunto Squinzi - competiamo con le eccellenze e non come sistema, anche perche' l'alleanza tra pubblico e privato è più dichiarata che reale». Serve, ha concluso Squinzi. un piano nazionale per la ricerca, un master plan del governo e io spero che il progetto del ministro Guidi di una Industry 4.0 diventi presto operativo perchè è di importanza strategica».

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