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Al via il primo Open data che monitora il ciclo dei rifiuti

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Al via il primo Open data che monitora il ciclo dei rifiuti

Un nuovo Open data, il primo in campo ambientale, che monitora in tempo reale i parametri di raccolta, emissioni e costo dei sistemi urbani di raccolta dei rifiuti. È “Smartness in waste management”, lo strumento realizzato da Ancitel Energia e Ambiente e dal ministero dell'Ambiente e messo a disposizione di ventisei comuni capoluogo per valutare le performance dei rispettivi sistemi di recupero e di adottare i miglioramenti eventualmente necessari. «Lo scopo non è solo e tanto quello della raccolta e tracciabilità dei dati – spiega il delegato di Ancitel per il settore rifiuti Filippo Bernocchi – quanto la restituzione e lettura di questi dati in maniera intelligente, a supporto dei processi di policy decision».

Obiettivo ridurre il costo dei sistemi di recupero
Swm dovrebbe insomma aiutare le amministrazioni a ridurre il costo dei sistemi di recupero dei rifiuti, renderli più efficienti e anche più trasparenti, dal momento che i dati raccolti possono essere condivisi attraverso i social network nonché monitorati attraverso un'app a disposizione di tutti i cittadini. Il sistema è stato sviluppato nell'arco di diversi anni e sperimentato già in alcune città. Oggi Swm viene offerto gratuitamente a ventisei comuni capoluogo: Alessandria, Aosta, Ascoli Piceno, Chieti, Cosenza, Crotone, Campobasso, La Spezia, Lecce, Lecco, Matera, Messina, Parma, Pavia, Perugia, Pescara, Pistoia, Prato, Ragusa, Sassari, Taranto, Teramo, Terni, Trapani, Trieste e Vicenza. Ma l'intento è quello di renderlo il sistema di monitoraggio del ciclo dei rifiuti di tutte le amministrazioni comunali italiane, a cominciare dai 108 capoluoghi.

Possibile monitorare tre parametri
L'operatore ha tre quadri con cui monitorare altrettanti parametri: la raccolta differenziata (percentuali di raccolta e avvio a riciclo effettivo, intercettazione procapite, produzione dei rifiuti), le emissioni di Co2 prodotte, e infine le valutazioni di costo (costo locale, benchmark regionale e nazionale, valutazione della materia prima seconda). Quest'ultimo, in particolare, spinge a considerare il rifiuto non come scarto ma come materiale che l'amministratore locale deve valorizzare al massimo per restituirlo nelle tasche dei cittadini.

Città più “intelligenti” anche nel settore dei rifiuti
Per questa via, insomma, secondo le valutazioni dell'Ancitel e del ministero, la piattaforma aiuta a raggiungere l'obiettivo del 50% di avvio a riciclo che l'Unione europea impone per il 2020 e a ottenere un effettivo passaggio dalla economia lineare alla “circular economy”. Senza contare che anche con questo strumento le nostre città possono diventare più smart e “intelligenti”, non solo nel campo dell'energia e dei trasporti ma anche in quello dei rifiuti.

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