Oggetto: “attività di contrasto alla criminalità organizzata”.
Recita proprio così la lettera, firmata dal Capo di Stato Maggiore, generale Giancarlo Pezzuto, che il Comando generale della Guardia di finanza (III Reparto operazioni – Ufficio tutela Economia e sicurezza, sezione Criminalità organizzata e misure di prevenzione) il 9 novembre ha spedito ai comandi di tutta Italia.
Una lettera/circolare operativa che si aggiunge all'atto di indirizzo delle priorità 2015 (che sarà confermato anche per il prossimo anno) e ad altri due atti diffusi, rispettivamente, il 20 novembre 2013 e il 16 dicembre 2014. In altre parole: la Gdf fa sempre più sul serio per contrastare l'infiltrazione della criminalità nell'economia legale e il riciclaggio del denaro sporco.
La lettera/circolare di novembre preme l'acceleratore sulla necessità di far circolare nomi, dati e informazioni. Si legge infatti a pagina 3: «…il flusso di comunicazione tra componente territoriale e Servizio centrale e interprovinciale di riferimento, che dovrà essere sempre garantito attraverso il puntuale rispetto delle procedure, completa il quadro a di informazioni a disposizione dei gruppi di investigazione sulla criminalità organizzata per lo sviluppo conseguente dell'attività di contrasto. La valorizzazione del patrimonio di dati e notizie consentirà, tra l'altro, di superare possibili criticità relative ad eventuali deficit informativi riguardanti i contesti criminali che operano in aree geograficamente più distanti dalle sedi dei nuclei di polizia tributaria con i gruppi anti criminalità organizzata, che svilupperanno le iniziative ritenute più opportune per garantire, soprattutto in materia di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale, una omogena presenza sull'intero territorio di competenza».
Nelle lettera circolare c'è una sottolineatura che può sembrare superflua ma che superflua non è, soprattutto alla luce delle (anche recenti) polemiche sull'accavallamento di indagini tra Corpi diversi dello Stato. Sempre a pagina 3 si legge infatti che «…appare necessario segnalare l'opportunità che le articolazioni del Corpo impegnate nell'ambito di desk interforze – laddove costituiti con apposite circolari del ministero dell'Interno dirette alle singole Forze di polizia e alla Dia – valorizzino appieno il patrimonio informativo disponibile in tali contesti nonché sviluppino ulteriormente la cooperazione internazionale».
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