Sul suicidio di Luigino D’Angelo la procura di Civitavecchia ha deciso ieri di aprire un fascicolo di indagine contro ignoti ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. L’iniziativa è del pm Alessandra D’Amore che ha già disposto una serie di accertamenti come richiesto a gran voce dalle associazioni dei consumatori che hanno puntato il dito contro il decreto salva-banche. Al fascicolo è stata anche allegata, insieme con l’esposto del Codacons, la lettera che D’Angelo - 68 anni ed una vita da dirigente Enel -ha scritto alla moglie lanciando le sue accuse alla banca Etruria prima di suicidarsi sulle scale del suo villino a Civitavecchia.
E sempre ieri ad Arezzo gli ex obbligazionisti “traditi” dalla stessa banca si sono incontrati nell’auditorium del centro congressi di Arezzo dedicando l’assemblea proprio a D’Angelo. Presenti anche diversi politici, tra gli altri Matteo Salvini della Lega Nord, Maurizio Gasparri e Debora Bergamini di Fi, Giovanni Paglia di Sinistra italiana e Giacomo Gianarelli del M5s.
Nel memoriale, ora al vaglio degli inquirenti, D’Angelo ha ripercorso i suoi investimenti (almeno 100mila euro sarebbero andati in fumo) e la sua “storia” bancaria, mettendo nero su bianco la delusione è l’amarezza per aver perso tutto. Poi il saluto alla moglie. Che ieri ha provato a dribblare i giornalisti assiepati fuori dal villino: «Se andrò avanti? Se ce la farò sì», ha detto aggiungendo poi di non avere consigli da dare: «Piuttosto avrei bisogno che qualcuno li dia a me».
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