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Mef: il decreto salvabanche tutela un milione di correntisti per 12 miliardi

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sul sito del tesoro

Mef: il decreto salvabanche tutela un milione di correntisti per 12 miliardi

Il decreto “salvabanche” «ha messo al sicuro i risparmi di circa 1 milione di correntisti e obbligazionisti per un controvalore di circa 12 miliardi di euro», ai quali si aggiungono i posti di lavoro di 6.000 dipendenti e di 1.000 persone dell'indotto. Così il ministero dell'Economia spiega l'effetto del provvedimento. Il decreto - spiega il Mef sul proprio sito - consente la continuazione delle attività delle vecchie banche in capo a nuove entità e impegna risorse finanziarie per 3,6 miliardi previste da un fondo finanziato da altre banche.

Tutelate 200mila Pmi
«Tutela - è scritto sul sito del Tesoro - l'intero sistema sociale e produttivo servito dalle banche, ad esclusione degli investitori che hanno allocato proprie risorse su titoli ad alto rischio d'impresa come le azioni e le obbligazioni subordinate». Il ministero spiega gli effetti. «La risoluzione - è scritto - ha messo al sicuro i risparmi di circa 1 milione di correntisti e obbligazionisti per un controvalore di circa 12 miliardi di euro (oltre ai depositi già garantiti). Grazie al salvataggio sono nate 4 nuove banche con forza patrimoniale molto superiore a quella delle banche originarie, gravate da crediti in sofferenza o non esigibili».

C’è anche un effetto sul territorio. I 4 nuovi istituti nati con il decreto salva banche dalle vecchie Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, Banca delle Marche, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio della Provincia di Chieti «sostengono il tessuto economico del territorio: circa 200mila piccole e medie imprese, commercianti e artigiani che dispongono di fidi e aperture di credito continuano a godere del sostegno finanziario per la propria attività da parte delle nuove banche».

Dal 23 novembre sono stati erogati e rinnovati crediti per 300 milioni di euro a oltre 1.500 piccole imprese, artigiani, commercianti e agricoltori. «Si è conservato - aggiunge poi il ministero - il livello occupazionale sul territorio, perché i 6mila dipendenti proseguono il loro rapporto di lavoro con le nuove banche e anche le 1.000 persone occupate nell'indotto non hanno subito impatti a causa della crisi». Sul tessuto socio-economico dei territori in cui operano le 4 banche vengono quindi riversati più di 24 miliardi di euro di raccolta.

I risparmiatori coinvolti sono 10.500
Il Mef chiarisce anche cosa sarebbe accaduto senza il decreto. «L'alternativa al salvataggio sarebbe stata la liquidazione delle banche - afferma - In questo caso la procedura avrebbe comportato la vendita di tutte le attività e la distribuzione degli eventuali proventi, comunque insufficienti a un rimborso completo, tra i creditori, insufficiente a un rimborso completo. Il numero di persone destinate a subire un danno patrimoniale sarebbe stato certamente di diversi ordini di grandezza superiore alle 10.500 persone che hanno investito in obbligazioni subordinate. Inoltre in caso di liquidazione sarebbe stata richiesta la restituzione dei crediti a vista messi a disposizione delle imprese sul territorio per un valore superiore a 10 miliardi di euro. Questo perché in caso di liquidazione bancaria i titolari di un prestito o un mutuo vengono chiamati a restituirli immediatamente. Ovviamente sarebbe stato interrotto il rapporto di lavoro con i dipendenti.

Quasi metà bond subordinati a risparmiatori
Nelle slide pubblicate si evidenzia come quasi la metà (340 milioni) dei 768 milioni di obbligazioni subordinate delle 4 banche “azzerate” dalla risoluzione è stata a carico dei risparmiatori retail. Il restante è stato ceduto a investitori istituzionali che potrebbero averlo immesso sul mercato secondario.

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