
Arriva una stretta sui giochi: aumento al 17,5% (dal 15%) del prelievo erariale unico sugli apparecchi con vincite in denaro e calo al 70% (dal 74%) del payout, la restituzione in vincita. A prevederlo è un emendamento del Governo alla legge di stabilità depositato oggi in commissione Bilancio alla Camera, che vale un maggior gettito di 645 milioni di euro, in gran parte destinati a cancellare la supertassa da 500 milioni introdotta con la stabilità 2005 per l’intera filiera degli apparecchi da intrattenimento. In pista inoltre un nuovo giro di vite sulla pubblicità dei giochi, con il divieto di spot in radio e Tv dalle 7 alle 22.
Alt a nuovi apparecchi con vincite in denaro
La proposta di modifica alla manovra prevede inoltre che dal prossimo anno il nulla osta per gli apparecchi “awp” sarà rilasciato solo in sostituzione di quelli già esistenti, escludendo di fatto la possibilità che vengano installati apparecchi aggiuntivi. Sono previste infine una sanzione amministrativa di 20mila euro per il titolare dell’esercizio e il proprietario dell’apparecchio e ulteriori misure per il contrasto al gioco illegale, in particolare per quanto riguarda gli apparecchi totem.
Entro aprile i criteri per i punti gioco
Il Governo stabilisce poi che entro il 30 aprile 2016 in Conferenza Unificata siano definite le caratteristiche dei punti vendita dove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale «al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e dei soggetti economici e prevenire il rischio di accesso dei minori». Le intese raggiunte dovranno essere recepito con un decreto del ministro dell’Economia, sentite le commissioni parlamentari competenti.
Nuovo giro di vite sulla pubblicità
Fermo restando i divieti esistenti, l’emendamento propone una stretta sulla pubblicità dei giochi, in base ai principi previsti dalla raccomandazione di Bruxelles 2014/478/Ue, da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della stabilità attraverso un altro decreto del ministro dell’Economia, di concerto con la Salute, sentita l’Autorità per le comunicazioni. In particolare, sarà vietata la pubblicità che incoraggi il gioco eccessivo o incontrollato, che neghi che il gioco possa comportare rischi, che non renda esplicite modalità e condizioni per fruire di incentivi o bonus, che suggerisce che il gioco possa risolvere problemi finanziari o personali o porsi come alternativa al lavoro, che si rivolga anche indirettamente ai minori, che usi disegni e personaggi primariamente o direttamente legati agli under 18, che induca a ritenere che il gioco accresca successo e autostima, che rappresenti l’astensione dal gioco come un valore negativo, che induca a confondere la facilità del gioco con quella della vincita, che contenga dichiarazioni infondate sulla possibilità di vincita.
Sanità, al fondo 50 milioni in più
Le maggiori entrate previste dalle misure sui giochi serviranno per 50 milioni ad aumentare il Fondo sanitario nazionale e per altri 50 milioni all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali.
Relatori: deroga blocco assunzioni per le province
Con un emendamento dei relatori, invece, si prevede che le province e le città metropolitane potranno ancora predisporre il bilancio di previsione per la sola annualità 2016. «Al fine di garantire il mantenimento degli equilibri finanziari», si legge nella proposta di modifica, gli enti possono applicare al bilancio di previsione «l’avanzo libero e destinato». In arrivo anche una deroga al divieto di assunzione di personale previsto «in caso di mancato rispetto dell’indicatore dei tempi medi nei pagamenti, del patto di stabilità interno e dei termini per l’invio della relativa certificazione». In sostanza, «al solo fine di consentire la ricollocazione del personale delle province», per tutto il 2016, anche chi non è in regola con i bilanci e i tempi di pagamento potrà effettuare assunzioni.
Regioni: +600 milioni per ridurre il debito
Sempre i relatori hanno proposto che il contributo alle Regioni a statuto ordinario per la riduzione del debito salga da 1,3 a 1,9 miliardi di euro, con uno stanziamento aggiuntivo di 600 milioni. Per le regioni a statuto speciale, la proposta di modifica assegna per il 2016 alla Sicilia 900 milioni di euro in attesa di « un chiarimento sulla compartecipazione regionale e sulla revisione della percentuale di compartecipazione al gettito tributario». Alla Val d’Aosta vanno invece 50 milioni «a compensazione della perdita di gettito subita per gli anni 2011/2014 dalla regione nella determinazione dell’accisa» sull’energia elettrica, sugli spiriti e sulla birra.
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