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L'omicidio di Chiara Poggi

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Attualità

L'omicidio di Chiara Poggi

«Ho trovato una persona uccisa in via Pascoli, venite». Cosi' inizio' il `giallo´ di Garlasco, conclusosi oggi con la sentenza definitiva della Cassazione, tranquillo paese a pochi chilometri da Pavia teatro del delitto. A dire quelle parole Alberto Stasi, 24enne studente bocconiano, che il 13 agosto del 2007 chiama il 118 per chiedere i soccorsi. La sua fidanzata, Chiara, e' stata uccisa nella casa dove abita coi genitori e il fratello, che in quel momento sono in vacanza.

Queste le tappe della vicenda che ha diviso per 8 anni le due fazioni di `innocentisti´ e `colpevolisti´: - 20 agosto 2007: la Procura di Vigevano indaga Stasi con l'accusa di omicidio volontario. I carabinieri sequestrano la sua bicicletta bordeaux e il suo computer, frugano in ogni angolo della casa. Da questo momento sara' l'unico sospettato per il delitto.
- 24 settembre 2007: il pm Rosa Muscio ordina il fermo di Stasi. La prova `regina´ consiste, spiegano gli investigatori, nella presenza del dna della vittima sui pedali della bicicletta in sella alla quale Alberto sarebbe fuggito.

- 28 settembre 2007: il gip Giulia Pravon dispone la scarcerazione di Alberto: non ci sono prove, solo suggestioni accusatorie. «Fine di un incubo», commenta lui.
- 3 novembre 2008: la Procura chiede il rinvio a giudizio di Stasi. Alla fine di dicembre, Alberto viene indagato per una nuova ipotesi di reato: detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Nel suo pc ci sarebbero decine di file a sfondo sessuale che coinvolgono minorenni.

- 23 febbraio 2009: comincia l'udienza preliminare davanti al giovane gup Stefano Vitelli. I legali di Stasi scelgono il rito abbreviato. - 9 aprile 2009: i pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci chiedono la condanna a 30 anni di carcere. «Colpevole al di la' di ogni ragionevole dubbio - dicono - ha ucciso per una lite avvenuta la sera precedente. «Non ci sono arma, movente, solo indizi discordanti, ho paura di una giustizia penale che costruisce prima i colpevoli e poi le prove», ribatte il professor Angela Giarda, che guida il pool di difensori.

- 30 aprile 2009: il gup si ritira in camera di consiglio e ne esce con una decisione a sorpresa, disponendo 4 nuove perizie sui punti oscuri dell'inchiesta, partendo dal presupposto che le indagini sono state «lacunose». - 17 dicembre 2009: Alberto Stasi viene assolto. Decisiva la perizia informatica che dimostra come Stasi stesse lavorando a casa sua alla tesi di laurea durante il probabile orario del crimine, tra le 9 e 12, quando viene disattivato l'allarme di casa Poggi, e le 9 e 35. Tutti gli altri indizi vengono valutati dal gup come «contraddittori o insufficienti».

- 8 novembre 2001: comincia il processo d'appello davanti ai giudici milanesi. Il pg Laura Barbaini chiede 30 anni di carcere o, in subordine, la rinnovazione del dibattimento.

- 6 dicembre 2011: la Corte d'Assise d'appello conferma l'assoluzione. Nelle motivazioni, i giudici osservano che la realta' «e' rimasta inconoscibile nei suoi molteplici fattori rilevanti, la maggior parte dei quali sono condizionati unicamente dal caso». Parte civile e procura generale presentano un ricorso in Cassazione sostenendo che il verdetto in secondo grado esclude una serie di dati facendoli passare come «mere congetture o supposizioni personalistiche».

- 18 aprile 2013: la Cassazione annulla la sentenza d'assoluzione e dispone un nuovo processo. (AGI) Mi2/Car 121150 DIC 15

-9 aprile 2014: Inizia a Milano il processo d'appello bis per Stasi, in aula sia l'imputato che i genitori di Chiara, Rita e Giuseppe Poggi. Il Pg chiede nuove indagini - 30 aprile 2014: I giudici della Corte d'assise d'appello di Milano accolgono la richiesta di riaprire il dibattimento. Stasi consegna ai carabinieri la bicicletta nera per le verifiche

- 8 settembre 2014: Stasi viene sottoposto ad un nuovo prelievo del dna per la comparazione con quello trovato sotto le unghie di Chiara - 11 settembre 2014: I periti dichiarano che su Chiara il dna trovato e' troppo poco e l'esame non puo' quindi essere completo - 22 settembre 2014: Secondo i consulenti dell'accusa e della parte civile appare «quasi impossibile che Stasi non si sia sporcato le scarpe» di sangue quando ha ritrovato il corpo della fidanzata.

- 3 novembre 2014: vengono sentiti nuovi testimoni. Carabinieri confermano presenza graffi sulle braccia di Stasi dopo la morte di Chiara - 24 novembre 2014: Il Pg Laura Barbaini chiede la condanna di Stasi a 30 anni di carcere per omicidio aggravato dalla crudelta' - 27 novembre 2014: Secondo la parte civile, che si associa alla richiesta di condanna del Pg, contro Stasi ci sono «11 indizi gravi, precisi e concordanti».
- 3 dicembre 2014: La difesa chiede l'assoluzione «per non aver commesso il fatto», contro Stasi «non ci sono prove».

- 17 dicembre 2014: Stasi viene condannato a 16 anni di carcere e 1 milione di risarcimento. La condanna, rispetto alle richieste dell'accusa, non ha riconosciuto l'aggravante della crudelta'.

- 12 dicembre 2015: La Corte di Cassazione conferma la condanna in secondo grado ad Alberto Stasi a 16 anni di carcere e un milione di euro di risarcimento (oltre alle spese legali), contro il parere dello stesso Procuratore Generale che ne aveva chiesto l'assoluzione per la «la debolezza dell'impianto accusatorio».

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