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Obbligazioni, rimborsi «caso per caso»

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Obbligazioni, rimborsi «caso per caso»

  • –Marco Mobili

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Una valutazione caso per caso. Quella che con tutta probabilità dovrà effettuare un apposito «arbitro» per verificare le singole posizioni dei risparmiatori che hanno visto azzerarsi i loro risparmi investiti in obbligazioni subordinate con la procedura di risoluzione adottata dal Governo per i quattro istituti di credito entrati in crisi (CariChieti, CariFe, Banca Marche e Banca Etruria). Il condizionale è ancora d’obbligo perché la soluzione definitiva che il Governo vorrebbe sottoporre al voto della Commissione Bilancio come emendamento alla stabilità è all’esame dei tecnici di Palazzo Chigi e del Mef.

A confermare la possibile analisi caso per caso degli “obbligazionisti subordinati” penalizzati dal Dl salva banche è stato lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto ieri sera alla Camera per rispondere ai dubbi e alle osservazioni di maggioranza e opposizioni (si veda il servizio a pagina 5). Ma il ministro non è andato oltre se non ribadendo che per la soluzione sarebbe stata soltanto questione di ore e che il punto di partenza resta quello di un fondo per ristorare i risparmiatori in perdita.

Quella allo studio per tutta la giornata di ieri era la cosiddetta “soluzione spagnola”, anticipata su queste pagine e che prevede un arbitrato veloce in grado di verificare i ricorsi dei risparmiatori e la possibilità di ottenere un ristoro dal fondo di garanzia. Sulla possibilità che questo ruolo di arbitro possa essere alla fine assegnato alla Consob si è comunque consumato ieri un lungo confronto a Palazzo Chigi. All’interno del Governo c’è chi ha messo in dubbio la piena imparzialità della Consob che sarebbe chiamata a verificare proprio la correttezza delle comunicazioni delle banche agli obbligazionisti subordinati così come la loro corretta profilatura di rischio. Ma sposando la soluzione spagnola il ricorso al nuovo organismo di risoluzione stragiudiziale per le controversie tra banche e consumatori (si veda il servizio in basso) è rimasto fino all’ultimo una delle possibili soluzioni.

L’altro nodo da sciogliere sono le risorse che il Governo potrà mettere a disposizione del fondo che dovrà comunque muoversi nel pieno rispetto delle regole Ue sugli aiuti di Stato. Tra le ultime ipotesi sul tavolo quella di uno stanziamento per il Fondo da parte dello Stato di 40 milioni cui “potrebbero” essere aggiunti altri 40 milioni dal settore bancario (inizialmente se ne erano ipotizzati 20 per lo Stato e 80 per le banche). Pur non facendo cifre il ministro Padoan ha comunque sottolineato che è «realistico» ipotizzare che a restituire i fondi anticipati dalle banche siano le plusvalenze incassate con la vendita dei crediti incagliati delle bad bank.

Sarà comunque un regolamento del Mef a determinare i requisiti di accesso al Fondo per i 10.500 risparmiatori che hanno perso tutte le obbligazioni subordinate con le quattro banche in crisi. Sui criteri di accesso fino a ieri pomeriggio non era del tutto tramontata l’ipotesi di ricorrere soprattutto all’Indicatore della situazione economica equivalente, il più noto Isee, e il livello di informazioni sui rischi dell’investimento che le banche hanno comunicato ai risparmiatori, e su questo l’«arbitro» giocherebbe un ruolo strategico.

Oltre alle misure per salvare i risparmiatori le proposte di modifica cui stanno lavorando Governo e maggioranza con alcune riformulazioni di emendamenti già presentati in Commissione Bilancio, si punterebbe anche a riconoscere uno sconto fiscale agli istituiti di credito per le somme immesse nel fondo di risoluzione. Avendo la Commissione chiuso i battenti ieri sera, dopo l’intervento di Padoan, i testi degli emendamenti alla stabilità sono dunque attesi nella giornata di oggi.

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