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«Priorità ricostruire la fiducia»

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«Priorità ricostruire la fiducia»

  • –Rossella Bocciarelli

«Sono totalmente d’accordo sulle cinque priorità del manifesto per la tutela del risparmio lanciato dal Sole 24 Ore». Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, risponde così alle sollecitazioni formulate dal direttore Roberto Napoletano.

Presidente, li ha letti bene i punti? Anche per le banche, secondo noi, c’è molto lavoro da fare…

Mi ritrovo pienamente in un approccio che punta sulla serietà e sulla razionalità. Le emozioni ci sono, sono umanissime e, oserei dire, doverose. Ma poi, alle emozioni deve subentrare la serietà, che è alla base della fiducia ed è la premessa necessaria per risolvere i problemi. Per quel che riguarda, in particolare, il primo punto, sull’esigenza del potenziamento della tutela dei risparmiatori, auspico che i competenti legislatori europei stabiliscano anche l’uso di caratteri di scrittura cubitali nei prospetti informativi, alla stessa maniera di quanto si è fatto per le norme antifumo. Così come si è fatto per i pacchetti di sigarette nei quali per tutelare la salute si scrive che si corrono rischi gravi, analogamente bisognerebbe avvertire, quando è necessario, che si tratta di prodotti finanziari rischiosi, con caratteri di scrittura evidenti: così si offrirà una maggiore protezione al risparmiatore.

È d’accordo anche sul punto tre del nostro manifesto, che chiede che gli intermediari si facciano carico di avvertire per scritto il cliente quando abbia assunto una posizione eccessivamente concentrata su un singolo asset o sull’attività di un solo emittente?

Sì, concordo sull’opportunità che l’intermediario scriva al cliente sulla rischiosità del suo investimento. Ma poi, niente alibi: troppe volte le banche vengono contestate per un estratto conto, che oggi non è più quello di trent’anni fa. Le lettere, poi, occorre aprirle e leggerle e purtroppo solo con l’informatica c’è il riscontro dell’avvenuta lettura.

Non crede che in Italia ci sia ancora tanto da fare sul terreno dell’educazione finanziaria, tenendo conto che per un’indagine S&P-Banca mondiale da noi risulta alfabetizzato in campo finanziario solo il 37% degli adulti?

Certo, quel che si fa non è mai abbastanza. Però le ricordo che nella legge sulla buona scuola c’è una disposizione da noi molto caldeggiata in base alla quale il ministero dell’Istruzione deve inserire nei programmi scolastici programmi di educazione finanziaria al risparmio e all’investimento.

Come giudica l’emendamento del governo per i risparmiatori che hanno subito danni dopo il salvataggio delle quattro banche?

Apprezzo lo sforzo ulteriore, compiuto nella definizione del provvedimento, a favore della legalità. Apprezzo l’idea di costituire collegi arbitrali autorevoli e indipendenti: si farà infatti ricorso a un Dpcm, su proposta del ministro dell’Economia di concerto con quello della Giustizia, per questa norma di diritto speciale che si riferisce, come si sa, unicamente al dissesto delle quattro vecchie banche. Si tratterà dunque, necessariamente, di soggetti autorevoli e competenti a esercitare questo arbitrato. E se verranno accertate frodi, si avranno non solo i rimborsi ma si avranno anche conseguenze penali. Sul salvataggio delle quattro aziende, tuttavia, c’è qualcos’altro da aggiungere...

Cosa?

Le banche italiane in questo mese di dicembre versano 2 miliardi e 350 milioni per ricapitalizzare le quattro nuove banche nate con la procedura di risoluzione. Questo è un grande sforzo che grava sui bilanci 2015. E anche questo sforzo serve a dare un contributo alla ripresa della fiducia. Noi dobbiamo lasciarci definitivamente alle spalle il terribile mese di novembre, nel quale abbiamo vissuto gli attentati terroristici di Parigi e abbiamo sperimentato l’avvio delle nuove procedure di risoluzione, con una conseguenza drammatica come il suicidio di un risparmiatore. Dobbiamo ora voltare pagina, per ricostruire quel clima di fiducia che è indispensabile per avere un Pil più robusto nel 2016 e per ridurre ulteriormente la disoccupazione.

Il presidente del Consiglio ha parlato della necessità di una riforma del settore bancario. Che ne pensa?

Quella che è attesa, in primo luogo, è la riforma del sistema di credito cooperativo. Confidiamo che subito dopo l’approvazione della legge di stabilità il governo proceda su questo terreno.

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