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il presidente al corpo diplomatico

Mattarella: limitare le libertà è cedere al terrorismo, difenderemo i nostri principi

L’emergenza terrorismo, la sfida dell’integrazione dei migranti, la crisi economica e i sentimenti anti europei. Sono alcuni dei passaggi principali del discorso tenuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione degli auguri al Quirinale al corpo diplomatico. Il terrorismo «si affronta anzitutto conservando il nostro stile di vita» ha sottolineato Mattarella, mentre «limitare gli ambiti di libertà equivarrebbe a cedere al terrorismo e tradire i principi di democrazia e tolleranza». «Le conquiste della comune civiltà, le nostre libere scelte di vita, l'interdipendenza - ha precisato Mattarella - che caratterizza le nostre società sono messe a dura prova». Ricordando poi gli ultimi attentati, tra cui quello del 13 novembre scorso a Parigi, Mattarella ha sottolineato che «nessuno di noi intende piegarsi alla paura: la risposta che tanta parte della comunità internazionale e, in essa, l'Europa, sta dando, è quella di reagire contrastando con intransigenza la piaga del terrorismo, per affermare i valori sui quali si costruisce la pace e senza i quali rischia di essere perduta». Mattarella ha poi aggiunto: «Difenderemo i nostri principi senza esitazioni» con la «cultura del dialogo».

Migranti: Mattarella, né chiusura né apertura incontrollata
Diretto poi il riferimento all’emergenza migranti: ogni tentativo di alzare muri, di chiusura significherebbe un regresso. Per il capo dello Stato infatti «chiudere le porte di fronte a queste masse di esseri umani che fuggono da guerre, fame ed oppressione, equivale a cancellare conquiste civili e sociali faticosamente raggiunte». E poi l’ammissione: il dibattito sui flussi migratori verso l'Italia «è rimasto talvolta ostaggio di visioni dogmatiche e non approfondite, che lo hanno ridotto ad un'alternativa fra chiusura totale e apertura incontrollata delle frontiere. Entrambe queste letture si basano su una rappresentazione errata della realtà», ha detto il presidente. Non esistono «barriere naturali o artificiali che possano isolarci da ciò che accade oltre i nostri confini», ha aggiunto, «l'Italia, lo sottolineano con orgoglio, ha posto tempestivamente la gravità della questione all'attenzione dell'Europa e della comunità internazionale. Il nostro Paese continuerà a collaborare per la costruzione di condizioni di pace e di stabilità nell'area del Mediterraneo» perchè «è inevitabile la necessità di un’azione europea impegnativa e di lungo periodo».

La Russia mostra volontà di collaborazione
Uno scacchiere bollente nel quale la Russia è tornata a giocare un ruolo di primo piano. «Nella situazione di oggettiva difficoltà e di ostacoli che permangono, la Federazione Russa - ha detto Mattarella - sta mostrando una rinnovata volontà di collaborazione su temi importanti come la stabilizzazione della Siria e la lotta al terrorismo di matrice fondamentalista». «Auspico che, anche in vista del raggiungimento di questi obiettivi, possano sopirsi le tensioni che hanno caratterizzato le relazioni tra Mosca e Ankara, attore importante nella regione mediterranea e mediorientale», ha aggiunto.

Paura e crisi alimentano movimenti anti-Ue
In merito poi all’affermazione in Europa di partiti anti-Ue ha ammesso: «È difficile negare che il disegno di integrazione europea viva adesso uno dei momenti più complessi e contraddittori della sua storia». Sentimenti alimentati dall'insoddisfazione, causati dalla crisi economica, dalla crescente instabilità ai suoi confini e dai timori per la sicurezza. «Hanno guadagnato peso crescente movimenti di opinione che mettono in discussione il percorso compiuto sinora addebitandogli il crescente disagio sociale delle incertezze di fronte alle crisi croniche e ai tumultuosi eventi degli ultimi mesi», ha sottolineato Mattarella ricordando che «un’Europa avulsa dalla realtà, avvertita soprattutto come un freddo insieme di norme e procedure, non sarà in grado di conquistare le energie e l'impegno dei giovani». Occorre quindi «guadagnare nuovamente all'Europa il consenso che negli anni si è andato attenuando».

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