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«Inflazione, faremo tutto il necessario»

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«Inflazione, faremo tutto il necessario»

  • –Alessandro Merli

bologna

Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, sollecita la riduzione senza ritardi dello stock di prestiti deteriorati, ancora molto alto nelle banche di alcuni Paesi dell’eurozona, che ostacola il rilancio del credito e quindi la ripresa dell’economia, e ribadisce che la Bce ha tutti gli strumenti a disposizione per far risalire l’inflazione verso l’obiettivo della stabilità dei prezzi e intende utilizzarli, se necessario.

Draghi è sbarcato ieri a Bologna, per celebrare i 40 anni di Prometeia, la società di consulenza e ricerca economica, proprio nelle ore in cui veniva pubblicato l’indice dei prezzi di dicembre, che nel capoluogo emiliano ha accusato un calo dello 0,7%, il più forte nelle grandi città italiane, un segnale di come il compito della Bce di riportare l’inflazione nell’eurozona vicino al 2% resti in salita. Nell’intera area dell’euro, l’inflazione è salita solo dello 0,1 per cento. Il banchiere centrale ha difeso le decisioni adottate dal consiglio due settimane fa (taglio di 10 punti base del tasso sui depositi delle banche presso la Bce, allungamento di almeno sei mesi del programma di acquisto di titoli, reinvestimento dei rimborsi dei titoli in scadenza), che hanno deluso i mercati finanziari. «Dopo la ricalibrazione dei nostri strumenti – ha detto Draghi – ci attendiamo che l’inflazione raggiunga il nostro obiettivo senza indebiti ritardi». Ha ripetuto anche che «non c’è dubbio che, se dovessimo intensificare l’utilizzo dei nostri strumenti per raggiungere l’obiettivo lo faremo». La Bce, ha precisato, non ha vincoli che limitino la scelta degli strumenti da utilizzare e il modo di impiegarli. «Possiamo sempre portare l’inflazione al nostro obiettivo, dobbiamo farlo e lo faremo», è stato il suo impegno.

Il presidente della Bce ha rivendicato «l’impulso decisivo» della politica monetaria nella ripresa dell’economia, che «finalmente sembra reggersi su basi più solide», ma ha anche ripetuto uno dei suoi abituali messaggi, e cioè che l’operato della banca centrale deve essere affiancato dalle altre politiche economiche. E per la prima volta ha sottolineato in modo particolare, fra le riforme strutturali, l’importanza della riduzione dei prestiti deteriorati nei bilanci delle banche, il cui «elevato stock ostacola una piena ripresa del credito». I ritardi su questo fronte, ha affermato, costituiscono «un serio freno alla crescita». Si tratta di un problema particolarmente significativo in Italia. Le imprese minori, più dipendenti dal credito bancario, sono le principali vittime di questa situazione, ha osservato Draghi. «Inoltre – ha affermato – la lentezza nel riassorbimento dei prestiti deteriorati impedisce il necessario processo di ristrutturazione nel settore delle imprese, nel corso del quale le imprese sane riducono il loro debito e riprendono a investire mentre le altre escono dal mercato». Il presidente della Bce ha rilevato in particolare l’importanza di una ben disegnata normativa sull’insolvenza, dando un giudizio positivo della recente riforma italiana, in seguito alla quale «si stima che la durata media delle procedure fallimentari verrà dimezzata e i tempi delle procedure di pignoramento diminuiranno in misura non trascurabile. Il recupero più tempestivo delle garanzie avvicina il valore di mercato degli attivi deteriorati al livello al quale le transazioni possono avere luogo, accelerando il processo di deleveraging». Draghi ha anche insistito sull’importanza fondamentale di un efficiente sistema della giustizia.

Il banchiere centrale italiano ha anche notato però che, quando si tratta di concretizzare l’agenda delle riforme, «sembra che in molti Paesi dell’eurozona prevalga più l’esitazione che la determinazione».

Draghi ha dedicato il suo discorso alla memoria di Nino Andreatta, scomparso nel 2007, che nel 1975 fu l’artefice della fondazione di Prometeia, insieme ad altri economisti, come Angelo Tantazzi e Paolo Onofri, presidente e vicepresidente della società, che ieri hanno affiancato il presidente della Bce sul podio della Fondazione Mast, il centro di arte, scienza e tecnologia voluto da Isabella Seragnoli. «Provo commozione e gratitudine – ha detto Draghi in una rara nota personale – nel trovarmi con persone che hanno accompagnato i miei primi passi nella carriera universitaria e con le quali sono in contatto ancora oggi». Draghi ha ricordato le sfide affrontate da Andreatta al Tesoro e il suo ruolo, insieme a Federico Caffè, nell’avviarlo al primo incarico universitario a Trento e alla frequentazione del centro di riferimento accademico di Bologna.

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