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Dossier A Monasterace «a Lanterna» torna a riaccendersi

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A Monasterace «a Lanterna» torna a riaccendersi

Con un sms spedito ad amici e conoscenti, Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel, ha dato entusiasta la notizia che sabato 19 dicembre, dalle 14.30, Monasterace (Reggio Calabria) sarà in festa.

Già, perché dopo l'attentato incendiario della notte del 31 ottobre, il paese (e non solo) celebreranno la riapertura (la ripartenza dice Linarello con linguaggio calcistico) dell'azienda agrituristica biologica “A Lanterna”. «Il fuoco del cambiamento non solo non si è spento sotto la cenere di quell'incendio – si legge nelle note diffuse dall'impresa colpita dalla violenza criminale – ma continua ad ardere forte più di prima. La comunità di riscatto di Goel non si piega, risponde unita agli attacchi e traduce la condizione di doloroso svantaggio in opportunità concrete. La campagna di raccolta fondi #ripartiamo e rilanciamo ha consentito, in pochissimo tempo, di recuperare il necessario per riparare i danni e ripartire. Coloro che disprezzano la dignità della terra di Calabria con il fuoco e la distruzione volevano le donne e gli uomini di Goel tristi e affranti: la risposta è invece la festa di una comunità che risorge e vuol tenere la testa alta!».

«Faremo festa con il concerto del Parto delle nuvole parlanti – scrive Linarello – Manuela Cricelli e Mad Simon. Ministri e personaggi da tutta Italia hanno confermato la loro presenza. Dobbiamo essere in tanti per dare un segnale forte alla ‘ndrangheta e fermare le aggressioni».

Sono tanti i modi del Consorzio sociale Goel per reagire alla violenza mafiosa. Alcuni straordinari, come quello che fa capo a “Cangiari”, “cambiare” in dialetto calabrese, un marchio di moda eco-etica nato nel 2009 e che fa capo al Consorzio stesso.

Il 10 dicembre industria della moda e impegno sociale hanno coniugato sviluppo, creatività e rispetto dei diritti con l'evento organizzato a Roma da Cangiari e Actionaid (l'organizzazione internazionale indipendente impegnata nel combattere le cause della fame nel mondo, della povertà e dell'esclusione sociale in Italia e all'estero), per mettere in mostra, in una sfilata speciale, capi esclusivi prodotti con metodi etici e sostenibili. Tra gli ospiti Marina Spadafora (designer e vincitrice del premio Onu “Women together 2015” per l'impegno nella moda etica e sostenibile) e Andrew Morgan (autore di “The true cost”, film documentario sui costi umani, sociali e ambientali che possono celarsi dietro un abito).

Linarello ha ricordato che nessuno – quando si parla della moda e dei suoi prodotti – può permettersi di non sapere: «Non è più possibile ignorare cosa vi sia dietro alcuni luccicanti prodotti di moda: è un'ingenuità che non ci possiamo più permettere. È inammissibile considerare bello un capo che schiavizza i lavoratori, devasta l'ambiente e danneggia la salute di chi lo indossa. La moda, se non è etica, è orribile e mostruosa, e chi firma i capi provenienti da questi circuiti sottoscrive le vergogne che vi stanno dietro».

Marco De Ponte, segretario generale di Actionaid Italia, ha invece ricordato che «non è la prima volta che cerchiamo di mettere insieme mondi considerati lontani, come fa ogni giorno Cangiari. Ci piacciono le sfide e stasera abbiamo voluto sfidare l'idea che l'impegno sociale e la moda siano due universi separati. Con Cangiari condividiamo l'idea di cambiamento, che per entrambi significa cambiare le comunità locali per trasformare la società dal di dentro. Crediamo sia importante confrontarci con il settore privato e quindi anche con l'industria della moda, una delle più rappresentative per l'Italia, perché l'impresa può e deve essere etica e sostenibile».

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