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Renzi al Parlamento: non siamo Paese dei balocchi. Duro scontro in aula…

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discorso in parlamento

Renzi al Parlamento: non siamo Paese dei balocchi. Duro scontro in aula con Brunetta

Matteo Renzi illustra al Parlamento i temi del prossimo Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 dicembre partendo dal delicato tema della lotta al terrorismo e della sicurezza, indicando quella che è la strategia italiana. Quello della sicurezza è «un nodo nevralgico» su cui - spiega - bisogna investire a partire dalla «cybersecurity» e dal rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine sul territorio. In questo quadro, il premier auspica una strategia europea a tutto campo, e non solo dei singoli Stati. Momenti di tensione con il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, quando il premier stava parlando del bonus giovani.

Serve disegno strategico di medio-lungo periodo
L’Italia è impegnata sullo scenario internazionale, non è «il Paese dei balocchi» e chi dice il contrario offre una ricostruzione «pressappochistica e superficiale». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi parlando alla Camera in vista della riunione dice di leggere «ricostruzioni talvolta pressappochistiche e superficiali, anche da parte della stampa specializzata. Non è che se ci sono quattro tornado in più o in meno che cambia la politica del Paese. L’Italia insieme alla Francia e agli Stati uniti è il più impegnato nel mondo. È bene che questo sia chiaro». Il premier annovera le missioni internazionali nelle quali sono impegnati militari italiani (Afghanistan, Libano, Kosovo, Somalia) aggiungendo: «Non è strategia militare quella di chi pensa di inseguire le ultime dichiarazioni del giorno». Serve un «disegno strategico che abbia il respiro del medio e lungo periodo e non la necessità di far vedere qualcosa perché sennò domani chissà i giornali cosa scrivono».

Iraq: più impegno con il via libera delle Camere
Nelle prossime settimane il ministro della Difesa, d’intesa con quello degli Esteri, presenterà presso le commissioni competenti di Camera e Senato «un’ipotesi molto avanzata di ulteriore impegno da parte dell’Italia, che è un impegno serio e non estemporaneo in Iraq». Renzi entra nel dettaglio della proposta di affiancare una intervento di messa in sicurezza dell’area intorno alla diga di Mosul al restauro da parte di un’azienda italiana. «Lo faremo se il Parlamento sarà d’accordo in sede di commissione, perché l’Italia non si tira indietro di fronte alla proprie responsabilità. L’Italia è solida e solidale, ma non annuncia interventi militari bombardando a destra e a manca perché pensa di essere più forte agli occhi degli altri, non abbiamo problemi di autostima».

Chiusura di Schengen inutile, evitare toni superficiali
Dopo gli attentati di Parigi «qualcuno ha detto: chiudiamo Schengen. Per far cosa? Per tenerli dentro? La chiusura di Schengen a cosa serve? A dare in pasto all’opinione pubblica un elemento di sicurezza psicologica o per affrontare i problemi andando alla radice?». Sono le domande retoriche del presidente del Consiglio per il quale, pensando al Consiglio di Bruxelles, «bisogna fare uno sforzo anche a livello europeo per evitare toni superficiali».

Strabiliante procedura Ue contro Italia su immigrati
La procedura di infrazione aperta dall’Unione europea nei confronti dell’Italia per l'identificazione dei migranti è contro ogni logica a parere di Matteo Renzi. «Trovo strabiliante che in Europa qualcuno abbia voluto aprire una procedura di infrazione perché non tutte le persone che abbiamo salvato in mare sono state identificate con le impronte digitali». Il premier ricorda che «non tutte le persone arrivate in Germania nel mese di agosto sono state identificate e la cancelliera Merkel disse: prima la solidarietà e poi la burocrazia. Quello che vale per la Germania non sembra valere per l’Italia».
«Cara Europa - ha concluso il premier - qual è il tuo ruolo? Quello di affermare regolamenti, norme burocratiche, linee di indirizzo o quello di risolvere i problemi? Noi pensiamo ci sia bisogno di identificare tutte le sorelle e i fratelli che arrivano in Europa e negli ultimi mesi siamo sostanzialmente al 100%. Non solo, vogliamo arrivare al riconoscimento facciale, all’identificazione. Non siamo titubanti su questo tema. Quello che vogliamo dire è che l’Europa non può avere il consueto approccio di reazione, senza strategia sul tema dell'immigrazione».

La Germania deve far cadere resistenze su unione bancaria
«C’è una resistenza tedesca al terzo pilastro dell’unione bancaria. Credo che questa resistenza dovrà venire meno». Per il premier è «inimmaginabile che non si arrivi fino in fondo con una sempre più forte integrazione a livello di economia, altrimenti saremmo solo governati da norme astratte e non dalla realtà delle cose».

E in Aula è botta e risposta con Renato Brunetta
Spazio anche per puntate polemiche tra Matteo Renzi e Renato Brunetta, durante le comunicazioni del presidente del Consiglio alla Camera. Il premier stava parlando del bonus giovani previsto dal governo quando il capogruppo azzurro interviene. Renzi, a quel punto, replica: «Si può discutere dell’iniziativa del governo, bonus non bonus... Certo, chi sostiene che sia una mancia elettorale ignora che non ci sono elezioni e che i 18enni non sono in vendita, non si fanno lavare il cervello con un piccolo bonus».
Quindi, il premier si è rivolto direttamente a Brunetta: «E allora bisognerebbe ricordare - caro ex ministro di governi precedenti - che non si taglia sulla cultura, sulla scuola, sull’educazione, che non si taglia su ciò che è più forte per un paese civile. Che non serve a niente continuare a dire dappertutto che dobbiamo farci valere in Europa se quando siamo andati in Europa ci siamo dimenticati di dire chi eravamo e cosa potevamo portare al dibattito europeo». Di fronte alle reiterate proteste del capogruppo di Forza Italia, il premier ha alzato i toni: «Onorevole Brunetta la prego torni in sè!» ha detto, alzando la voce per superare le urla che giungevano dal banco di Brunetta. «Offende l'intelligenza degli italiani dicendo che la legge di stabilità è piena di marchette». «Il fatto che lei urli in quest'aula - ha proseguito Renzi in un crescendo - non può che rendere disgustoso agli occhi degli studenti il suo intervento. Ma non mi fermerà. Noi tra Brunetta e la povera gente staremo sempre con la povera gente».

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