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«Vigilanza Bankitalia efficace»

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«Vigilanza Bankitalia efficace»

Roma - Si deve proprio all’azione della vigilanza svolta dalla Banca d’Italia - accertare il deterioramento della situazione economica e finanziaria e le responsabilità degli amministratori delle quattro banche entrate in crisi - che ha consentito al Governo di adottare la soluzione migliore: l’avvio della risoluzione e non la liquidazione coatta, opzione che avrebbe prodotto effetti disastrosi per clienti e risprmarmiatori.

È ripartita con queste parole l’ennesima difesa del Governo all’operato di Via Nazionale, che «ha svolto i suoi compiti con efficacia e intervenendo con tutti i poteri che l’ordinamento le conferisce». Lo dice con toni fermi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo al question time alla Camera ai deputati M5S che chiedevano le dimissioni del governatore Ignazio Visco e del presidente della Consob, Giuseppe Vegas oltre ad «auspicare» quelle dello stesso ministro dell’Economia.

Poche ore prima del question time nell’ Aula di Montecitorio aveva parlato Matteo Renzi, protagonista di un duro scontro verbale con gli esponenti della Lega e con il capogruppo di Fi, Renato Brunetta: «Questo governo non ha paura della verità» ha affermato il premier «abbiamo salvato un milione di risparmiatori che senza quei soldi avrebbero visto i propri risparmi andare in fumo».

Padoan ha ricostruito il decision making che ha portato al varo del decreto del 22 novembre, un atto adottato senza alcun conflitto di interesse e che ha consentito «la tempestiva costituzione delle bridge bank» che hanno preso il posto delle vecchie Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Carife. La strada alternativa, ovvero una ricapitalizzazione delle quattro banche attraverso il Fondo di tutela dei depositanti, non sarebbe stato compatibile «con la disciplina della risoluzione» ha poi aggiunto Padoan spiegando a chiare lettere che l’emendamento sul Fondo di solidarietà, finanziato con il Fondo interbancario, servirà per interventi a favore dei risparmiatori «che sono cosa ben diversa da quelli della ricapitalizzazione delle banche».

Fin qui la ricostruzione delle scelte fatte e la difesa della vigilanza. Le banche entrate nel meccanismo di risoluzione rappresentano l’1% del mercato ma la loro liquidazione «avrebbe potuto avere effetti sulla fiducia dei cittadini, con rischi di natura sistemica, senza considerare che il fondo di garanzia dei depositanti avrebbe dovuto rimborsare i depositanti protetti con oneri per oltre 12 miliardi di euro». Insomma uno scenario insostenibile sotto ogni punto di vista.

Ora si aspetta l’adozione degli atti che daranno vita al collegio arbitrale e alle procedure per il riconoscimento di un sollievo finanziario a parte dei risparmiatori più colpiti con valutazioni caso per caso. E si aspetta la costituzione dell’annunciata commissione parlamentare d’inchiesta sull’intera vicenda. Ma intanto il meccanismo della resolution va avanti. «La procedura - è stata la conclusione di Padoan - ha permesso una profonda pulizia dei bilanci delle banche, che le ha rese di nuovo solide e pienamente operative. Faciliterà la loro rapida cessione e la restituzione, infine, a una gestione pienamente privata. Anche i crediti in sofferenza e la bad bank potranno essere cedute con maggiore facilità».