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A Milano tre mesi di inquinamento oltre i limiti. Come ogni anno

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I DATI DI LEGAMBIENTE

A Milano tre mesi di inquinamento oltre i limiti. Come ogni anno

A Milano quasi tre mesi di polveri sottili oltre i limiti di legge quest’anno. Lo annuncia Legambiente, certificando una situazione non nuova, anzi abituale, per il capoluogo lombardo e per molte città della Pianura Padana, con l’eccezione dello scorso anno, in cui Milano ha registrato “solo” 68 giorni di superamento grazie a condizioni meteo particolarmente favorevoli. In realtà la tendenza di medio-lungo periodo vede un graduale miglioramento dei livelli di inquinamento dell’aria nelle città italiane grazie al miglioramento degli impianti di riscaldamento condominiali e al rinnovo del parco auto in circolazione, ma questo autunno eccezionalmente stabile e privo di precipitazioni è stato un formidabile alleato delle emissioni inquinanti.

Dall'inizio dell'anno ad oggi è il capoluogo lombardo, con 86 giorni, a guidare la classifica delle città che hanno superato il limite stabilito dalla legge di 35 giorni all'anno con concentrazioni superiori a 50 microgrammi per metro cubo per le polveri sottili PM10. Questi i dati di Legambiente: in realtà gli ultimissimi dati aggiornati dall’Amat (Agenzia mobilità ambiente e territorio di Milano) segnalano già 90 giorni oltre il tetto a Milano, che dunque potrebbe entro fine anno toccare i 100 giorni viste le previsioni meteo per nulla incoraggianti (calma piatta fino a Natale). Non va molto meglio, spiega Legambiente, Torino con 73 giorni, Napoli con 59 e Roma con 49. L’associazione ambientalista ogni anno, mediante la campagna di monitoraggio «PM10 ti tengo d'occhio», stila la classifica dei capoluoghi di provincia che hanno superato, con almeno una centralina urbana, la soglia limite giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili. Nel redigere questa classifica, spiega l'associazione ambientalista, «si è presa come riferimento la centralina peggiore (quella che ha registrato il maggior numero di superamenti fino a questo momento) presente nella città, a partire dai dati disponibili sui siti delle Regioni, delle Arpa e delle Provincie».

Autunno eccezionalmente mite e secco
Il problema è noto da tempo e le soluzioni non sono facili in assenza di un cambiamento nelle condizioni meteorologiche. In effetti la qualità dell’aria è peggiorata drasticamente nell’ultimo mese a causa della totale assenza di pioggia e vento, tanto che a Milano si sono registrati 23 giorni consecutivi di superamento dei limiti, una sequenza negativa (questa sì) davvero rara. «Le particelle inquinanti restano per giorni nell'aria, è un problema di bacino più che di singola città: si tratta di un tipo di inquinante che ha tempi di residenza molto lunghi in atmosfera» spiega ad Askanews Matteo Lazzarini del centro regionale di monitoraggio della qualità dell'aria di Arpa Lombardia.

Situazione migliorata rispetto ai primi anni Duemila
Il trend del numero di superamento dei limiti su base decennale è discendente. «Quattordici anni fa si partiva con un numero di superamenti ben più alto, di 153 giorni. I giorni massimi di sforamento ammessi sono 35 all'anno, limite che non è mai stato rispettato a Milano e nei capoluoghi della Pianura Padana» ha detto Lazzarini. I limiti sulla qualità dell'aria sono stabiliti a livello europeo da una direttiva del 2008 recepita dall'Italia con decreto del 2010. In Italia la Pianura Padana è l'area più critica proprio per conformazione territoriale. «Le Alpi e gli Appennini costituiscono un catino poco ventilato e l'inversione termica nei mesi invernali fa sì che ci sia meno aria per disperdere gli inquinanti. Le emissioni di un territorio urbanizzato non sono dissimili da altre situazioni in Europa, quello che influisce a nostro sfavore sono gli aspetti meteo che non consentono dispersione e abbattimento» ha aggiunto l'esperto dell'Arpa.

L’unica vera soluzione è la pioggia
Per quanto riguarda le misure contro l'inquinamento, il problema è complesso e non ha risposte semplici. «I provvedimenti che hanno più efficacia sono quelli a lungo termine che partono dalla sostituzione dei veicoli più inquinanti, prima di tutto i diesel con la classificazione Euro più vecchia senza filtro anti particolato» ha detto Lazzarini. Tra i suggerimenti c'è quello di utilizzare «impianti ad alto rendimento per bruciare le bio masse con migliore efficacia nella combustione e minore emissione, si parla di una certificazione per le stufe ai tavoli europei. Le misure adottate sinora stanno già avendo efficacia perché il trend di riduzione delle concentrazioni medie annuali e dei giorni sforamento è evidente sul lungo termine».

Bloccare il traffico?
Che fare contro l’emergenza smog? A Roma lunedì e martedì prossimo saranno in vigore le targhe alterne, Milano invece si è limitata a cercare di incentivare l’uso dei mezzi pubblici con la possibilità di circolare tutto il giorno con un solo biglietto. Durante l'emergenza qualsiasi provvedimento che contribuisca a non peggiorare la situazione «non fa male - osserva Lazzarini - però si è gia visto che da soli non sono in grado di risolvere la situazione. La soluzione sul breve periodo è meteorologica, ormai le particelle sono in sospensione e devono essere rimosse da un agente atmosferico come vento e pioggia o bassa pressione che sposta le masse d'aria».
Una prospettiva che sembra ancora lontana, dato che le previsioni dell'influenza sugli inquinanti danno ancora giorni favorevoli all'accumulo, tempo stabile con alta pressione e assenza di precipitazioni per diversi giorni. Solo un Natale sotto la neve (ma ci accontentiamo anche della pioggia) ci riporterà un’aria accettabile. L’ipotesi di bloccare la circolazione del traffico automobilistico, che quanto meno potrebbe evitare un ulteriore peggioramento della situazione, divide i cittadini, come conferma il sondaggio realizzato dal Sole 24 Ore tra i nostri lettori. (G.Me.)

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